Putiniani nostrani

Le chat segrete dei leghisti filorussi: “Siamo 40 parlamentari”

E il deputato Marchetti prende le distanze: "Io dalla parte dell'Ucraina"

Simone Canettieri

Nei gruppi WhatsApp si condividono i link di Byoblu della propaganda russa e metodi per aggirare il presunto oscuramento del sito Sputnik, mentre per le notizie dal campo ci si riferisce al reporter in Donbass "per amore della libertà" Nicola Rangeloni

Sono le buche del loro dissenso. Trincee WhatsApp dove i deputati e i senatori leghisti condividono quella che chiamano “controinformazione rispetto al mainstream russofobo”. Le chat in questione sono almeno tre. E raccolgono i mugugni dei leghisti che sull’ “operazione militare speciale”, e quindi anche su Vladimir Putin, conservano la purezza delle origini (ben dettagliata dal “vecchio” Matteo Salvini).  Sono in tutto una quarantina i parlamentari della Lega che hanno una posizione critica nei confronti di Kyiv, della Nato,  delle sanzioni imposte a Mosca... Seguono l’invasione dell’Ucraina, che forse non considerano totale, condividendo i link della propaganda russa. Le notizie vengono dettate dal sito Sputnik che qui sarebbe oscurato, “ma con Firefox si apre”.


Nelle chat filoputiniste non può mancare “la libera informazione di  Byoblu”, già oracolo delle battaglie no vax e no green pass (i componenti di queste chat sono gli stessi che si opposero  alla dittatura sanitaria durante la pandemia). Per le notizie dal campo, invece, l’idolo da seguire è Nicola Rangeloni,  reporter in Donbass per amore della verità.  I nomi e le posizioni di Vito Comencini, Simone Pillon, Claudio Borghi, Alberto Bagnai. Stanno meno sotto i riflettori invece Guido De Martini, Paolo Tosato, Paolo Borchia, Riccardo Marchetti, Massimo Candura. E poi ci sono i membri del gruppo interparlamentare Italia-Russia-Bielorussia (presieduto dal capogruppo di FdI, Francesco Lollobrigida, dimissionario appena è scoppiata la guerra, ma poi rientrato in sella su richiesta di Pier Ferdinando Casini). In questo organismo che promuove l’amicizia fra i parlamenti dei tre paesi ecco spuntare, oltre a Comencini,  Domenico Furgiuele, ma anche Alessandro Pagano. Dunque vecchi e nuovi leghisti. L’elenco è ancora più lungo. Ma molti preferiscono evitare posizioni pubbliche. In ballo c’è la ricandidatura e Salvini sarà costretto a non fare sconti a nessuno per cercare di togliersi tutte le ombre di dosso. 

 

Riceviamo e pubblichiamo da Riccardo Augusto Marchetti:

“Sin dallo scoppio del conflitto ho condannato con fermezza l’invasione della Russia e, come Commissario della Lega nelle Marche, a pochi giorni dall’inizio della guerra, mi sono mobilitato per organizzare in tutto il territorio regionale una raccolta aiuti che, grazie all’Associazione Vigili del Fuoco in congedo di Ancona, sono stati già consegnati ai cittadini ucraini che non hanno lasciato la loro terra. Ed è tutto documentato con video e foto.  Senza alcun tipo di esitazione ho stigmatizzato a più riprese l’aggressione della Russia nei confronti di un popolo che si è trovato costretto a combattere per difendere un diritto che è inalienabile: la libertà. Né pubblicamente, e la mia pagina Facebook ne è testimonianza, né in privato, ho mai tentato di dissimulare la gravità dell’azione di Putin, per la quale non esiste alcuna giustificazione. Non sarò pertanto io ora a smentire le illazioni riportate da Il Foglio: sono i fatti stessi a smontare ogni accusa rivolta alla mia persona”.
 

 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.