Festa del cinema di Roma
Ecco la nuova Festa del Cinema, più Rai e più Roma: sollievo nel Pd
Nonostante gli appelli di mezza Hollywood per salvarlo, Antonio Monda viene silurato dopo 7 anni alla guida della direzione artistica dell'evento. Al suo posto la vice di Rai Cinema Paola Malanga. Il presidente promette: "Farà come Thierry Frèmaux a Cannes"
“Quando ti ho chiamato due mesi fa eri direttore della cineteca di Bologna oggi sei il presidente della festa del cinema di Roma...”, Francesco Rutelli, capo di Anica, l'associazione di categoria che raggruppa gli esercenti cinematografici, sorride divertito. Al teatro Argentina di Roma va in scena “La fabbrica delle immagini non si ferma”, una giornata dedicata dell'industria del cinema dopo la pandemia. L'evento si svolge con un tempismo perfetto. Nella Capitale per il settore è un giorno importante. Si consuma il mondicidio, il siluramento di Antonio Monda che nelle ultime sette edizioni ha ospitato film che poi avrebbero vinto l'Oscar e star di calibro internazionale. In sala c'è anche la mano del metaforico assassino.
Quella di Gian Luca Farinelli, neo presidente della Festa e direttore della Cineteca di Bologna. Per l'occasione indossa giacca blu elettrico, cravatta arcobaleno e clarks nere. E' con lui che Rutelli parla sul palco ed è a lui che il Campidoglio ha affidato l' ingrato compito. Nelle ultime settimane, senza interruzione, sono arrivati le sollecitazioni di scrittori (Don De Lillo, Gay Talese), registi (Martin Scorsese, David Lynch, Wes Anderson, Paolo Sorrentino, Marco Bellocchio) e attori (Meryl Streep) per la conferma di Monda. L'ultimo, quello di Robert De Niro, è apparso ieri sull'inserto romano di Repubblica.
Non sono bastati. Farinelli, terminato l'incontro all'Argentina, ha riunito il cda della festa e sancito ufficialmente che la direzione sarà quella stabilita mesi fa da un post su Facebook di Fabia Bettini, sorella del guru dem Goffredo: un direttore donna per una festa che duri 365 giorni l'anno e coinvolga le sale. Al posto di Monda arriva la vicedirettrice di Rai Cinema e candidata di Dagospia Paola Malanga. Prossimo anno dunque niente Hollywood, il sindaco Gualtieri, in stile Boris, vuole un festival “più italiano” (speriamo non anche “a cazzo di cane”).
Intercettato dal Foglio durante l'evento all'Argentina Farinelli non ci sta a passare per la foglia di fico adoperata per annacquare una porcata: “A me la politica ha dato degli indirizzi come realizzarli e con chi l'ho deciso io. Ho stima di Monda, credo abbia diretto in maniera esemplare il festival, ma dal sindaco ho ricevuto il mandato per fare una festa diversa con una dimensione cittadina, prolungata tutto l’anno, molto più articolata nella città e in dialogo con il cinema italiano. Dunque c'era bisogno anche di una direzione diversa”. Quella di Malanga appunto.
“Paola – dice Farinelli - non ha mai diretto un festival, quindi capisco che ci possano essere degli elementi di perplessità. Ma anche quando Thierry Frèmaux fu chiamato a fare il direttore artistico di Cannes tutti ci chiedemmo chi fosse, poi ha dimostrato di essere il più bravo di tutti, penso che lei farà lo stesso: se oggi ci sono tanti giovani autori italiani di talento è anche grazie al suo lavoro a Rai Cinema”.
Alla fine nella galassia del centrosinistra romano sono tutti contenti. Rutelli non lo dice esplicitamente, ma da presidente dell'associazione di categoria che rappresenta le sale cinematografiche non può che essere compiaciuto da una festa di 365 giorni che coinvolgerà gli esercenti. Felice è sicuramente Goffredo Bettini che sulla polemica nomine si è dimesso dal Cda della festa. Come d'altronde sua sorella la cui linea è stata sposata quasi alla lettera. Zingaretti abbracciato da Farinelli, che seduto in prima fila, si alza e si fa mezzo teatro per andare ad abbracciarlo, sorride.