Il caso
Bufera sul contratto Rai di Orsini. Governo perplesso. E Fuortes non si trova
Bianca Berlinguer difende il colpaccio: "L'abbiamo strappato alla concorrenza".
Dopo la notizia del Foglio, il Pd attacca: "Niente soldi pubblici al pifferaio di Putin". Critiche anche da Forza Italia, Lega. Palazzo Chigi si muove. L'ad della Rai preferisce tacere
Parlano tutti, o quasi. Ma chi è titolato a farlo tace. L’ad della Rai Carlo Fuortes rimane in silenzio. Il contratto del professore Alessandro Orsini con la trasmissione di Rai3 #Cartabianca – rivelato dal Foglio.it – ha creato un bel tramestio nella politica italiana. Anche a Palazzo Chigi, alle prese con faccende ben più serie, non hanno potuto fare a meno di notare la scelta di arruolare nella tv pubblica “il sociologo della resa degli ucraini”, ma anche l’estremo teorizzatore della “vittoria di Putin”. Dal governo si sarebbero mossi insomma per capire un po’ questa storia.
Il docente della Luiss è stato ingaggiato dalla trasmissione per 2.000 euro a puntata. Gli appuntamenti saranno sei: 12mila euro. La cifra esatta non viene confermata dalla conduttrice Bianca Berlinguer che di prima mattina a questo giornale dice: “Non parlo di contratti, non confermo e non smentisco il fatto”. Orsini nelle sue comparsate tv si è ritagliato il ruolo di esegeta (per i critici, ventriloquo) del Putin-pensiero: “Facciamolo vincere, ha la bomba atomica”. Una posizione che insomma ha fatto subito eccitare i tanti che vedono il presidente ucraino Zelensky come un guerrafondaio a caccia della terza guerra mondiale. E tutto torna insomma, anche nelle reazioni registrate dopo la nostra notizia. Il M5s si è trincerato dietro a un ambiguo silenzio. Il grillino Primo Di Nicola vicepresidente della Vigilanza Rai: “Aspettiamo di vedere il contributo informativo del prof”.
Il Pd con Andrea Romano e Valeria Fedeli sono pronti a portare il caso in Vigilanza per avere spiegazioni “sul perché sia stato scelto il pifferaio di Putin”. Michele Anzaldi di Italia viva chiede a Fuortes lumi “su chi viene pagato, come viene scelto e criteri di stipula contratti”. Alberto Barachini, presidente della Vigilanza in quota FI, non vuole entrare nel caso specifico, ma manda a dire all’ad di Viale Mazzini che “con il Covid e con la guerra bisogna evitare di utilizzare risorse esterne e soprattutto si può fare a meno di creare il solito effetto spettacolarizzazione del dibattito”. E però ormai il caso è scoppiato. Ed ecco Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia ed ex grillino con voglia di origini: “Basta gogna per il prof, basta pensiero unico”. Massimiliano Capitanio della Lega fa un altro ragionamento. Questo: “Siamo contro ogni censura per quanto riguarda le opinioni, ma sta alla Rai vigilare affinché nelle trasmissioni pubbliche non ci siano posizioni di revisionismo e propaganda”. Per Fratelli d’Italia c’è la voce di Federico Mollicone. Eccola: “Ognuno può dire quello che crede ma non condivido il fatto che la Rai debba pagare Orsini: vale per lui e per tutti”. In serata Berlinguer difende il prof., fiera di averlo strappato alla tv commerciale: “Gli erano stati offerti numerosi e più cospicui contratti dalla concorrenza, ma ha scelto noi”. C’è da capire a questo punto cosa ne pensi Fuortes. Oggi è in programma il cda di Viale Mazzini. E qualcuno potrebbe porre la questione.