l'intervista
"Con Draghi al Colle si scivola verso il presidenzialismo". Parla Nichi Vendola
Per l'ex governatore della Puglia "molti dei fautori dell'incoronamento del presidente del Consiglio stanno pensando a un mutamento nei fatti dell'assetto costituzionale". E ammette: "La sinistra che ho in testa io non è il Pd"
“Non è certo un passaggio ordinario eleggere il Capo dello stato, il garante della Costituzione: lo è tanto più nell'attuale ciclo emergenziale, con la politica che applaude al proprio commissariamento e fonda la propria legittimazione nella pratica del surf, cavalcando le onde mediatiche e barricandosi nella dimensione nevrotica dei social”: Nichi Vendola, parlamentare dal 1992 al 2005, poi governatore della Puglia per due mandati, è un osservatore attento (da sinistra) dei ludi quirinalizi e offre una lettura del passaggio in corso tra memoria storica e riflessioni disincantate.
Al Foglio Mario Tronti ha descritto il Palazzo come abitato dal “peggior ceto politico del nostro tempo”. I giochi sono davvero in mano a classi dirigenti politiche così inadeguate? “Il populismo di destra, di centro e di sinistra – e cioè il berlusconismo, il grillismo, il renzismo, il sovranismo – ha prodotto la vigente "dittatura del presente": cioè una politica senza passato e senza futuro, soprattutto senza cultura. La politica è diventata inquinamento acustico e galleggiamento nel giorno per giorno: rumorosa quanto impotente dinanzi ai poteri reali, da lungo tempo delegati alla sovranità della finanza”.
Da parlamentare al primo mandato nel 1992 partecipò all’elezione di Oscar Luigi Scalfaro al Colle: “Non c'era solo la crisi della Prima Repubblica con Tangentopoli, c'era l'assalto mafioso al cuore dello Stato con la strage di strage di Capaci. Giorni drammatici e indimenticabili”, ricorda con emozione. Trent’anni dopo sulla scena c’è Silvio Berlusconi, che con l’ex rivale Prodi qualcuno vedrebbe bene senatore a vita in nome della pacificazione. “La candidatura dell’ex premier alla suprema carica è stata solo un temporale invernale, nel sonno della democrazia si producono incubi, per il Cav. è come l'estremo tentativo di trasformare una straordinaria carriera borderline nella lineare iconografia di uno statista. Non sono un giustizialista e non odio nessuno. Però amo la giustizia e penso che evadere il fisco, banalizzare la mafia, imporre leggi ad personam, per fare solo qualche esempio, renda piuttosto acrobatico immaginare Berlusconi come garante della Costituzione. E non capisco cosa voglia significare la parola pacificazione, tanto più oggi che sono tutti nella stessa maggioranza di governo”.
A sinistra Letta intanto esclude un candidato presidente di destra ma sente Salvini, mentre Bertinotti ipotizza una soluzione alla papa Francesco: “Ma il pontefice non si può – ribatte Vendola – non è super partes, lui è dalla parte dei poveri e del Vangelo, per la politica attuale è una specie di apostata. Non ho un identikit da proporre: nutro la speranza che non si tratti di una personalità estranea ai valori della nostra Costituzione, democratica e antifascista”.
Il M5S intanto naviga a vista nella partita per il Colle: “I grillini sono vittime del grillismo, di una gigantesca bolla demagogica, di un nuovismo nutrito di narrazioni regressive e rancorose: la purezza delle origini si è dissolta come neve al sole, l'integralismo dell'autosufficienza si è capovolto in un alleanzismo senza frontiere, hanno fatto dell'offerta politica un supermarket con merci per tutti i gusti. Ora i nodi vengono al pettine. Io non ne gioisco, perchè mi addolora vedere lo sperpero che hanno fatto della travolgente domanda di cambiamento che erano riusciti a catalizzare. Ma allora aprano porte e finestre della loro casa politica, è patetico spiarli nelle loro chat isteriche, si confrontino, parlino di politica, piuttosto che reclutare guru si confrontino con il paese e con le competenze e i saperi critici. Se al capolinea del loro populismo ci fosse solo una ennesima parabola di moderatismo sarebbe assai triste”.
L’opzione Draghi al Quirinale, già sostenuto da mondo economico e dalle referenze internazionali, cosa apporterebbe al sistema Italia? "Molti dei fautori dell'incoronamento di Draghi – analizza il politico pugliese – stanno pensando a un mutamento nei fatti dell'assetto costituzionale, uno scivolamento verso il presidenzialismo. Io sono contrario. Penso che alla crisi italiana si debba rispondere non riducendo spazi e pesi della nostra democrazia. La democrazia non è il problema, come pensa una parte dell'élite italiana e non solo. La democrazia è la premessa della soluzione del problema”. Bersani e D’Alema valutano il ritorno nel Pd. “La sinistra che ho in testa io - chiarisce il fondatore di Sel - non è il Pd, lo dico con molto rispetto per quel partito. La mia sinistra non finanzia la Libia dei lager, non accetta il green del carbone e del nucleare, non ha paura di invocare una tassazione dei grandi patrimoni, si batte per la libertà intellettuale dei brevetti del vaccino anti-Covid, non va al governo con i sovranisti. Oggi sarei insincero a dire che il Pd è la mia casa”.
L’ultima battuta è un consiglio librario per chi prenderà il posto di Mattarella sul Colle: “Viviamo un tempo malato, conviviamo con la disumanità. Se l'ha già letto spero che lo rilegga: "La banalità del male" di Hannah Arendt. Oppure, lo dico per passione illuminista, le opere complete di Leonardo Sciascia”.