ripartire dalla realtà
“Basta populismo”: appunti per rifondare una destra liberlconservatrice. Parla il prof. Valditara
“Le scaramucce post Colle passeranno. Ricostruiamo una coalizione di centrodestra ancorata ai valori dell'Occidente. C’è un popolo conservatore nell’anima che ama come pochi altri la libertà", dice il professore ordinario di diritto romano all’Università di Torino
L’alleanza di centrodestra dopo la rielezione di Mattarella non c’è più? “Ricostruiamola, ma con un’anima liberalconservatrice, ancorata ai valori dell’Occidente”. Giuseppe Valditara, ordinario di diritto romano all’Università di Torino è il coordinatore del think-tank Lettera150. Già parlamentare di An, ha collaborato con Gianfranco Miglio e con Pinuccio Tatarella. È cripauratore de “La sfida dei liberalconservatori”, saggio con i contributi, tra gli altri, di Giovanni Orsina, Alberto Mingardi, Raimondo Cubeddu, Dino Cofrancesco e Giuseppe Parlato.
La riflessione di Valditara fa tabula rasa del centrodestra populista e riparte “dalla realtà”: “La maggioranza morale degli italiani è liberalconservatrice: il filo rosso che li unisce va dalla tutela della proprietà privata nella querelle sulla rivalutazione degli estimi catastali, alla difesa dei confini nei confronti dell’immigrazione clandestina, alla tutela delle imprese dal giogo delle troppe tasse”, argomenta ancora. E poi, chiarisce con una rupture e una citazione: “Basta con le etichette di moderati o di populisti, c’è un popolo conservatore nell’anima che ama come pochi altri la libertà”. Valditara rivendica lo spirito di Indro Montanelli: “La Costituzione è stata scritta con i contributi decisivi di La Pira e Togliatti. Non troviamo la libertà tra i principi fondamentali, mentre ci sono lavoro, solidarietà ed eguaglianza. Montanelli chiedeva di cambiare l’articolo 1, con la dizione “Repubblica democratica fondata sulla libertà”. Nella storia della cultura politica del dopoguerra De Gasperi, Einaudi e ci aggiungo Prezzolini, non sono la stessa cosa di La Pira, Dossetti, Togliatti e Nenni ”.
Sulla contesa tra Russia e Ucraina puntualizza: “Adesso anche la Lega si dice favorevole a sanzioni. Berlusconi faceva le vacanze con Putin, ma difendeva l’interesse nazionale, con un coerente posizionamento nella Nato. Fontana, Berlusconi e Meloni hanno fatto una netta scelta di campo occidentale, anche se non auspicano un deterioramento dei rapporti con Mosca. Tutti i governi che si rispettino mettono al primo posto l’interesse nazionale in una cornice di alleanze euroatlantiche e di adesione all’Ue”. Il vicesegretario della Lega Lorenzo Fontana ha confermato al Foglio che il Carroccio adesso non guarda più ai populisti di Afd, ma alla Csu, orientamento emerso (ma non perseguito a fondo) già nella primavera del 2019: “Vuole dire tornare a privilegiare una visione che rivaluti il federalismo e la sussidiarietà, principi del mondo liberale. Sullo sfondo c’è il tema della sovranità popolare, messa in scacco da una magistratura che ha debordato dai suoi confini e da fondi di investimento che con un clic possono fare cadere un governo. Non bisogna essere luddisti o globalisti. Ci vuole il sano realismo politico della tradizione liberale anglosassone o del repubblicanesimo romano”. Il centrodestra tornerà quindi unito? “Le scaramucce post Colle passeranno”.