Il duello
Draghi vuole smontare il Superbonus di Conte. Si teme "l'esgalescion" di governo
Il racconto del viaggio mancato di Salvini a Mosca
Il premier parlando al Parlamento europeo replica sulla misura bandiera dei grillini A Palazzo Chigi si lavora per sostituirla. Il M5s si oppone. Dietro la sfida del presidente del Consiglio il fastidio nei confronti del leader pentastellato
Ha sfasciato (ancora) il Superbonus edilizio, la penicillina di Giuseppe Conte, chiesto la revisione dei trattati europei (“inadeguati”) e ripetuto che non ci può essere equivalenza tra “chi aggredisce e chi resiste”. Mario Draghi ha parlato al Parlamento europeo, mentre in Italia si gioca a “politici senza frontiere”. Uno, Conte, sogna di alzare la quota di “monnezza minima”, l’altro, Matteo Salvini, crede sul serio di convertire Putin. Il primo, si è schierato contro la “pratica dell’incenerimento”, il secondo era pronto a volare a Mosca. Non è vero che non è mai stata sua intenzione andarci. La fortuna è che per una volta ha fatto le cose per bene. Dunque male. La notizia si è diffusa perché aveva avvisato la diplomazia internazionale. A Palazzo Chigi gli hanno spiegato che il suo gesto equivaleva “a mettersi fuori dal governo”.
Avete capito cosa aveva in mente Matteo Salvini fino all’altra sera, prima che gli uomini di Draghi e il suo ministro Giancarlo Giorgetti gli spiegassero che le “relazioni diplomatiche internazionali richiedono grande prudenza e vadano coordinate con il governo”? A furia di leggere la Lettera agli Efesini si è convinto di essere il nuovo nunzio apostolico di Papa Francesco, il “monsignore Matteo Gallagher”.
I segnali c’erano tutti. Da giorni, a ogni dichiarazione, in coda, aggiungeva “e poi sono pronto ad andare a Mosca se serve per la pace”. E tutti sorridevano. Lui: “Ma io sono pronto”. Purtroppo pianificava pure. Si racconta che dietro a questo suo viaggio in Terra diabolica, questo Sconcilio di Mosca (che poi a dirla tutta neppure viene ricevuto. Imbucato!) ci sia la solita Francesca Immacolata Chaouqui.
Chi gli vuole bene dovrebbe dirgli che frequentando figure come Savoini, Chaouqui, non si guadagna la legion d’onore, ma solo la spilla di bidone della Brianza. Non serve avere Kissinger al proprio fianco, basterebbe che Salvini spedisse un sms ai suoi iscritti per conoscere l’opinione che hanno della sua politica estera. Quando a qualsiasi leghista viene chiesto un giudizio sulle missioni all’estero del segretario rispondono tutti con lo stesso emoticon whatsapp. E’ quello dell’omino che si mette la mano sulla testa. Per gli analogici: significa “per carità”; “non parliamone”.
Deve insomma ringraziare il cordone sanitario che al governo hanno organizzato per proteggerlo da se stesso e anziché continuare a parlare del caro energia, Salvini potrebbe andare a Treviso a complimentarsi con il suo sindaco, Mario Conte. E’ riuscito a inserire direttamente in bolletta, grazie alla sua amministrazione virtuosa (leghista) un’agevolazione Covid. Quasi trenta euro ogni cento euro di energia consumata. A favore di Salvini c’è da riconoscere che quantomeno non minaccia di incatenarsi come ha promesso di fare Conte: “Sono pronto se non viene approvato il salario minimo”. Si attende di sapere quale disobbedienza praticherà sul Superbonus.
A Strasburgo, nelle repliche ai parlamentari, Draghi, forte di quanto aveva già dichiarato (“Intorno al Superbonus è stata organizzata la più grande truffa della storia della repubblica”) ha infatti ribadito che sulla misura “non siamo d’accordo”. Gli uffici di Palazzo Chigi stanno lavorando per smantellarlo. Draghi si è stancato di Conte, il “mister esgalescion”. In conferenza stampa, dopo il Cdm del mancato voto M5s sul dl Aiuti, non gli ha riconosciuto neppur lo status di leader belligerante. Lo ha canzonato con “siamo un pochino dispiaciuti”.
Quando gli chiedono delle armi pesanti da mandare all’Ucraina, a cui si oppone l’avvocato, presidente nazionale, superiore, del M5s, Draghi lo cataloga come i seccatori che stanno all’angolo della strada, quelli “scusi, ma ci ha mica una sigaretta?”. A precisa domanda rivolta al governo sulla parola “esgalescion”, altro fenomeno che genera storture come il Superbonus l’osservazione è che “è impossibile fermarla”. Anche ieri per difendere il Superbonus che parola ha utilizzato il M5s? Questa la nota: “C’è una esgalescion dei costi del settore”. I tecnici garantiscono che l’esgalescion è esponenziale. E’ come la stronzata.
La prossima Commissione