Quirinarie twittarole
"Chiunque, ma non Draghi”. Il totonomi sui profili social della Lega
Trionfano soprattutto due nomi: il magistrato euroscettico Francesco Barra Caracciolo e l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti
È chiaro son faccende social. Sondaggi per follower mitomani o esaltati, eppure a leggere le risposte su Twitter a diversi colonnelli leghisti, ma anche, o forse meglio, direttamente sotto i profili di Matteo Salvini, si capisce la ritrosia del segretario, sempre attento agli umori che provengono dal web, a convergere per il Colle sul candidato più naturale, Mario Draghi.
Tra tutti i commenti, infatti, il più ripetuto, in centinaia di sfumature differenti, ma con un unico senso, è questo: “Scegliete chiunque, ma non Draghi”. Ma se per il presidente del Consiglio la rumorosa orda social leghista ha una vera e propria idiosincrasia (seppur a volte con conseguenze logiche paradossali: “Bene mandarlo al Quirinale almeno leviamo il rettile da palazzo Chigi”), anche per gli altri nomi di convergenza, vedi Pier Ferdinando Casini, non c’è alcun entusiasmo. “Ma Casini… vi siete bevuti il cervello?”. I commenti a volte arrivano sotto i post in cui si annuncia il voto di giornata, ma in alcuni casi, sono direttamente i parlamentari leghisti a lanciare il sondaggio. Lo hanno fatto ad esempio il deputato ed ex sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci e il suo collega Edoardo. “Si vota voi chi vorreste?”, scrivono entrambi sui loro profili social.
E in queste improvvisate Quirinarie twittarole della Lega trionfano soprattutto due nomi: Francesco Barra Caracciolo, magistrato ed ex sottosegretario con delega agli affari europei del governo gialloverde, celebre per le sue posizioni euroscettiche (pubblicò una foto della bandiera europea sovrapposta a quella della Germania nazista, “Sarebbe il top”, commentano i follower) e l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Più indietro ma comunque più volte citato dai follower leghisti: Paolo Savona, Antonio Martino, Marcello Pera e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Ma c’è anche chi si lancia nell’inedito: “Votate Maddalena”, inteso Paolo, ex giudice della Corte costituzionale, scelto dagli ex grillini di “L’alternativa c’è” come candidato di bandiera d sostenuto, ma solo per qualche momento, anche da Matteo Mantero, ex 5 stelle che ha permesso a Potere al popolo di mettere in piedi a palazzo Madama (la scelta è stata rivista dopo la scoperta delle posizioni antiabortiste dell’ex magistrato).
Non dispiace neanche il filosofo Giorgio Agamben, che con le sue posizioni contro il green pass ha fatto recentemente breccia nei cuori leghisti più vicini alla galassia No vax.
In generale, non vanno male neanche i nomi più cari agli alleati avversari di FdI. L’ex procuratore Carlo Nodio, finito nella terna dei nomi del centrodestra dopo la proposta di Meloni, si piazza nelle prime posizioni per preferenze dei follower leghisti. E a tanti non dispiace neanche l'ex deputato e cofondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto. “Sarebbe un ottimo presidente”. E chissà che qualche deputato e senatore del Carroccio non abbia ascoltato gli umori social. Si spiegherebbe forse da dove arrivano i voti di ieri che hanno portato a 114 preferenze il Gigante meloniano, quasi il doppio dei 63 grandi elettori di FdI, e condotto forse oggi all’inedita scelta dell’astensione.