(foto Ansa)

L'intervista

Magi: "L'accordo Conte-Putin durante la pandemia mise in pericolo la nostra sicurezza"

Luca Roberto

Il deputato radicale già nel 2020 scrisse un'interrogazione al governo rossogiallo sulla missione russa in Italia: "È stato il culmine di una fascinazione nei confronti dello Zar. L'ex premier chiarisca pubblicamente la natura dell'accordo"

"Andremo avanti, vogliamo capire. Perché il governo rossogiallo sulla missione russa in Italia ci ha sempre fornito risposte lacunose, insoddisfacenti". Fino a che punto siete disposti a spingervi? "Chiederemo a Conte di chiarire pubblicamente cosa si disse in quelle famose conversazioni telefoniche con Putin". Il deputato Riccardo Magi, radicale e presidente di +Europa, già nell'aprile 2020 con un'interrogazione parlamentare chiese conto al governo della spedizione "Dalla Russia con amore": 13 quadrireattori e 104 militari russi sbarcarono il 22 marzo 2020 (esattamente due anni fa) a Pratica di Mare con l'obiettivo di aiutare l'Italia alle prese con le primissime fasi dell'emergenza Covid. Un'operazione che già nell'immediato aveva destato più di un'apprensione. E che, letta con gli occhi di oggi, assume contorni sempre più inquietanti. "Se uno non ha troppa confusione in testa sul regime autocratico di Putin, lo capisce immediatamente che quell'intervento venne condotto con modalità molto particolari: una presenza militare importante, tra cui anche figure di spicco come generali e membri dell'intelligence. Ma soprattutto, fu accolto con grande enfasi da parte del governo italiano. Senza alcuna spiegazione pubblica, come se fosse normale che un regime extra Nato operasse liberamente in Italia. E per giunta senza nessun tipo di accordo formale".
Perché questo è il nocciolo della questione posta dall'esponente radicale. 

Quando Magi scrisse l'interrogazione, dovette aspettare più di sei mesi per ottenere una risposta. Toccò alla viceministra Emanuela Del Re argomentare, agli inizi di ottobre. La grillina disse che "a seguito di colloqui tra il Presidente Conte e il Presidente Putin e tra il Ministro della difesa Guerini e l’omologo russo Shoygu, è stato convenuto l’invio in Italia di materiali e personale sanitario".

Possibile che non ci sia alcun atto pubblico che attesti la natura e i contorni di questo accordo? "No, e infatti è quello che abbiamo sempre chiesto all'esecutivo ottenendo reazioni molto reticenti", sottolinea Magi. Che leggendo la risposta della Del Re ha raccolto più dubbi di quanti ne avesse prima. "Ci venne detto che quella missione contemplava l'invio di materiale tra cui due macchine per processare tamponi: cioè quant'è nella disponibilità di una qualsiasi farmacia di paese. E poi non ci è mai stata data una risposta su chi abbia pagato le spese per il ponte aereo (almeno mezzo milione di euro, ndr). Si capisce perché tutta l'operazione è stata molto più vantaggiosa per loro che per noi. Oltre al'effetto propagandistico, hanno raccolto tutta una serie di dati sulla gestione dell'epidemia, come ci hanno raccontato in seguito le inchieste giornalistiche". 

Come è stato possibile che uno tra i paesi fondatori dell'Unione europea fosse così permeabile all'ingerenza russa? Forse che nella stagione recente l'Italia è stata davvero il ventre molle per l'emersione del putinismo in Europa? "E chiaro che la missione di due anni fa è stata il culmine di una fascinazione, di un certo collateralismo, di una parte della politica italiana nei confronti di Putin", spiega il deputato Magi. "Ma è solo la manifestazione più esplicita. Guardate alla lista degli oligarchi e delle personalità legate al regime che negli ultimi anni hanno ottenuto onoreficenze. Così come a strane operazioni legate, per esempio, all'arresto, avvenuto in Italia, di un regista ucraino finito nella black list di Putin. Non si tratta di ingenuità, ma di un obiettivo politico realizzato con modalità precise". Le minacce nei confronti del ministro Guerini devono farci temere nuove e pià gravi ostilità da parte del governo russo nei confronti dell'Italia? "E' esattamente per questo che Conte deve spiegarci cosa si è detto con Putin due anni fa. Credo che tutti i cittadini vogliano saperlo".

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