Così Savoini prometteva ai nazionalisti russi il sostegno contro l'America e l'Ucraina

Altro che denazificazione. Il fedelissimo di Salvini già nel 2014 garantiva: "I partiti più vicini alla Russia, in Europa, sono i partiti nazionalisti. Non dico fascisti, ma quasi"

Enrico Cicchetti e Valerio Valentini

“All'Europa non interessa niente dell'Ucraina”. Gli americani e la Germania vogliono “mettere le basi Nato in Ucraina, vogliono circondare la Russia e i nostri governi sono schiavi degli interessi americani”. E i “partiti nazionalisti, non dico fascisti, ma quasi”, guardano con grande interesse alla Russia “perché capiscono che l'America è il male assoluto" e al presidente Putin "perché ha detto che vuole, come noi, difendere identità e tradizioni”.

     
Era il 27 aprile 2014 e a parlare così, in un soleggiata San Pietroburgo, tra bandiere russe e nastri di San Giorgio, era Gianluca Savoini, fondatore dell'associazione culturale Lombardia-Russia, all'epoca consigliere di Matteo Salvini per la Russia e suo portavoce. Savoini accompagnò il leader della Lega in numerosi viaggi a Mosca ed è stato considerato a lungo l'uomo-cerniera tra via Bellerio e il Cremlino. Indagato nel 2019 per corruzione internazionale nel cosiddetto “caso Moscopoli” (i termini delle indagini sono scaduti a novembre), pochi giorni fa è stato scaricato anche dal Consiglio regionale della Lombardia, che l'ha invitato – proprio a causa delle sue posizioni russofile – a dimettersi da vicepresidente del Corecom, l'organismo indipendente che svolge funzioni di governo, di garanzia e di controllo in tema di comunicazioni. 

    

Un manifestante nazionalista russo chiede a Savoini se Europa e Russia combatteranno su campi diversi o se invece ci sarà l'opportunità di unirsi contro l'America, nel caso Washinton dia inizio alla Terza guerra mondiale. “Io sono convinto che la nuova Europa guarderà con grande interesse alla Russia e le elezioni del 25 maggio daranno un grande risultato ai partiti identitari, che non vogliono più il dominio americano sull'Europa”, risponde Savoini, riferendosi alle europee del 2014, che videro invece in Italia la vittoria del Partito Democratico guidato dall'allora premier Matteo Renzi, con il 40,81 per cento dei voti, il miglior risultato mai ottenuto dal partito. “Il problema è che i tedeschi fanno l'interesse loro e degli americani, non dell'Europa”, sostiene ancora Savoini.
  
“Paradossalmente – aggiunge il leghista – i partiti più vicini alla Russia sono quelli nazionalisti, non dico fascisti ma quasi: perché capiscono che l'America è il male assoluto e guardano alla Russia e al presidente Putin con grande interesse perché ha detto che vuole, come noi, difendere identità e tradizioni”.
  
La propaganda del Cremlino sostiene – e l'abbiamo risentito molte volte in questi giorni di guerra in Ucraina – che la rivoluzione arancione e le proteste di Euromaidan fossero un colpo di stato architettato dagli americani. I manifesatnti di San Pietroburo chiedono allora a Savoini se in Europa sappiamo che in quei fatti c'entrano gli Stati Uniti e se abbiamo un'immagine negativa del loro intervento a Kyiv. “Assolutamente sì”, ribatte lui, sposando la tesi del Cremlino, che all'epoca aveva già invaso la Crimea (l'occupazione della penisola è iniziata il 20 febbraio 2014). “Sono anni che gli Stati uniti danno un'immagine negativa: Iraq, Afghanistan, Siria. Gli europei sono contenti di Putin che ha fermato la guerra in Siria. Solo quel porco di Holland, francese bastardo, era a favore dell'attacco contro la Siria. Noi e i tedeschi no. Se la Germania si liberasse dall'influenza americana sarebbe un grande alleato della Russia, anche per il ruolo del vecchio cancelliere Schroeder, direttore generale del gasdotto Gazprom. La Germania ha interessi commerciali, industriali ma anche credo culturali con la Russia: non bisogna più dividersi”.

 

Con un significativo giro di parole, un'interlocutore chiede a Savoini se in Europa sappiamo che la Russia “è stata forzata a fare cose” in Ucraina. Insomma, se giustifichiamo l'invasione della Crimea. “All'Europa non interessa niente dell'Ucraina. Sono stati gli americani e la Germania, per mettere basi Nato in Ucraina, vogliono circondare la Russia e i nostri governi sono schiavi degli interessi americani”, taglia corto Savoini, rilanciando un'altra delle tesi del Cremlino, quella dell'accerchiamento occidentale.

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