Casa Chigi
Draghi e le coccole a Berlusconi: "Se ci fosse lui". L'obiettivo del Cav. è la riforma della giustizia
"Salvini e Conte non cercano la soluzione ma il precipizio. E' come ne Il Sorpasso. Sono i nostri Bruno Cortona”.
Il premier si attende ormai l'incidente parlamentare da parte di Salvini e Conte sulla delega fiscale. Si guarda a Berlusconi che in segreto dice: "Dopo Draghi, ci sarà Draghi"
Roma. E’ la ditta “infranti muratori”, Conte&Salvini demolizioni speciali, ruspa e acqua di colonia. Sfasciano l’appartamento Chigi ma affiggono l’avviso: “Fidatevi, grazie a noi, le vostre case saranno al sicuro”. L’unico che può puntellare l’edificio è Berlusconi. Draghi lo ha chiamato per dirgli che nessuno “vuole aumentare le tasse sulla casa. Non mento”. Al governo sono certi: “Salvini e Conte non cercano la soluzione ma il precipizio. E’ come ne Il Sorpasso. Sono i nostri Bruno Cortona”.
A Palazzo Chigi dicono che si sente la sua mancanza, che “Berlusconi resta gigantesco” e che “maledetto Quirinale”, se “solo potessimo trattare con lui. Paghiamo la sua assenza”. L’incontro tra Draghi e i leader del centrodestra di governo, Matteo Salvini e Antonio Tajani è previsto per martedì. Berlusconi probabilmente non ci sarà. Lega e Fi continuano a ripetere che devono scongiurare la stangata immaginaria. Salvini ha fatto già sapere che non voterà la delega fiscale in Aula “ma di questo ne parlerò con Draghi”.
C’è chi porta i pasticcini e poi c’è lui, il postino che porta raccomandate di dimissioni. E’ il “c’è crisi per te”. Ogni volta che al governo leggono le sue agenzie, che si aggiungono alle veline della casalanitja di Conte (adesso è definito “lo scostato”) si guardano come i personaggi della corsia n° 6 di Cechov. E’ il racconto di un medico in un manicomio. Provava in tutti i modi a immedesimarsi e ad ascoltare i dolori del paziente. Finisce con il medico che impazzisce a sua volta. Hanno frastornato pure i tecnici del Mef.
Si racconta che i lottatori di fisco della Lega, Bitonci e Gusmeroli, sono così avanti nelle speculazioni interstellari che nessun economista, in discrete condizioni di salute, riesce a stargli dietro. E’ come in medicina con le varianti dei virus, postulano scenari che la scienza economica degli ultimi secoli non ha mai esaminato. Non va dimenticato che l’ossessione è un castello inespugnabile. C’è una frase che gira tra gli uffici di Draghi e riguarda la delega fiscale: “A un problema strumentale si troverà una soluzione strumentale”.
Quando hanno provato a comprendere le ragioni, ad andare più a fondo, gli specialisti che lavorano nell’ambulatorio Draghi avrebbero spiegato che Salvini ha un problema serio con gli immobili: “Il suo è più piccolo”. E’ tormentato da Giorgia Meloni e non sopporta i sondaggi catastali. Pochi lo sanno ma i loro uffici parlamentari sono simili. Lo studio di Salvini è all’ultimo piano di San Luigi dei Francesi, al Senato, mentre lo studio della Meloni, è sempre all’ultimo piano, ma della Camera. Sembrano degli attici. Quello di Salvini, con tutti i rosari appesi alla trave, è modello “cappella di Medjugorje”. Chi è entrato in entrambi garantisce che quello della Meloni non è solo arredato con più stile ma è perfino più ampio. E’ in vantaggio anche sui metri quadrati.
Adesso è chiaro perché si guarda a Berlusconi? C’è un rapporto che andrebbe meglio approfondito. E’ la conflittualità dei distanti vicini, l’inimicizia ma con stima. Berlusconi è del parere “che Draghi continui a non mostrargli gratitudine”. Draghi crede che “Berlusconi sia l’inevitabile italiano, una figura imprescindibile”, ma non è la sua tazza di tè, l’amico dalla tenera conversazione. Quando si sono confrontati sulla delega fiscale Berlusconi ha detto a Draghi: “Io passerò alla storia per quello che ha abolito l’Imu. Non posso rinunciare a questa battaglia”. E l’altro: “Spiegami cosa non va. Ho sempre ascoltato”.
E’ sicuro Salvini che Berlusconi farebbe cadere il governo sulla casa? Si vede che lui ha solo guidato ruspe. Berlusconi che ha costruito davvero edifici è pur sempre di gru. Dovrebbe cominciare a credere che forse lo stia mettendo nel sacco, un’altra volta ancora. Per Forza Italia è sicuramente più identitaria la riforma della giustizia e Draghi non vuole chiedere a Federico D’Incà, il ministro cireneo, l’uomo che si divide la croce con il premier, di porre la questione di fiducia.
Ecco perché il Cav. è sempre il laterale ma centrale. E’ il sonnambulo sveglio. Incorona Salvini leader del centrodestra, nel suo quasi matrimonio, ma poi dice agli amici interi: “Questo sistema non permetterà alle prossime elezioni di avere una maggioranza. Dopo Draghi ci sarà ancora Draghi”. Berlusconi le case non le sfascia semmai ne compra di nuove. Se citofonano, non aprite. E’ la ditta “Conte&Salvini, demolizioni speciali”. Dicono che vogliono ristrutturare casa ma in realtà le allagano.