Quirinale, Conte sull'ipotesi Draghi: "Un altro governo è un'insidia e lo deciderebbe la rete"
Il fronte che vorrebbe il presidente del Consiglio al Colle inizia a diventare robusto anche nel M5s. Ma ch'è chi vorrebbe un Mattarella bis
Mario Draghi al Quirinale è la prima scelta di Enrico Letta. Il segretario del Pd incontrerà Matteo Salvini prima che partano le votazioni per eleggere il capo dello stato. Il nome del premier rimane in cima ai pensieri del Nazareno. Letta ha sentito al telefono anche Pier Ferdinando Casini. Un altro nome su cui ragiona Salvini, grazie al pressing dell’altro Matteo. Il centrista però troverebbe lo stop di Giorgia Meloni. Il fronte pro Draghi inizia a diventare robusto anche nel M5s. Lo pilota Luigi Di Maio che in queste ore confida ai parlamentari a lui più vicini: “No veti, rimaniamo compatti”.
L’assemblea congiunta dei parlamentari grillini è servita a Giuseppe Conte per mandare messaggi chiari. Il primo: il nome di Andrea Riccardi non è un ballon d’essai. E poi: bisogna sottoscrivere un patto di fine legislatura. “Lo chiamerei, anzi, patto con i cittadini per modificare anche la legge elettorale”.
Tra i parlamentari serpeggia il timore di scivolare sul nome di Draghi dopo aver detto no. Nesci, Di Saro, Faro sposano la linea del no ai veti. Gianluca Vacca, ex sottosegretario alla Cultura del governo Conte, si spinge a dire che “Draghi è il profilo più alto che abbiamo in Italia”. I grillini non sono uniti, però. “Nessun veto, altrimenti rifacciamo come quando dicevamo ‘no al partito di Bibbiano’ e poi si è vista com’è andata a finire. Ma rifare un governo è sbagliato: tempo che non possiamo permetterci di perdere”.
Sergio Battelli chiede a Conte di sondare lo stato d’animo di Mattarella per un bis (“esiste un spiraglio?”). Davide Crippa che è il capogruppo alla Camera dice che “non possiamo perdere due mesi per rifare un governo” ma che non possiamo passare “per i duri e puri che alla fine rimangono fuori dall’ultima trattativa”. Crippa chiede a Conte se ci sarà una votazione on line sul Quirinale e sul governo che ne potrebbe scaturire in caso di elezione dell’attuale premier.
Conte rimane più che tiepido sull’ipotesi Draghi: “Sarebbe un elemento di instabilità per la maggioranza e per il governo: sarebbe una prospettiva insidiosa per noi, dobbiamo dircelo. E comunque davanti alla formazione di un nuovo esecutivo dovremmo sentire prima i nostri iscritti”.