silenzio a sinistra
Lo strano caso del putiniano bulgaro ospite dei Giovani dem
Dimitar Mitev ha partecipato al Comitato dell'Internazionale giovani socialisti, organizzato a Genova, dove ha sfoggiato la Z dell'esercito di Mosca ed è riuscito ad avvicinare anche il ministro Orlando. Sui suoi profili alimenta da settimane la propaganda russa. E di Zelensky dice: "E' un drogato"
Un socialista bulgaro che sostiene l’invasione russa in Ucraina, sfoggia magliette con la Z dell’esercito putiniano e considera Zelensky “un drogato” che ha ucciso 12 mila persone tra Donetsk e Lugansk è stato a Genova ospite dei Giovani democratici, l’organizzazione giovanile del Pd. Che, nonostante fosse stata avvertita della sua presenza, ha preferito non fare alcunché per allontanarlo. E’ successo tra l’8 e il 9 aprile scorsi. Quando nel capoluogo ligure si è tenuto un Comitato dell’Internazionale dei giovani socialisti. Una riunione tenuta in presenza per la prima volta dopo più di due anni, a cui hanno preso parte delegati da tutta Europa. E organizzata anche per discutere della guerra in Ucraina ed esprimere solidarietà e supporto ai rappresentanti di Kyiv.
Della delegazione bulgara faceva parte Dimitar Mitev, segretario del partito socialdemocratico Bgds. Sul suo profilo ci sono varie foto scattate con alcuni dei partecipanti al Comitato dei giovani democratici. In primis, lo ritroviamo in compagnia del ministro del Lavoro Andrea Orlando e con l’eurodeputato dem Brando Benifei. Ma basta leggere il resoconto della due giorni per accorgerci che c’è qualcosa di strano: Mitev su Facebook scrive che “i rappresentanti della socialdemocrazia bulgara hanno dichiarato che era inadeguato per le organizzazioni giovanili di sinistra e progressiste sostenere un regime nazionalista estremo” che “massacra il proprio popolo, discrimina e abusa delle etnie fuori dall’Ucraina, erige monumenti ai criminali di guerra della Seconda guerra mondiale”. Continuando a dragare sul suo profilo è possibile farsi un’idea ancor più chiara sul personaggio: sempre a Genova lo si vede posare davanti al monumento dedicato a Cristoforo Colombo indossando una maglia su cui è stampata una grossa Z bianca. Un equivoco? Non proprio. Perché più si prosegue nell’indagine, più emergono dettagli inquietanti.
L’8 marzo Mitev pubblica sul suo profilo una Z stilizzata, scelta dall’esercito di Putin come emblema dell’operazione per “denazificare l’Ucraina”, come da storytelling del Cremlino. I suoi contatti gli fanno notare la distruzione russa, i video dei missili che colpiscono civili inermi. Ma lui non arretra di un centimetro. Ad alcuni ucraini risponde: “Se fossi in voi eliminerei il comico. Vuole violare tutti gli accordi sottoscritti dopo la Seconda guerra mondiale. Ha ucciso più di 12mila persone tra Donbas e Lugansk. Non lo potevate fermare prima?”. E sempre riferendosi al presidente Zelensky lo etichetta come “un drogato”. Ricalcando in pieno la propaganda di Vladimir Putin.
Di fatto, tutto il suo profilo è infarcito di post e commenti che additano la responsabilità degli eccidi e della guerra all’Ucraina. Una stonatura (visto che, come abbiamo detto, la maglietta con la Z è stata sfoggiata anche per le strade di Genova) di cui si sono accorti due delegati della Federazione giovani socialisti italiana. Che hanno denunciato il fatto leggendo un comunicato all’inizio dei lavori del Comitato, venerdì 8 aprile. “Se un fascista prenderà parte a questi incontri, noi non lo faremo. E chiediamo a ogni delegazione di lasciare la seduta finché saranno presenti supporter di aggressioni militari, dittature e crimini di guerra. Non possiamo accettare l’incoerenza di avere una commemorazione in solidarietà dell’Ucraina, mentre sediamo accanto e mangiamo con un fiero sostenitore di un criminale di guerra”, hanno letto davanti a tutti.
Risultato? Nessuno ha preso provvedimenti perché Mitev fosse allontanato dall’incontro, così il giovane putiniano bulgaro è stato in grado di avvicinare parlamentari, ministri, e addirittura partecipare, fino al pomeriggio del 9 aprile, a video collegamenti con Bucha. Lo si vede persino posare nelle foto di gruppo diffuse sui social dei Giovani Democratici al termine degli incontri. Sempre nel suo racconto fatto su Facebook al termine della due giorni genovese Mitev dice di sperare “vivamente che un giorno venga condotto un nuovo ‘Processo di Norimberga’ sul conflitto in Ucraina per mostrare al mondo la verità di quanto accaduto durante quel conflitto”. Anche perché secondo lui “è evidente che la propaganda e l’influenza delle fake news nell’Europa occidentale hanno raggiunto livelli incredibili”. Nessuno tra i giovani dem italiani ha pensato di dissociarsi.