(foto Ansa)

date loro una cartina

A riveder la geografia. Tutte le gaffe dei grillini (ed ex) alle prese con la materia

Luca Roberto

La confusione tra Corea del sud e Corea del nord è solo l'ultima di una lunga serie. Dal Pinochet "dittatore venezuelano", al sostegno al popolo "libico" per le esplosioni al porto di Beirut. Breve riassunto degli sfondoni sentiti durante gli ultimi anni

Per carità, può capitare a chiunque di confondersi. Sbagliare la collocazione di una certa città nel mondo a causa di un lapsus momentaneo. Epperò nel modo in cui negli ultimi anni i grillini (ed ex grillini) hanno disseminato il selciato di errori sesquipedali si ravvisa un certo qual metodo ben riconoscibile. Sicuramente personale. Cosa suggerisce? In sostanza che questa schiera di ignoti, catapultati sul proscenio politico nazionale e oltre, non abbia mai aperto un manuale di geografia. Né tanto meno abbia, a quanto pare, sentito lo scrupolo e l'impellenza di controllare su Google Maps prima di aprir bocca. 

 

Così l'ultima puntata di un curriculum di gaffe notevoli si è arricchita dell'interrogazione degli ex senatori M5s (Barbara Lezzi, Nicola Morra, Elio Lannuti ecc) poi confluiti nel gruppo l'Alternativa c'è. Che in un documento pubblico, su cui è pensabile ci sia stato il tempo di apporre le modifiche del caso, sono riusciti a confondere la capitale della Corea del nord Pyongyang con la città montana della Corea del sud dove si sono svolte le Olimpiadi invernali nel 2018, Pyeongchang. Ora, è di tutta evidenza che c'è una quasi omonimia. Ma chiunque non abbia fatto rinuncia di qualsiasi fonte d'informazione, non abbia in pratica vissuto da eremita, sa benissimo che sarebbe stato alquanto assurdo che un'Olimpiade si potesse svolgere nel paese sotto la dittatura di Kim Jong-un. Tant'è. 

Non è stato il primo e non sarà sicuramente l'ultimo sfondone. Anche perché quelli che c'erano stati prima erano stati altrettanto notevoli. Qualche esempio in rapida successione: in seguto all'esplosione del porto di Beirut, in Libano, l'allora già sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano twittò la solidarietà agli "amici libici". Sempre Di Stefano nel settembre 2020 scrisse che "grazie al voto favorevole dei 53 Ministri degli Esteri dell’Asean, l’Italia è divenuta Partner di Sviluppo dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico". Con il particolare che però, a ben vedere, i ministri dell'associazione erano solo 10, come i paesi membri. E che 53 era invece il numero della riunione. Non è stato un disincentivo a che fosse riconfermato alla Farnesina. Dove il posto principale ce l'ha pur sempre Luigi Di Maio. Cioè colui che nel 2016, da vicepresidente della Camera, accusò Renzi di essere uguale a Pinochet, "dittatore del Venezuela" – la senatrice Sara Pagliarini si spinse persino oltre, chiamando il dittatore Pino Chet –. Anche rimanendo entro i confini nazionali non è che il ministro degli Esteri andasse molto meglio. Per dire, all'epoca del governo gialloverde disse: “Ci criticano perché stiamo facendo bene, specialmente in Puglia, basti vedere la rinascita di Matera".  

 

Vi sembra abbastanza? Beh, non è ancora tutto. Perché un altro personaggio che ha dato grandi soddisfazioni è stato l'ex ministro Danilo Toninelli. Nel 2018, dopo aver incontrato l'allora commissaria europea ai Trasporti Bulc, parlò del Tunnel del Brennero come di un'infrastruttura quotidinamente usata da migliaia di imprenditori. Piccolo dettaglio: non sarà completata prima del 2025. Vabbè, è un errore del passato per cui dovrebbe pur sempre subentrare una certa clemenza. Solo che non più tardi di un paio di settimane fa, quando già c'era stata l'invasione russa in Ucraina, lo stesso Toninelli ha detto senza alcun timore reverenziale quanto segue: "L'espansione della Nato a est c'è stata, è stata enorme. E l'Ucraina, facendo parte dell'Unione europea, capite bene che poteva ambire a entrare nella Nato e rompere l'ultimo stato di confine tra la Russia e i paesi della Nato". Ecco, forse per i grillini e per chi lo è stato è impossibile affrancarsi da questa inconoscibilità delle cartine geografiche. 

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