l'ultimatum dei grillini
Bocciata la misura per i tamponi in parafarmacia. Il M5s si divide e minaccia la stabilità del governo
L'emendamento presentato in commissione Affari sociali non passa per la seconda volta. È caos nel Movimento che ora minaccia di votare con la Lega per l'abolizione del green pass, dividendo così la maggioranza
Si riaccende nuovamente lo scontro sui tamponi in parafarmacia. Il primo tempo di questa partita si era svolto lo scorso gennaio su due emendamenti al decreto sul super green pass presentati in commissione Affari costituzionali al Senato da Loredana De Petris (LeU) e Gianluca Castaldi (M5S). Entrambi vennero bocciati, con il parere negativo del ministero dell’Economia e delle Finanze e l'opposizione del centrodestra e Italia viva. Nel pomeriggio va in scena il secondo tempo. Il terreno di scontro si sposta stavolta alla Camera e, più precisamente, in commissione Affari sociali. Qui Movimento 5 Stelle, Partito democratico e L’Alternativa C’è hanno infatti presentato cinque emendamenti con i quali provano nuovamente a estendere anche alle parafarmacie la possibilità di effettuare tamponi per la diagnosi del Covid.
Succede però che ancora una volta arriva il “no” da parte del ministero dell’Economia e Finanze: “In assenza di relazione tecnica diretta a fornire i necessari elementi per la dimostrazione dell’asserita invariata finanziaria. Si rinvia anche alle valutazioni del Ministero della salute”, si legge nel parere. La vicenda sembrerebbe potersi chiudersi qui. Succede invece che quel parere diventa la scintilla che fa esplodere il caos dentro al Movimento 5 Stelle che arriva platealmente a spaccarsi sulla misura. Una parte dei grillini vuole andare avanti e, per poterlo fare, sostituisce i propri deputati della commissione Affari Sociali contrari agli emendamenti sui tamponi in parafarmacia con altri deputati favorevoli alla misura. Almeno uno dei componenti pentastellati della XII Commissione, Angela Ianaro, vedendosi sostituire contro la sua volontà dopo aver partecipato a tutti i lavori in commissione protesta chiedendo la messa a verbale della sostituzione e annunciando la sua fuoriuscita dal gruppo 5 Stelle.
Lo scontro interno non si ferma però qui e arriva a coinvolgere anche i piani alti del Movimento: da un lato la viceministra all’Economia Laura Castelli, contraria alla misura e ferma sul parere negativo del suo dicastero; dall’altro il capogruppo alla Camera Davide Crippa che preme per far approvare l’emendamento arrivando a coinvolgere anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Sullo sfondo resta il ministero della Salute che, ancora una volta, era tornato ad esprimere parere favorevole sulla proposta.
Tutto questo avviene dopo che, nel corso della mattinata, la maggioranza si era già divisa su un emendamento presentato dalla Lega con il quale si puntava a far cessare l’utilizzo del green pass a partire dal prossimo 31 marzo, data di scadenza dello stato di emergenza. Nonostante il parere contrario espresso dal governo e la richiesta di accantonamento, la Lega ha votato insieme all'opposizione – Fratelli d'Italia e L'Alternativa C'è – a favore della proposta di modifica non riuscendo comunque a farla approvare.
Questa premessa risulta necessaria per arrivare all’ultimo capitolo di questa vicenda. Come infatti raccontatoci da fonti di maggioranza, il pressing di Crippa tramite il ministro D’Incà arriva a sfociare in un vero e proprio ultimatum: o il ministero dell’Economia rivede il suo parere sulla proposta per estendere i tamponi in parafarmacia dando il suo via libera oppure, alla prossima occasione utile, il Movimento 5 Stelle voterà insieme alla Lega e a Fratelli d’Italia per eliminare il green pass a partire dal prossimo 31 marzo.
Una decisione, questa, che andrebbe a sconfessare ancora una volta la posizione espressa appena lo scorso venerdì dal presidente del Consiglio Mario Draghi che, nella conferenza stampa posto Consiglio dei ministri, aveva annunciato la presentazione nei prossimi giorni di una “road map specifica in modo da eliminare ogni incertezza tra ora e il 31 marzo” sulle restrizioni che con gradualità verranno abbandonate nei prossimi mesi. Oltre a questo, si continuano ad accumulare segnali pericolosi sulla tenuta di una maggioranza sempre più in fibrillazione e spaccata al suo interno. Viste le premesse, potrebbe non essere così semplice per il governo arrivare a fine legislatura.