L'intervista
“Fanatismo delirante contro i termovalorizzatori”. Parla Pizzarotti
Il sindaco di Parma è stato il primo eletto con il M5s ad approvare un inceneritore. Oggi guardando a Roma dice: "Spesso l'ideologia offusca la realtà"
“La situazione romana rispetto alla nostra di allora è molto diversa. Da noi si potevano avere dei dubbi, nella Capitale non c’erano oggettivamente alternative, complimenti a Gualtieri per aver avuto il coraggio di dirlo”. Per Federico Pizzarotti, sindaco di Parma e avanguardista della dissidenza grillina, la scelta dell’ex ministro dell’Economia di dotare la Capitale di un nuovo termovalorizzatore da 600mila tonnellate è un tuffo nel passato. L’inceneritore di Parma, che tratta ogni anno più di 120mila tonnellate di rifiuti, versando oltre 600mila euro nelle casse del comune e fornendo energia per il riscaldamento, fu il termovalorizzatore primigenio. Il simbolo potentissimo della realtà che, con disinvoltura, supera a destra l’ideologia. Nel 2012 Pizzarotti fu il primo candidato del M5s a vincere in una città importante. Lo slogan di allora era “No Iren”. Nel senso dell’impianto che la multiutility avrebbe poi realizzato. Arrivato al Palazzo del Comune Pizzarotti si rese conto subito che non poteva essere fermato. Con pragmatismo, dunque, accettò la sfida. Ne nacque una sommossa interna che spinse il sindaco ad abbandonare il Movimento per abbracciare la complessità dell’amministrazione.
La cosa ha pagato e nel 2017 Pizzarotti è stato rieletto con la sua lista civica, scalzando senza alcuna difficoltà i grillini. “Eppure – dice – noi avevamo dei dubbi molto più seri di quelli che oggi nutrono coloro che non vogliono l’inceneritore a Roma. L’Emilia Romagna aveva allora sette impianti, era autosufficiente, era una questione numerica, non ideologica. Il termovalorizzatore comunque non ha mai creato problemi, non ha un impatto ambientale negativo e, anzi, contribuisce a produrre calore per il funzionamento del teleriscaldamento della città”. Una situazione molto diversa da quella della Capitale. “Roma e il Lazio invece sono completamente incapaci di gestire i loro rifiuti, l’impianto è fondamentale”, sostiene il sindaco di Parma. “Purtroppo è difficile spiegare che i camion che partono da Roma e vanno in giro per l’Italia a buttare la spazzatura hanno un impatto ambientale molto più grande di un impianto di prossimità”.
Dalla sinistra interna, fino alla Cgil, infatti, è partito il fuoco di fila contro il sindaco di Roma. Lo accusano di aver smentito il suo programma e, addirittura, che “incenerire è di destra”. “Ma come si fa a dire una cosa del genere?”, si chiede il Pizzarotti. “Purtroppo spesso l’ideologia offusca la realtà. Forse Gualtieri è stato un po’ avventato in campagna elettorale a dire che non sarebbe servito un termovalorizzatore, ma non c’è dubbio che ha fatto bene a cambiare idea. Lo scenario agli occhi di tutta Italia era chiaro: Roma senza impianti è in continua emergenza rifiuti”. Eppure come ricorda la grillina Roberta Lombardi, oggi assessora alla Transizione ecologica nella giunta rossogialla della Regione Lazio, i termovalorizzatori non sono previsti dal piano rifiuti. “Purtroppo – dice il sindaco – Zingaretti ha voluto inseguire Virginia Raggi che sosteneva che gli impianti non servissero, il presidente ha voluto non essere da meno. Un grave errore. Un classico posizionamento ideologico insostenibile. Una può avere le convinzioni che vuole, ma prima si deve sempre confrontare con la realtà e con i numeri”. Quelli romani, lo ha spiegato bene Gualtieri, non lasciano spazio a dubbi. Anche con un livello di differenziata al 70 per cento (lontano anni luce dall’attuale 45) Roma avrebbe ogni anno 630mila tonnellate di indifferenziata da trattare. Meno della capienza del grande inceneritore annunciato negli scorsi giorni, che, in alternativa, finirebbero in discarica. Nonostante questo ieri l’ex sindaca Raggi ha guidato l’occupazione grillina dell’Aula Giulio Cesare sotto un grande striscione. “No inceneritore”. “Non mi stupisce”, dice Pizzarotti. “Nel M5s continua a regnare un fanatismo delirante. Quello che si può riciclare va recuperato, il termovalorizzatore serve per togliere ciò che rimane e che Roma ha invece buttato per anni tal quale in discarica, una soluzione indecente”.