L'intervista
"Gli aiuti russi e il Covid? Conte non coinvolse il Consiglio dei ministri"
Il 22 marzo del 2020 sbarcò il contingente voluto da Putin. Poi iniziò il grande amore italiano per il vaccino Sputinik
Parla Teresa Bellanova, due anni fa ministro e capodelegazione di Italia viva al governo: "Dopo le parole di Mosca contro Guerini la vicenda è ancora più inquietante"
“Non fummo coinvolti in cabina di regia e nemmeno in Consiglio dei ministri: nessun confronto. In altri casi l’aiuto di paesi stranieri ci veniva anticipato, magari informalmente. Per la Russia non avvenne. E non sono in grado di stabilire se la mossa di Putin fu furba”. Furba? “Sì, volta a ottenere altro”. Perché? “Le parole dell’altro giorno di Mosca contro il ministro Guerini sono state inquietanti, oltre che irricevibili”. Teresa Bellanova, due anni fa faceva parte del governo Conte II. “Forse, e lo dico in maniera retorica, ci sono fatti che, visto ciò che sta accadendo, andrebbero spiegati da parte dell’ex premier”. Questa storia inizia qui.
La missione “Dalla Russia con amore” scattò la sera del 22 marzo con l’arrivo all’aeroporto militare di Pratica di mare del contingente militare russo: atterrano tredici quadrireattori Ilyushin decollati da Mosca. La delegazione è composta da centoquattro persone, trentadue delle quali dottori e infermieri, il resto sono tutti militari.
L’Italia in quel momento esatto è in ginocchio: la pandemia miete oltre ottomila vittime al giorno, i contagi superano gli ottantamila. Il paese è in lockdown da una settimana. “In quelle ore tutto era complicato e drammatico, questo va detto. Solo dopo venimmo a sapere che c’era stata una telefonata fra Conte e Putin. Stop. Non sono in grado di dire se ci furono anche altri accordi”, dice al Foglio Bellanova, esponente di Italia viva (il partito di Matteo Renzi sta tornando a chiedere una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia).
Il deputato del Pd Francesco Boccia – due anni fa era ministro degli Affari regionali in stretto contatto con la Protezione civile e i territori – dice che “l’Italia fu in perfetta buonafede e che all’epoca tanti paesi, come l’Albania e Cuba, ci diedero una mano con ventilatori e mascherine: ne eravamo sprovvisti, era una situazione drammatica. Quanto ai russi, che ricordando questa storia si sono dimostrati a dir poco sgradevoli, dormivano nelle nostre caserme ed erano scortati dal nostro esercito”. Boccia “non si ricorda” se la mano del Cremlino fu interamente a titolo gratuito.
Del materiale esatto non esiste una rendicontazione: la lista è stata secretata. Tutto partì da una telefonata fra Giuseppe Conte e Putin. Poi la notizia venne comunicata al ministero della Difesa e forse a quello della Salute. Al contrario, al Viminale dicono che non furono coinvolti. L’ex premier parla di “vicenda chiara e trasparente” ed è sicuro che la missione russa “non sia mai sconfinata dagli obiettivi sanitari”. I mezzi di Mosca salirono a Bergamo per la costruzione dell’ospedale Fiera e poi si diressero a Brescia.
I medici sono una piccola parte della delegazione. Poi accadranno degli accordi sull’asse Roma-Mosca. Il primo riguarda la collaborazione con l’istituto Spallanzani per il vaccino Sputnik V (interrotta dalla regione Lazio dopo l’inizio dell’invasione russa). Ben prima dello sbarco del contingente, è il leader della Lega Matteo Salvini a insistere sul vaccino che viene dall’est (nonostante l’Ema non l’abbia ancora approvato). Il leader della Lega si metterà in contatto con la Repubblica di San Marino dove è in corso la somministrazione dello Sputinik: “Basta geopolitica, almeno sui vaccini”. In parallelo il governatore della Campania Vincenzo De Luca non se lo farà ripetere due volte, al punto di sottoscrivere, siamo nel marzo 2021, un accordo “riservatissimo” con l’operatore economico Human Vaccine, rappresentato dalla Rdif Corporate Center Limited Liability Company (il ceo è Kirill Dmitriev la cui moglie sarebbe vicina alla figlia di Putin) per avere il famigerato Sputnik (l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano, sarà più volte ringraziato da De Luca per la diplomazia).
Alla fine non se ne farà nulla. Ma qui si ritorna al punto di partenza, alla missione che ci è stata rinfacciata nei giorni scorsi dal Cremlino. Fu anche l’occasione per acquisire dati scientifici e per stringere accordi al di là dell’operazione sanitaria nei confronti di un paese piegato dal virus? “Questo non lo so, e non ho elementi per dirlo – conclude Bellanova – però sapevamo, come Italia viva, dei rapporti stretti di Lega e M5s con Putin. Con le nostre forze cercammo di raddrizzare la rotta, ma non potevamo cambiare le loro teste”.