Le tabelle del Recovery
I 45 target del Pnrr. Ecco come raggiungere il tesoro da 24 miliardi (entro giugno)
Tutte le tappe da traguardare per ottenere l'erogazione della seconda rata. I ministri più coinvolti saranno Roberto Cingolani e Roberto Speranza
La combinazione è questa: ventiquattro (miliardi), cinque (mesi) quarantacinque (obiettivi). E non è solo la “combinazione” perché apre la cassetta di sicurezza del Pnrr, ma perché grazie alla combinazione “bispresidenziale”, Draghi e Mattarella, dovrebbe essere più semplice raggiungere questi 45 “target” e farlo entro il 30 giugno 2022. Quel giorno, se tutto va come deve andare, la Commissione bonificherà sul conto del Tesoro, la seconda rata Recovery. Come la prima l’importo è di 24.137.931.035. Il Cdm convocato per oggi, da Mario Draghi, serve quindi a fare il punto e a vedere a che punto siamo. In una tabella colorata di verde sono elencate le fatiche del cantiere Italia. Sono suddivise in “traguardi” e “obiettivi. Cominciamo dai traguardi ma con attenzione. Non basta avere approvato le nuove leggi, servono anche i decreti attuativi, ecco perché il “soprasegretario”, Roberto Garofoli, deve vigilare a costo di essere un Argo zelante. Quello che si può fare è una navigazione veloce per restituire il senso. A fine giugno (ed è un traguardo) occorre una “riforma del quadro legislativo in materia di appalti pubblici”. Significa un codice riveduto dei contratti. Il Mef deve invece portare a casa la riforma dell’amministrazione fiscale e varare un piano di spending review per gli anni che vanno dal 2023 al 2025.
Non ci sono solo i ministeri. Anche il Consiglio di Stato deve avviare le procedure di assunzione per i tribunali amministrativi. Questo è un “obiettivo”. Uno dei ministeri che sarà impegnato con vigore è quello di Roberto Cingolani. Sono ben 12 i suoi target. Dalla digitalizzazione dei parchi nazionali, alla strategia per l’economia circolare. Quello forse più ambizioso è il nuovo programma nazionale per la gestione dei rifiuti. Deve anche favorire “l’aggiudicazione di tutti i contratti di ricerca e sviluppo che riguardano progetti sull’idrogeno”. Vale a dire incentivi fiscali. Ancora: semplificare le procedure per gli interventi di efficientamento energetico. Un’altra tappa da raggiungere, e sempre del Mite: approvare un quadro giuridico per migliorare i rischi di dissesto idrologico e per “garantire la piena capacità gestionale dei servizi idrici integrati”.
Non c’è dubbio che una delle sfide più interessanti rimane quella del ministero guidato da Patrizio Bianchi. Deve varare una riforma della carriera degli insegnanti e adottare un piano scuola 4.0. Detto in breve: una scuola digitale. Il ministero di Vittorio Colao deve invece permettere “l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per progetti di connessione più veloce. Equivale a 5g e banda larga. Per continuare. Il ministero di Luciana Lamorgese è chiamato a compiere investimenti “in progetti di rigenerazione urbana per ridurre emarginazione e degrado sociale”. Spostiamoci a sinistra. In ogni senso. Andrea Orlando, che guida il dicastero del Lavoro, ha da fare la bella battaglia contro il caporalato. Il suo traguardo è “superare gli insediamenti abusivi in agricoltura per combattere lo sfruttamento dei lavoratori”. Il Mise, di Giancarlo Giorgetti, deve firmare un accordo con Cassa Depositi e prestiti per istituire una sorta di fondo che permetta lo sviluppo di start up. E infine, ma non è finita, alla Salute l’obiettivo è la telemedicina attraverso un “contratto istituzionale di sviluppo”. E’ questa la mappa per arrivare al tesoro Pnrr.