Verso il Cdm

Draghi tra "sciacalli" e stati arcigni. Sull'energia si attende il prossimo Consiglio Ue

Il premier preoccupato dall'inflazione. No allo scostamento di Bilancio

Carmelo Caruso

Il governo cerca di comprendere chi c'è dietro le speculazioni energetiche e prepara il decreto contro il caro bollette. Previsti intreventi per togliere iva e accise dal carburante e tassazioni degli extraproffiti delle società energetiche. Ma la vera partita è in sede europea

Lo combattono tutti perché non lo conosce nessuno. E’ “ignoto”. E’ tornato lo “sciacallo” come impasto nazionale, il fantasma che compatta. A Roma, indaga la procura contro “l’ingiustificato caro carburante”. Il governo vuole scoprirne il “volto”. Chi è? Letta e Salvini lo inseguono a braccetto. Prendiamolo! A Palazzo Chigi spiegano che  è necessario “capire cosa sta accadendo”. Il governo è pronto a intervenire contro il caro energia con rateizzazioni per bollette e tassando gli extraprofitti delle imprese energetiche. Si valuta con prudenza l’idea di fissare per legge il prezzo del gas. Il Cdm è previsto domani. L’inflazione preoccupa Draghi.

  
Alcuni lo chiamano “mercato”, altri garantiscono che è solo una “grande truffa”. Il ministro Roberto Cingolani, continua a spiegare, a Mario Draghi, “presidente, nessuno è contro il libero mercato, ci mancherebbe, ma qualcuno qui sta speculando”. E dicono che neppure Cingolani prevedesse il successo di questa battaglia, il “dagli al benzinaio”, e che lui stesso abbia ripetuto, ancora, “non ho mai parlato di loro. Attenzione”. I partiti si sono gettati come il topo nel formaggio. Ieri, erano tutti d’accordo che servisse la grande caccia a una figura non meglio definita, l’uomo tutto pancia e sigaro, insomma uno stereotipo di trafficante.

  

E’ probabile che si moltiplicheranno le indagini in tutte le procure italiane. Venivano così confusi, in unico grande cerchio, la piccola pompa e il grande giacimento, la Borsa che scommette sul cataclisma bellico e il panico da economia da guerra che è pericoloso quanto la guerra stessa. Il Mef, che è continuamente sollecitato, continua a precisare che il provvedimento per sostenere famiglie e imprese non è di facile entità. Per tutta la giornata, a Chigi, si sono tenute delle riunioni con Draghi e i tecnici del Mef. Le soluzioni suggerite rimangono sempre le stesse: abolizione delle accise e blocco dell’Iva oltre a un certo prezzo, in automatico. Tutto l’extra gettito Iva sul carburante, l’extra gettito di questi mesi, verrebbe invece impiegato per aiutare imprese e famiglie. Il grande sogno della maggioranza resta però “lo scostamento di bilancio”. Lo chiede ogni giorno e ogni giorno il governo risponde che non è al momento praticabile. Resiste. E’ diventato un tic, un po’ come il cane che abbia quando sente il suono del citofono. Gli economisti di governo dicono che “lo scostamento di bilancio” è ormai “l’equivalente della tassa di successione. Di fronte a ogni problema è subito scostamento”.

 

Tutta la difficoltà è comprendere se l’Italia si deve muovere da sola, e dunque agire con provvedimenti nazionali, o confidare in una regia sovranazionale. In una nota di ieri, l’Eurogruppo ha promesso che presto “affronteremo con urgenza e considereremo opzioni concrete per affrontare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia”. L’attesa è  per il prossimo Consiglio europeo del 24 marzo. Si è convinti che solo quel giorno, di “fronte alla drammaticità della guerra in Ucraina e dell’economia europea, l’Ue prenderà le vere decisioni energetiche”.

 

Anche i provvedimenti del governo italiano dipendono da quell’appuntamento. Il “prezzo calmierato” del gas, se imposto solo dall’Italia, potrebbe portare all’isolamento. Dal governo  misurano il pericolo: “Se siamo i soli a imporlo, nessuno ci venderebbe più gas”. Per aggirare le perplessità dei paesi frugali che di fatto si sono opposte all’unione energetica durante il Consiglio informale di Versailles, l’Italia sta lavorando insieme a Francia e Germania. Si pensa che se i tre paesi convergeranno con misure comuni, si scatenerà l’emulazione della Spagna e i “frugali” si vedrebbero costretti ad accettare la nuova politica energetica comunitaria. Per il governo la partita è adesso tra ignoti sciacalli e nazioni arcigne.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio