Il caso

Minacce a Sangiuliano? La stella delle Br nell'ascensore del Tg2 sta lì da anni

Simone Canettieri

Il caso è scoppiato dopo le polemiche per la presenza del direttore alla convention di Giorgia Meloni. Ma, come dimostrano i selfie delle giornaliste, il simbolo dei brigatisti stava lì almeno dal dicembre 2019

La stella a cinque punte, simbolo delle Br, c'è da almeno un paio d'anni nell'ascensore del Tg2 a Saxa Rubra. Lo dimostrano i selfie che le giornaliste si scattano davanti allo specchio e che poi finiscono su Instagram. Ma il caso è diventato politico e di dominio pubblico solo tre giorni fa, dopo la denuncia di un redattore del Tg2.  E' subito è stato letto dalla politica italiana come una "minaccia" a Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, finito nelle polemiche per aver partecipato lo scorso 29 aprile alla convention di Fratelli d'Italia a Milano. Parlando dal palco dell'iniziativa di Giorgia Meloni, nonostante i diversi accordi presi con la direzione generale di Viale Mazzini (aveva avuto l'autorizzazione solo per un'intervista). Ma tant'è.  Dopo giorni di bufera, è scoppiato il caso Br nell'ascensore. Tuttavia qualcosa non torna.

 

   

Maria Leitner, conduttrice del Tg2, è solita postare su Instagram un autoscatto "dal suo ascensore preferito". E, come dimostrano le foto pubblicate dalla giornalista sul suo profilo, la stella a cinque punte sta lì da settimane, anzi mesi. O forse anni. Proprio sotto l'adesivo della società che si occupa di manutenzione. C'è il 17 febbrario, ma anche il 5 marzo. Ma andando a ritroso si scopre che fosse già lì il 5 dicembre 2019. 

 

  

 

Ma c'è di più. Il messaggio barbaro di intidimidazione a Sangiuliano (stigmatizzato da tutta la politica italiana: ministri, leader politici, alte cariche dello stato) campeggiava nell'ascensore del Tg2 da più di un anno. Come si vede dal selfie di un'altra giornalista, Manuela Moreno, del 23 aprile 2021. Cerca già nel dicembre 2019, sempe nello stesso ascensore, spuntava la stella a cinque punto.  

Sul caso indagano la Procura e la Digos.

  

 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.