ministri in orbita
Lo spazio conteso tra Colao e Guerini
Il titolare della Transizione digitale disegna il nuovo dipartimento aerospaziale. Tensioni con l'ufficio del consigliere militare di Draghi. Un nuovo dominio bellico, dentro e fuori il governo
L’incomprensione s’è risolta nel più italiano dei modi, e cioè con l’aggiunta di un comma. E però, se alla fine lo scambio di battute tra Lorenzo Guerini e Vittorio Colao, a margine del Cdm di lunedì scorso, s’è risolto così, senza grandi tensioni, è proprio perché il ministero della Difesa ha ottenuto le sue tre righe. Non negoziava solo per sé, Guerini. Perché in effetti, a risentirsi per i connotati del costituendo dipartimento per le politiche spaziali erano stati soprattutto gli uffici del consigliere militare della presidenza del Consiglio, quelli che fanno capo al generale Francesco De Leverano. Non era piaciuta la determinazione con cui Colao, titolare della Transizione digitale a cui Mario Draghi ha assegnato le deleghe sullo spazio, s’è subito per dare forma e sostanza a una struttura che verrà incardinata a Palazzo Chigi, con tre dirigenti e cinque esperti di corredo, e che però formalmente verrà distaccata dalle competenze del consigliere militare. Il tutto, proprio mentre la guerra di Putin riafferma l’urgenza di rafforzare le forze italiane sul nuovo dominio bellico, quello che viaggia in orbita. E insomma è servito ribadire, al comma 1 dell’articolo 31 del decreto, che sono “fatte salve le competenze del Ministero della difesa in materia di difesa nazionale” eccetera eccetera. Banale, ma non troppo, forse.