Emiliano fa della Puglia il Donbas del Pd, Letta ha un problema
A Bari c'è tutta la spaccatura che si respira tra la segreteria nazionale dem e le sue articolazioni territoriali. E i tentativi di coalizione extra-large del presidente di regione non aiutano
Bari – Si litiga in Puglia, nel Pd, e si prova a far pace con un vassoio di panzerotti e focaccia e una inedita diarchia tra centralismo e localismo. Ma le distanze restano. Le scintille che brillano a Bari sono infatti la proiezione della dialettica tra il Nazareno e i territori: da un lato c’è la linea nazionale – proposta da Enrico Letta e declinata da Francesco Boccia, responsabile nazionale degli Enti locali – per un centrosinistra tradizionale fondato sui dem alleati di 5S e sinistre, e dall’altro c’è l’autonomismo irregolare della “coalizione dei pugliesi”.
Il governatore Michele Emiliano governa una coazione extralarge, nella quale i dem hanno portato solo un terzo dei voti, mentre il grosso dei consensi arriva da una galassia civica che va dal moderatismo postprodiano, a berlusconiani convertiti (come l’assessore alla Sanità Rocco Palese) alla destra eretica del sindaco di Nardò Pippi Mellone. Il conflitto è deflagrato sul caso Barletta, comune in passato guidato da Pasquale Cascella, già portavoce di Giorgio Napolitano con il centrosinistra tradizionale, e negli ultimi cinque anni amministrato da un sindaco socialista sostenuto da un pezzo di Pd e dalle destre sovraniste. La città della Disfida va ora al voto a giugno e Emiliano ha imposto la sua candidata, una ex dirigente comunale, Santa Scommegna, senza allargare la coalizione a vendoliani e grillini, ma contando sull’apporto dei civici trasformisti sodali del capogruppo regionale dem Filippo Caracciolo. Su questo schema si è lacerato il Pd pugliese e Boccia ha preso posizione scomunicando la manovra spregiudicata. Tutto qui? No. Il coordinatore della segreteria Marco Meloni ha stigmatizzato la procedura che ha portato all’incoronazione della candidata da parte dei dem. Ma non è cambiato nulla. E allora ne è nata una vera vertenza tra Roma e il Pd pugliese. Letta ha anche incontrato Michele Emiliano (dominus della coalizione, seppur non iscritto al Pd) a Roma, per riaffermare una sorta di centralismo democratico al passo con i tempi.
La linea, spiegata da Boccia, è stata questa: presentare “il campo largo progressista” in tutti i comuni capoluogo e questa disposizione doveva riguardare anche Barletta, mentre il segretario regionale pugliese, Marco Lacarra, ha pensato anche di offrire le sue dimissioni per pacificare le diatribe interne.Il governatore pugliese, invece, ha resistito rivendicando la specificità pugliese e la sua strategia che ha portato il centrosinistra a vincere ininterrottamente da quasi diciotto anni di fila nelle più importanti consultazioni amministrative e regionali. Il Nazareno aveva già pronto il commissariato del partito, con Francesco Boccia nominato in pectore, ma le rimostranze emilianiste hanno avuto effetto corroborate da sussulti territoriali che arrivavano da altri territori dem inquieti, la Sardegna e la Campania in primis. Nei giorni scorsi è stato anche a Bari per un incontro politico Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, ospite di una manifestazione emilianista, a riprova della rete di relazioni a dofesa dell’autonomismo pugliese. E così si è scelta una soluzione salomonica: confermato il deputato barese Marco Lacarra segretario regionale, mentre Boccia è stato indicato come “commissario ad acta” per il tesseramento dem e il congresso, le cui procedure sono state inficiate da una serie di ricorsi fin dal mese di novembre.
Boccia si è presentato con una stampella all’incontro a Bari con i media (infortunio muscolare rimediato a tennis) e mentre rivendicava la centralità del Pd e la necessità di scegliere i compagni di strada civici sulla base di una assonanza valoriale fondata su idee progressiste e socialiste, è comparso l’emilianista Lacarra con panzerotti e focaccia. E la pace gastronomica ha solo rimandato un conflitto dall’esito imprendibile, tra comunali e prossime politiche. E Barletta ha dato inizio alla Disfida della Puglia.