Draghi a Napoli, firmato patto da 1,2 miliardi: "Opportunità storica"
"Il programma di investimenti più significativo nella storia recente del Mezzogiorno", dice il premier firmando il patto insieme al sindaco Gaetano Manfredi
Il presidente del Consiglio Mario Draghi partecipa alla firma del "Patto per Napoli" con il sindaco della città Gaetano Manfredi. Ecco il discorso che ha tenuto questa mattina.
Sono molto felice di essere con voi, in un luogo così simbolico per la città.
In questa sala magnifica - dove un tempo sedevano i re angioini e oggi si riunisce il consiglio comunale - è passata la storia di Napoli e di tutto il Mezzogiorno.
Una storia che ha portato Napoli a essere nei secoli un punto di riferimento, non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo.
A Napoli fu istituita la prima cattedra di economia d’Europa, affidata a Antonio Genovesi.
La sua tradizione intellettuale e artistica va da Benedetto Croce a Matilde Serao, da Eduardo De Filippo a Paolo Sorrentino.
La nostra sfida è permettere a Napoli – e con Napoli, a tutto il Mezzogiorno – di mantenere la centralità che merita.
Ed è una sfida che deve unirci tutti: Governo centrale, enti territoriali, società civile.
L’occasione della mia visita è la firma del Patto per Napoli.
Voglio ringraziare il sottosegretario Garofoli, il sindaco Manfredi, e tutti coloro che hanno lavorato attivamente a questo accordo.
Con il Patto destiniamo al Comune di Napoli un miliardo e 231 milioni di euro in vent’anni.
Contribuiamo in modo significativo al risanamento dei conti del Comune e, come spiegato dal Sottosegretario Garofoli, leghiamo i pagamenti al conseguimento di alcuni obiettivi.
I Comuni sono al centro della prospettiva di sviluppo che abbiamo per l’Italia.
Il Governo vuole metterli in condizione di poter programmare con maggiore serenità la crescita delle loro comunità.
Il Patto per Napoli coincide con il programma di investimenti più significativo nella storia recente del Mezzogiorno.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina infatti circa il 40% delle sue risorse al Sud.
L’obiettivo del piano è colmare i divari territoriali, ormai insopportabili.
Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio.
Per far ripartire il processo di convergenza, fermo da quasi 50 anni, dobbiamo superare quegli ostacoli - finanziari, istituzionali, culturali - che hanno frenato Napoli e il Sud in questi decenni.
Dobbiamo ammettere l’esistenza di una “questione meridionale”, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni.
Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità.
Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese.
I punti di forza da cui ripartire sono molti.
Penso all’agroalimentare, al turismo e alla moda – le cui eccellenze sono il vanto di questa città.
Ma anche all’aerospazio, all’industria dell’automobile, al digitale.
Il polo universitario di San Giovanni a Teduccio, creato nel 2016 con il contributo decisivo dell’Università Federico II, ha permesso a tanti giovani di liberare il proprio talento.
Napoli sa dare il meglio di sé quando si apre al mondo.
Quando combina la sua centenaria tradizione alla curiosità e all’innovazione.
Il PNRR migliora la connettività di Napoli e di tutto il Sud.
Destiniamo 241 milioni di euro al Porto, di cui 150 milioni al prolungamento e al rafforzamento della diga Duca d’Aosta.
Completiamo le tratte ferroviarie ad alta velocità Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria.
Riduciamo di 80 minuti il tempo di percorrenza tra Salerno e Reggio Calabria e di un’ora e mezza la tratta da Napoli a Bari.
Impieghiamo 136 milioni nella Zona Economica Speciale della Campania per migliorare l’efficienza di porti e aree industriali.
Investiamo sul trasporto pubblico locale, per ridurre il traffico e migliorare la qualità dell’aria.
Solo il 10% dei cittadini meridionali usa il trasporto pubblico locale – circa la metà degli abitanti del Centro-Nord.
A Napoli, investiamo sulla metropolitana, sulla rete tranviaria, sugli autobus.
Sperimentiamo una nuova concezione di mobilità urbana, basata sulla sostenibilità e sulle tecnologie digitali.
Napoli si è classificata prima nella graduatoria dei progetti di mobilità sostenibile “MaaS”.
La città vuole essere protagonista del PNRR – e il governo intende sostenerla.
Napoli e la Campania sono conosciuti in tutto il mondo per lo straordinario patrimonio culturale, che comprende ben sei siti materiali considerati Patrimonio dell’Umanità.
Il PNRR prevede un importante intervento su Palazzo Fuga, il Real Albergo dei Poveri.
Si tratta di uno dei 14 investimenti strategici per recuperare complessi di elevato valore storico e architettonico che hanno bisogno di radicali azioni di tutela.
Al progetto di Napoli sono assegnati 100 milioni di euro che garantiscono la ristrutturazione del Palazzo dopo trent’anni di tentativi inefficaci.
Voglio ringraziare in particolare il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, per l’attenzione che dedica a questo e a tutti gli altri progetti.
Interveniamo anche per il miglioramento dell’edilizia residenziale pubblica.
A Ponticelli realizziamo il nuovo eco-quartiere con 104 nuovi edifici, e riqualifichiamo le aree verdi e i comuni del 'Lotto 10' in via Scarpetta.
Ristrutturiamo il Rione San Francesco nella zona di Capodichino.
Destiniamo 30 milioni a due progetti presentati dal Comune nei quartieri di Marianella e Chiaiano.
I finanziamenti pubblici sono una condizione necessaria, non sufficiente, per il rilancio del Sud.
Il PNRR richiede a tutti noi un salto di qualità nella gestione della spesa.
Il piano va completato entro il 2026.
Non possiamo lasciare che questi soldi vadano perduti o sprecati, come purtroppo è accaduto in passato ad altri fondi europei.
Dobbiamo poi saper investire su chi è stato lasciato ai margini della vita economica.
Mi riferisco in particolare alle donne e ai giovani, le cui difficoltà a trovare un lavoro ben pagato sono allo stesso tempo una causa e una conseguenza dei ritardi di crescita del Mezzogiorno.
Nel 2020, il tasso di occupazione delle donne in età lavorativa era di appena 35,1% al Sud, a fronte del 62% nel Centro-Nord.
Nel Mezzogiorno, il tasso di disoccupazione giovanile era del 35% – al Nord del 15%.
L’assenza di opportunità ha portato a un’emigrazione massiccia: si stima che, tra il 2002 e il 2020, oltre un milione di persone abbia lasciato il Sud, di cui circa il 30% laureate.
Il nostro impegno è promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, e dare ai giovani l’opportunità di coltivare i loro sogni nella propria terra, se lo desiderano.
Il PNRR incentiva le aziende che vogliono partecipare ai bandi a impiegare una quota significativa di giovani e donne.
È un primo segnale, a cui devono seguirne molti altri – dal settore pubblico e dal privato.
Il PNRR ci impone infine di difendere la cultura della legalità.
La città di Napoli ha saputo rispondere alla criminalità con progetti e idee.
Il Rione Sanità, che visiterò oggi, è il simbolo di una comunità che sa organizzarsi per togliere i ragazzi dalla strada, dare una speranza ai suoi giovani.
Il Governo non intende tollerare infiltrazioni mafiose nella gestione dei soldi del PNRR.
Voglio ringraziare la Guardia di Finanza, la magistratura e in particolare la Corte dei Conti per il lavoro che svolgono e continueranno a svolgere per il contrasto alle frodi.
Spendere bene e con onestà è un obbligo che abbiamo verso l’Europa, ma soprattutto verso i nostri cittadini.
Il PNRR è un’opportunità storica per affrontare molti dei problemi rimasti irrisolti nel Paese.
E di farlo a partire dalle richieste delle comunità, con soluzioni e proposte condivise.
Troppo spesso nella storia d’Italia, i cittadini hanno sentito le istituzioni lontane e hanno percepito i progetti di sviluppo – soprattutto quelli più imponenti - come imposti dall’alto.
Con il PNRR, riduciamo la distanza tra istituzioni e cittadini, e costruiamo insieme il futuro che vogliamo per la nostra collettività.
Per farlo, serve entusiasmo, ingegno, immaginazione.
La stessa materia di cui è fatta Napoli.
Grazie.