TeleQuirinale
Al terzo giorno di voto per il Quirinale, in tv ci si aggrappa al solito teatrino
Schermi in arrampicata sul nulla con una domanda: "Soluzione vicina? Non ne so nulla"
Siamo nel teatro del teatro del teatro, con telefonata di Beppe Grillo a Enrico Mentana nel corso della terza maratona La7 in tre giorni, e con sms successivo tra i due. Ed è la telefonata che si prende la scena, quando il garante del M5s specifica di aver parlato con Giuseppe Conte non di Mario Draghi al Quirinale ma di Mario Draghi al Colle, e di averci parlato in “piena sintonia”. E ci sono i fermo immagine di Mentana con il cellulare all’orecchio con Grillo all’altro capo, e improvvisamente sparisce la voce a intermittenza di Conte (in presa diretta o come remake della sera prima) che da ore viene riproposta in video.
Siamo nel giorno in cui si assiste prima alla moltiplicazione mediatica delle arrampicate sul nulla profondo della mattina (con i poveri conduttori dei talk-show di orario 8-10, da Rai 3 a La7 a Rainews a Sky, costretti a interpellare ospiti e passanti, compresi alcuni grandi elettori che cadono dalle nuvole: “Soluzione vicina? Non ne so nulla”, è la risposta tipo), e poi alla moltiplicazione dei tentativi di gestione del magma del primo pomeriggio, quando attorno al nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati ci si deve applicare a schermi unificati sul tweet antipatizzante del segretario Pd Enrico Letta (“proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo, sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto”). E insomma meno male che a metà giornata lo spoglio della terza votazione regala quantomeno momenti di distrazione dall’indefinito che avanza (con discussione sul possibile “sfascio” se non si trova l’accordo, e con corollario sul “chi si intesterà lo sfascio”), grazie alla materializzazione davanti alle telecamere di Rai 3 e de La 7 del non solo fisicamente riempitivo Guido Crosetto, votato da Fratelli d’Italia nel mare di schede bianche, intervallate dai consensi per il presidente Sergio Mattarella.
Dulcis in fundo, nell’intermezzo, c’è anche la comparsa, sugli schermi di Rete 4, di un Luigi Brugnaro rassicurante sul fatto che “Casellati lavori molto”. Poi tutto si ribalta, complice l’emersione dal sito di questo giornale della notizia di un incontro Sabino Cassese-Matteo Salvini, smentito davanti ai cronisti nelle sue componenti toponomastiche (Salvini dice di non essersi recato ai Parioli), ma non nella sostanza del nome papabile. E però sugli schermi per un attimo ci si sente vicini alla pre-soluzione del caso Quirinale: Salvini avrà davvero un “coniglio nel cilindro”? C’è davvero la possibile corsa a due tra Sabino Cassese e Pierferdinando Casini? Draghi sarà ancora nel perimetro dei candidati? si domandano e domandano i commentatori, dotati non più soltanto di smartphone ma anche di laptop. E sulla lunga notte che si apre, alle sette della sera, i cronisti congelati sono di nuovo costretti all’inseguimento di Giuseppe Conte (“non so nulla”, dice dapprima l’ex premier, come fosse un passante davanti ai bar nei pressi di Montecitorio, per poi trasformare quella che dovrebbe essere “solo una battuta” in una disquisizione sull’esprit d’unità nazionale a cui aspira il M5s). Gli sguardi dei commentatori non sono attoniti, anzi, né quelli degli inviati ormai vestiti da sci dopo il terzo giorno di stazionamento coatto tra via della Missione e il pur gelido Transatlantico (con finestre aperte causa Covid), tutti tesi a capire se il “conclave” che aleggia sarà risolutivo. E mentre cala la suddetta lunga notte, “il teatrino di ambiguità” davanti agli occhi fa spazientire gli analisti. Decrittare indizi nel buio, questa la missione mentre si stagliano sugli schermi i titoli di telegiornali.