Il Donbas di Draghi

Draghi negozia la nuova energia con la Ue, in Italia si è ancora fermi al catasto

"Catasto? Nessuno pagherà più tasse". A sorpresa un dpcm sui Rai Way: "Si può vendere il 51 per cento"

Carmelo Caruso

Il premier incontra Ursula von der Leyen per parlare di gas e sanzioni ma la politica interna è ancora dominata dal sabotaggio sul catasto. Nuovo emendamento soppressivo (e la Lega potrebbe ancora votare contro il governo)

Adesso ha un nome. È “disinformatja” catastale, una polemica temeraria, il cavallo, di battaglia, ma fantoccio. A Bruxelles, in territorio neutrale, per parlare di Ucraina e di energia, Mario Draghi ha tolto il cappuccio ai parlamentari “incastatati”, la divisione catasto. E infatti, quando gli hanno chiesto delle polemiche italiane, il premier, che stava uscendo da un incontro con Ursula von der Leyen, ha sorriso e assicurato che “nessuno pagherà più tasse”. E come gli capita, nei momenti in cui deve fissare delle verità, ha pronunciato la frase come fosse un esametro e l’ha cantata quasi in metrica. Non si arrendono.

 

Oggi, gli “incatastati”, tenteranno un nuovo agguato e lo faranno ancora in Commissione Finanze e sempre con un emendamento soppressivo (il 6.23) alla mappatura prevista dalla delega fiscale. E’ un reparto di opposizione “pura”. L’emendamento è firmato dalle forze speciali di Alternativa c’è. Sono i deputati ex M5s (Maniero, Corda, Raduzzi, Trano, Aprile) ma possono contare sul sostegno di FdI e sulla complicità della Lega. FdI è opposizione da sempre e il deputato Marco Osnato è insomma legittimato nella lotta: “Draghi può dire quello che vuole, noi liberi di contrastarlo. Speriamo ci segua anche la Lega”. E c’è qualcosa che non va se un premier, che sta cercando gas in giro per il mondo, deve cercare la non belligeranza del partito di Salvini che è un partito di maggioranza.

 

Si potrebbe dover affrontare una crisi energetica d’epoca, ma, ieri, l’esecutivo ha negoziato la no fly zone con il deputato della Lega, Alberto Gusmeroli, vicepresidente della Commissione Bilancio. Il capo di gabinetto, Antonio Funiciello, ha “misurato” l’umore della Lega e di Massimo Bitonci che è il generale di Salvini in Commissione. Si è attivata la diplomazia per raggiungere il “cessate l’emendamento”. La Lega è orientata a votare contro. Forza Italia ha un’altra linea: l’astensione.

 

Le parole di buon senso, in questo caso, sono quelle del presidente della Commissione Finanza, Luigi Marattin: “Mi auguro di archiviare la questione catasto per metterci a discutere di tutto quello che c’è di concreto nella riforma fiscale: razionalizzazione delle aliquote, Irpef, abolizione dell’Irap, agevolazione fiscali. Sono tutti argomenti, questi sì, che impattano concretamente su famiglie e imprese, e da subito”.

 

Contro la “disinformatja catastale”, che è un’altra forma di conflitto, perfino Draghi ha dunque dovuto rilasciare le cosiddette “parole a margine”, che è la tecnica del “fuori sacco”, il drone per fare saltare la “casa” della menzogna. E’ una specie di “sparo linguistico” che anticipa un metodo nuovo: interventi rapidi, senza più mordersi la lingua. Draghi era infatti appena uscito dall’incontro con la presidente della Commissione europea che era stato preceduto dalle dichiarazioni congiunte. Prima la carezza all’Ucraina definita da Draghi “parte delle famiglia europea”, poi il passaggio sui rifugiati ucraini, infine “i meccanismi di diversificazione energetica”.

 

Oggi la Commissione presenta le proposte per raggiungere l’indipendenza energetica e prepara un altro pacchetto di sanzioni. Lo hanno anticipato sia Draghi sia von der Leyen. Saranno discusse al vertice di Versailles che si terrà giovedì e venerdì. La sanzione finale a cui tutti credono si arriverà è la rinuncia al tesoro russo: il gas. Viene dato quasi per certo che se non saranno i russi a chiudere i rubinetti, saranno gli europei a scegliere di rinunciarci per affamare il governo degli aggressori. A Palazzo Chigi si dice “che tutto è possibile”.

 

Si sta prendendo in seria considerazione la possibilità che l’Italia ci debba rinunciare nel brevissimo periodo e non entro due anni; il tempo che il ministro Roberto Cingolani ha calcolato. Il dossier energia era tra le ragioni dell’incontro tra Draghi e von der Leyen. L’Italia, insieme alla Francia, è la nazione che spinge per rivedere le regole comunitarie che riguardano il mercato energetico. Finora il prezzo dell’elettricità è collegato al prezzo del gas. Una regola che non tiene conto della produzione di chi produce energia (come la Francia) con centrali nucleari. E’ sicuro che la regola cambierà. Così come si allenteranno le rigidità sugli “aiuti di stato” per permettere di sostenere, in forma diretta, le imprese. Draghi ne parlato ieri sera con il cancelliere Scholz. Mercoledì riceverà invece il premier polacco. Ha perfino ingaggiato un’altra sfida. A sorpresa ha firmato un dpcm che permette alla Rai di scendere sotto il 51 per cento in Rai Way. E’ la società che controlla le torri di trasmissione. Gli faranno guerra anche su questo. Sono milizie pericolosissime. Sono gli “IrRaitati”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio