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l'affondo

Draghi e Franco demoliscono (di nuovo) il Superbonus

Il capo del governo e il titolare del Mef aprono a correttivi sulle misure anti-frodi

Gianluca De Rosa

“Chi oggi tuona ha scritto una legge senza controlli”, dice il premier pensando a grillini e leghisti. Mentre il ministro dell’Economia accusa: “Ha generato una delle più grandi truffe della storia della Repubblica”

La prima stretta sul Superbonus era arrivata a metà novembre con il decreto anti-frodi che prevedeva una serie di controlli. Poi, a metà gennaio, dopo la notizia delle indagini della GdF che hanno scoperto truffe miliardarie realizzate attraverso il meccanismo della cessione del credito, è stato inserito, all’interno del decreto Sostegni Ter, un ulteriore vincolo: il divieto della cessione multipla. Da settimane però alcuni partiti, M5s e Lega su tutti, spingono per una nuova modifica che riveda questo limite, poiché, sostengono, senza una modifica si rischia di bloccare tutto il settore dell’edilizia. “Serve una revisione dei limiti della cessione del credito che sta bloccando il settore”, aveva tuonato due giorni fa il segretario della Lega Matteo Salvini. “Come Governo dobbiamo intervenire immediatamente. Porterò questo tema nel prossimo Cdm”, gli aveva fatto eco il ministro grillino Stefano Patuanelli.

Durante la conferenza stampa di questo pomeriggio il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco hanno aperto a questa possibilità. "Il governo – ha annunciato Draghi – vuole che il meccanismo funzioni e i correttivi dovrebbero trovare posto in un emendamento". Per farlo però, lui e Franco hanno usato toni durissimi nei confronti di chi il Superbonus lo ha creato e oggi sostiene che i problemi nascano dalla stretta del governo Draghi e non da una misura pensata e creata male. "Quelli che oggi più tuonano sul Superbonus, che dicono che queste frodi non contano – ha detto Draghi – sono alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli”.

Anche sul rallentamento dell’utilizzo della misura, dovuto secondo i critici alla stretta inserita un mese fa dall’esecutivo, Draghi ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Se il Superbonus oggi rallenta – ha dichiarato – è per i sequestri deliberati dalla magistratura per questioni fraudolente per 2,3 miliardi, con somme oggetto di indagine molto più alte". Per il premier, inoltre: "Non è che l'edilizia, senza superbonus, non funziona. Si è giovata di questo strumento ma non bisogna pensare che senza non andrebbe avanti".

Le affermazioni di Draghi sono state ribadite con forza anche dal ministro Franco. "I problemi – ha spiegato il titolare del Mef – derivano dalla massiccia azione della magistratura che interviene su un contesto che prima era poco regolato sequestrando oltre 2 miliardi di crediti che sono corpi del reato e quindi l'intermediario non può disporne”. Il ministro ha quindi sottolineato come, senza limiti nel numero delle cessioni, i crediti fiscali previsti dal superbonus e da altri bonus edilizi siano diventati “una sorta di moneta fiscale” che ha creato “un mercato dei crediti non regolamentato nel quale il collegamento con i lavori su cui questi crediti nascevano è diventato via via più labile e in alcuni casi del tutto assente”. Franco ha anche tracciato alcune delle modifiche che potrebbero arrivare. In particolare, la riapertura alla cessione multipla del credito d’imposta, ma con limiti precisi. "Potremmo – ha chiarito – dare al sistema bancario una possibilità più ampia, con due o tre cessioni del credito, ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che – ha sottolineato – sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto".

In attesa delle modifiche legislative, Cassa depositi e prestiti ha già fatto sapere che “è pronta a riattivare i canali per la cessione dei crediti del Superbonus” una volta che saranno approvati i correttivi.

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