Obiettivo Quirinale?
Il segnale di Casini sulla strada verso il Colle: "La passione politica è la mia vita"
Dopo settimane di silenzio, un post su Instagram che lo ritrae da giovane durante un'iniziativa della Dc rilancia la corsa del senatore bolognese, che piace a Renzi e Franceschini
“Non parlo”, ha continuato a ripetere nelle ultime settimane a chi gli chiedeva un commento sul Quirinale. Erano mesi che non batteva un colpo (pubblico), scansando cronisti e telecamere, attento a misurare ogni parola e ogni apparizione, seguendo quelle regole non scritte di chi davvero ambisce al ruolo di capo dello Stato. È tornato a farsi sentire oggi, nel secondo giorno delle votazioni per il Colle, dopo una giornata, quella di ieri, che ha mostrato tutte le difficoltà delle forze politiche nel trovare una sintesi, l'accordo. E soprattutto, è tornato a farsi sentire dopo che il suo nome veniva evaocato a mezza bocca, nei capannelli parlamentari, per i corridoi di Montecitorio.
“La passione politica è la mia vita!”, ha scritto questa mattina sul suo profilo Instragram Pier Ferdinando Casini, pubblicando una foto in bianco e nero che lo ritrae agli albori della sua esperienza politica, mentre parla a un evento di partito al quale aveva partecipato anche Aldo Moro, documento della militanza giovanile nella Democrazia cristiana. Un segnale, forse. Dopotutto Casini è da più parti considerato come l'uomo – il nome politico – attorno a cui potrebbe trovarsi la quadra. Ha tra i suoi sponsor Matteo Renzi e anche Dario Franceschini, ha sostenuto in passato Silvio Berlusconi ma è stato eletto in Parlamento l'ultima volta, nel 2018, da indipendente nelle liste del Pd a Bologna. Una biografia che pare scritta per risolvere i problemi di questa tornata quirinalizia. Uno di quelli, sempre meno, che sa stare nell'ombra e dosarsi. Per dire, arrivando alla Camera per la seconda chiama questo pomeriggio, ai giornalisti che provavano a incalzarlo ha detto: "L'importante è la salute". Nulla di più.
Sarà anche per questo, per il curioso tempismo, che la mossa non è passata inosservata: qualcuno l'ha presa come una sorta di discesa in campo, altri come un segnale di disponibilità, e c'è chi giura che no, Pier Ferdinando non si sarebbe mai buttato nella mischia in questo modo, conosce le consuetidini di certa politica.. Ma nel dubbio, poco dopo, Antonio Tajani c'ha tenuto a mettere le cose in chiaro: “Casini non è un uomo del centrodestra”, ha detto il coordinatore di Forza Italia. Nel frattempo è arrivato l'apprezzamento social di Guido Crosetto di Fratelli d'Italia, quello del sindaco di Firenze Dario Nardella, del deputato Andrea Rossi, entrambi del Partito democratico, e non poteva mancare Luciano Nobili, in quota Italia viva. Un consenso, un'altra volta, trasversale.
Questo pomeriggio il centrodestra ha presentato la sua rosa di tre nomi per il Quirinale - Carlo Nordio, Letizia Moratti e Marcello Pera -, sul fronte opposto faranno lo stesso anche Pd e M5s. L'ennesima puntata di una trattativa che doveva trovare in Mario Draghi la via uscita e che invece fatica sempre di più a trovare lo sbocco, mentre i leader bruciano nomi e profili, uno dopo l'altro. Matteo Renzi l'ha spiegata così: “In questo momento chi ha le carte per chiudere la partita è Salvini. O trova un grande accordo su un nome spendibile o perde tutto. il mio consiglio al centrodestra è di far prevalere la politica”. Una parola che certe volte, specie in uno stallo come questo, può far rima con Pier Ferdinando Casini.
L'editoriale dell'elefantino