l'intervista
Lezzi a tutto gas: "Io pentita del no al Tap? Macché. Caro M5s, meglio il nucleare"
L'ex ministro per il Sud: "Di Stefano ha cambiato idea sul gasdotto? Abbia il coraggio di andarlo a spiegare ai suoi elettori. Basta trivellazioni, non risolvono il problema"
Ripeteva a ogni occasione quanto il Tap fosse "un'opera inutile". Per dare l'idea della pericolosità dell'infrastruttura faceva esempi del genere: "Io adesso voglio sfidare chiunque a stendere un asciugamano sopra un gasdotto". Oggi, l'ex ministro per il Sud Barbara Lezzi, leggendo le dichiarazioni del sottosegretario Manlio Di Stefano ("sul Tap ho cambiato idea") sarà arrivata ad altrettante conclusioni? "Macché. Io al Tap resto assolutamente contraria. Non risolve il problema delle dipendenze dalla Russia", dice al Foglio la senatrice nel frattempo fuoriuscita dal M5s. Ha avuto modo di leggere l'intervista di Di Stefano. Cosa non la convince? "Innanzitutto non sono così sicura che il gas proveniente dall'Azerbaijan sia davvero servito a calmierare i prezzi. Basta prestare ascolto alle opinioni di un'analista come Matteo Villa". Eppure la necessità di smarcarsi dalle dipendenze russe è un dato di fatto. Così come l'obbligo di alleggerire le bollette di famiglie e imprese. Non trova? "Nutro i miei dubbi. E poi siete così convinti che l'Azerbaijan sia un paese stabile? Lo ripeto, la consideravo un'opera inutile e lo penso tutt'ora. Il mio unico errore è stato quello, quando Conte tornando da una visita a Trump decise di farlo, di non chiedere spiegazioni pubbliche".
Ma allora come la mettiamo con l'aumento delle bollette? "Il punto è che stiamo mancando l'occasione di fare una vera transizione ecologica. L'Europa ci dà dei soldi per investire nelle energie rinnovabili, noi invece ci rifugiamo nelle scorciatorie. Perché il Tap è una di queste".
Ha visto che il ministero della Transizione ha pubblicato la mappatura delle aree in cui sarà possibile tornare a esplorare, andare avanti con le trivellazioni, che sempre sono state viste come un male assoluto dal M5s? "E infatti io non posso essere più contraria. Non si sa nemmeno quando diventeranno disponibili queste risorse. E' energia che verrà immessa a un prezzo di mercato e per una quota del 10 per cento del fabbisogno". Vede che continua a dire sempre no a tutto. Se le citiamo le parole del ministro Cingolani sul nucleare? "Se parliamo di nucleare di ultima generazione, perché mai dovrei oppormi? Una tecnologia a bassi rischi che riesca a smaltire le scorie credo sarebbe una soluzione eccezionale per accelerare la transizione ecologica. Spero ci si arrivi nel più breve tempo possibile, non in 30 ma in 10 anni".
Un'ultima domanda: ma cosa rimprovera ai suoi ex colleghi del M5s, che negli ultimi tempi hanno dato vita a giravolte su qualsiasi tema? "Cambiare idea è legittimo. Quello che trovo strano è che nessuno si sia mai incaricato di spiegarlo ai suoi elettori. Se tu prendi milioni di voti e però finisci per fare tutt'altro rispetto a quello che professavi in campagna elettorale, devi avere almeno il coraggio di dirlo pubblicamente. Perché non sono mai andati a Melendugno? Almeno a Di Maio, quando era ministro dello Sviluppo economico, riconosco di averci messo la faccia quando si è trattato di andare dai lavoratori dell'Ilva".