fronte rossogiallo
Quirinale, Pd e M5s in ordine sparso: Conte cerca voti per Riccardi, Letta per Draghi
Il nome del premier incombe ma tra i grillini tutti o quasi cercano di scacciarlo. Il segretario del Partito democratico teme i franchi tiratori di Area Dem e Base riformista. E rispunta Mattarella
"Ma lo votate Riccardi?". Alla buvette di Montecitorio Paola Taverna fa scouting. Parla con gli ex M5s, come Emanuele Dessì, per convincerli a virare sul fondatore della comunità di Sant'Egidio. Vito Crimi in chat scrive che "Riccardi non è un nome di bandiera, ma il nostro candidato". E per un ministro grillino "potremmo votarlo già alla terza". L'impressione è che il M5s sia iper attivo, ma poco connesso con gli alleati del Pd. "Non possiamo spaccarci. Ne va della coalizione soprattutto nei territori", spiega Anna Macina. Il nome di Draghi incombe ma nel M5s tutti o quasi cercano di scacciarlo.
Luigi Di Maio a chi lo ferma in Trastlantico confida: "Almeno questa volta siamo centrali. Nel 2015 ci accorgeremmo di Mattarella dopo dieci minuti che era stato eletto". Conte continua a spingere il Movimento lontano dall'ex banchiere. C'è Riccardi certo, ma anche Mattarella. Fra i pentastellati si dice che i primi voti per il capo stato uscente potrebbero iniziare a palesarsi subito. Una strategia quella grillina piena di subordinate. È figlia del caos. E va in senso opposto rispetto a quella di Enrico Letta che continua a lavorare sul piano A, quello di Draghi, sapendo che potrebbe fare i conti con una quota di franchi tiratori dem compresa fra i 30 e i 40. Sono gli uomini di Dario Franceschini, certo. E quindi di Area Dem. Ma anche Base riformista è divisa: Lorenzo Guerini e Luca Lotti non marciano verso una la stessa direzione.