Enrico Letta e Giuseppe Conte (LaPresse)

passeggiate romane

Ucraina e legge elettorale: Letta respinge l'offensiva Pd-M5s

Il segretario dem sa che non può abbassare la guardia, ma finché il Pd continuerà ad andare bene nei sondaggi i problemi interni non si affacceranno e che sul conflitto può contare sull’appoggio di Luigi Di Maio

Enrico Letta sta riuscendo a resistere a tutte le pressioni che vengono dal suo partito e dallo scomodo alleato 5 stelle. Ma quali sono le offensive a cui il leader del Pd sta resistendo? Sono essenzialmente due. La prima è quella sulla guerra. Da un lato infatti c’è Giuseppe Conte che, spinto anche da Beppe Grillo, cannoneggia ogni giorno sul governo vestendo i panni del pacifista. Dall’altra ci sono i dem di cui quasi la metà vive con sofferenza la decisa linea atlantista che il segretario ha impresso al partito. La sinistra interna, ma anche l’ala cattolica del Partito democratico vogliono battere maggiormente il tasto della pace. Anche nell’elettorato, stando a sondaggi, ci sono molte perplessità e obiezioni  vengono sollevate anche da alcuni ambienti da sempre “fiancheggiatori” del Pd. Basti pensare, a questo proposito, all’intervista rilasciata al Corriere della Sera da Carlo De Benedetti. Perciò Letta deve stare sempre attento a calibrare le sue mosse. E c’è da dire che finora il leader dem si è destreggiato molto bene. La parola pace ricorre più volte nei suoi discorsi, come più volte viene ribadita la necessità di un’iniziativa europea. Così Letta finora è riuscito a rintuzzare sia Conte sia i malpancisti del suo partito.  Il primo, dimostrando come un ex premier non può giocare la carta del pacifismo senza se e senza ma, i secondi dando loro l’impressione che il capo non ha l’elmetto in testa e che non asseconda pedissequamente la linea di Mario Draghi.  C’è forse da dire che Letta è  riuscito anche troppo bene nel suo intento. E infatti le sue parole a un certo punto sono state lette, da alcuni giornali (per esempio, Repubblica) come una sorta di piccola retromarcia sul conflitto. Ovviamente così non era e Letta ha dovuto dare un’intervista al concorrente Corriere della Sera per dimostrare che non c’è nessuna correzione di rotta.

  

La seconda offensiva congiunta di dem e 5 stelle è quella sul sistema proporzionale portata avanti da due terzi del suo partito oltre che da Giuseppe Conte, che ha dato mandato al presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia di andare avanti sulla riforma elettorale approfittando del fatto che la maggior parte dei dem vuole il proporzionale. Letta ha fatto fronte a questa offensiva nel suo stile di sempre, cioè senza andare allo scontro diretto con i “suoi” o con l’ex premier, anzi, facendo mostra di assecondare questa spinta proporzionalista. Ma che cosa pensi sul serio lo ha detto ieri in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha spiegato che in una fase come questa non può certo essere la legge elettorale la priorità in cui ha lasciato chiaramente intendere che non ci sono i tempi né le condizioni per portare avanti una riforma in senso proporzionalista. 

  

Letta però sa che il suo è un partito difficile, in cui bisogna riuscire a tenere insieme due personalità politiche quasi agli antipodi come Lorenzo Guerini  e Andrea Orlando. Perciò è ben conscio di non dovere mai abbassare la guardia. I problemi che sono esplosi nel centrodestra però lo rendono sufficientemente ottimista. Letta sa infatti che finché il Pd continuerà ad andare bene nei sondaggi i problemi interni non si affacceranno. Quanto a Conte, Letta sta coltivando anche i rapporti con Luigi Di Maio, ben sapendo di non potersi fidare solo dell’ex premier. Il segretario dem può contare sull’appoggio del ministro degli Esteri, che sul conflitto in Ucraina è schierato sulla linea Draghi-Guerini.