la conferenza stampa

Salvini: "Armi in Ucraina? Ne parlerò con Draghi"

Marianna Rizzini

Il leader del Carroccio presenta alla Camera il dipartimento Sport della Lega ma finisce a parlare di tutt'altro: dal sostegno militare a Kyiv fino alla fame nel mondo: "La gente in Africa si troverà a non mangiare, se non si arriva alla pace entro maggio"

Matteo Salvini presenta alla Camera il dipartimento Sport della Lega e in realtà di sport e investimenti via Pnrr parla, ma non troppo. O meglio: si parla di sport per parlare di vicinanza ai territori (ci sono le amministrative), ma soprattutto si comincia parlando di sport e si finisce a parlare di quello che tutti vogliono sentire da lui: che fare con l'invio alle armi all'Ucraina? E insomma Salvini sa che oggi Mario Draghi torna dal viaggio negli Stati Uniti e infatti dice, a favor di telecamera, che di questi temi parlerà “direttamente con lui”, perché “non vuole filtri”, visto “il livello della stampa media in proposito”.
 

E la parola “sport” diventa occasione per lanciare se stesso come possibile paciere: "La lingua dello sport si parla in tutto in mondo, può essere veicolo di pace”. Di quale pace parla lo si capisce quando il leader della Lega dice che certo i soldi preferirebbe usarli “per aiutare la gente a mangiare”, piuttosto che per altro, e la divagazione sul tema bollette diventa ecumenica: c'è gente, dice Salvini, che in Africa si troverà a non mangiare, se non si arriva alla pace entro maggio. Ma siete pronti a una mozione?, gli chiedono. “Sono fiducioso per natura”, dice Salvini rispondendo senza rispondere del tutto. “La mia posizione  personale è che 'più armi significa più guerra', nessuno ha interesse ad alzare i toni”. E cita la missione del Santo padre (“grande gesto”) e anche le azioni del presidente francese Emmanuel Macron che “parla chiaro”. Ma lui, Salvini, che sabato a Roma farà la convention del partito (dopo quella di Giorgia Meloni), dice che lui “preferisce parlare pace”. E intanto va bene parlare di sport, ché tutto si tiene. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.