Conte sabota Draghi
Il governo approva gli aiuti su bollette e imprese. Rottura con Conte
I ministri del M5s si sono astenuti in Consiglio dei ministri sul provvedimento dell'esecutivo. Per fare uno sgarbo al sindaco di Roma, hanno praticato l’Aventino
Volevano buttare 14 miliardi di euro nella monnezza. Hanno detto “no” per un termovalorizzatore. I ministri del M5s si sono astenuti in Cdm su provvedimenti di governo che valgono quasi una manovra finanziaria. Per fare uno sgarbo al sindaco di Roma, hanno praticato l’Aventino. Sui poteri da consegnare a Roberto Gualtieri c’è stata, per dirla alla Giuseppe Conte, “un’esgalescion”. I suoi ministri chiedevano di ritagliare il decreto energia, di adulterarlo come si fa con ill vino. Ci hanno provato. Mario Draghi si è opposto. Tra le misure confermate: ancora tagli sulle accise, bonus, una tantum di 200 euro a lavoratori e pensionati.
Per fare bene tutto ne ha fatti due. E’ stata la giornata omnibus del governo, il giorno del bis Cdm, della “doppia portata”. Mario Draghi ha convocato due Consigli dei ministri a distanza di poche ore. Di mattina sono state approvate le “misure urgenti in materia di accise e Iva sui carburanti”. Di pomeriggio si passava ai sostegni per famiglie e imprese. Due cabine di regia, e poi discussioni su come rendere retroattivo il bonus energetico. Alla fine i “saldi” sulla benzina, lo sconto sui prezzi, vengono prorogati fino all’8 luglio. Daniele Franco trova ancora risorse per famiglie e imprese: giù le bollette. Continua il prelievo sugli extraprofitti della società energetiche. Più credito di imposta per le imprese a forte consumo di gas. Il ministro Roberto Cingolani, con il suo piano gas, accelera sui rigassificatori: il primo deve entrare a regime già dal gennaio 2023. La scelta è tra Piombino e Ravenna, più sicura Ravenna. Le società agricole potranno vendere energia rinnovabile. Significa più pannelli fotovoltaici. Giancarlo Giorgetti ottiene la via preferenziale per gli investimenti strategici che superano i 50 milioni di euro. E’ la norma perché non si ripetano più i casi Catalent, la fuga degli investimenti della grande società. La sorpresa è stata tuttavia il bonus una tantum, il bonus sociale che non è il gagliardetto del M5s. Si tratta di 200 euro per lavoratori e pensionati che fino a quando si scrive viene data per confermato. E’ una richiesta del ministro del Lavoro, Andrea Orlando e del Pd. Questa volta il sorpasso al M5s lo hanno compiuto loro. Giuseppe Conte, mister “esgalescion”, ha incassato e rilanciato e per rappresaglia ha chiesto ai suoi ministri di astenersi sul decreto energia, il decreto che permette a Gualtieri di realizzarlo. Gli sono rimaste solo le armi (spuntate) che non vuole mandare alla resistenza Ucraina e la lotta “egemonica” contro il Pd. Non è stata per lui una bella giornata. Ha lavorato per rovinare anche la sera. Era stato costretto a dire che “il caro benzina non può essere a carico delle famiglie. Il governo ha fatto bene”. Dirlo gli è costato molto. Poi ha lanciato lo stinger di sera.
Per colpa sua si è trascurato un altro importante protagonista che per emularlo sta rilanciando. Si tratta di Matteo Salvini. E’ convinto che nel suo corpo si siano reincarnati le anime di San Francesco e Gaetano Salvemini. Ieri ha difeso l’intervista al numero due di Putin, Sergei Lavrov, trasmessa sulle reti Mediaset perché “un conto è criticare, duramente e giustamente, le dichiarazioni di un ministro straniero come Lavrov. Altro conto è attaccare una grande e libera televisione nazionale”. Attenzione, c’è molto di più dietro a quella dichiarazione. Vuole andare a Mosca. Davvero, e non è un’indiscrezione. Ha già programmato il viaggio. Lo vuole fare nelle prossime settimane e lo avrebbe anche fatto sapere a Palazzo Chigi. Quando lo hanno sentito stavano per perdere i sensi. Si è messo in testa che “può andare a portare la pace e dialogare con Putin”. Quando Mario Draghi ha iniziato la conferenza aveva nella testa il viaggio di oggi a Strasburgo. Parlerà al Parlamento europeo. Ieri era la sua “prima volta” dopo il Covid. Lo attendono gli irenisti come Salvini, i forza monezza come Conte. Insomma, una “esgalescion”