Il caso

Dopo l'attacco di Gelmini, la nomina di Ronzulli in Lombardia agita Forza Italia

Ruggiero Montenegro

"Vuole sfregiare i miei uomini", aveva detto la ministra. Ma la neo coordinatrice lombarda smorza i toni: "Stupita dalle critiche. Chi ci racconta divisi, ci vuole male". Tajani: "Cose fisiologiche". Intanto il centrodestra sarà unito in 21 dei 26 capoluoghi al voto, ma il vertice tra i leader ancora non c'è

Il caso si chiama Licia Ronzulli, fedelissima di Silvio Berlusconi e da poche ore nuova coordinatrice regionale per Forza Italia in Lombardia. E non tanto perché il suo precedessore Massimiliano Salini sia stato destituito senza “alcuna motivazione plausibile”, come ha spiegato lui. Ma perché dietro la nomina si cela forse uno scontro più grande - che i protagonisti minimizzano - ma che per qualcuno, per i più vicini al vertice del partito, sarebbe addirittura l'occasione per regolare i conti contro la pattuglia di Palazzo Chigi. E ripartire verso il 2023. Governisti troppo governisti, è l'accusa.

“La Ronzulli porterà allo sfascio il partito. Io mi sono stancata. Non credo di meritarmelo”, si sfogava venerdì a Sorrento la ministra Maria Stella Gelmini in un colloquio con il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, riportato dal Foglio. E ancora: “C’è un odio nei miei confronti. Vuole sfregiare i miei uomini”, diceva la titolare degli Affari regionali, anticipando l'avvicendamento di Salini (al quale è stato offerto un altro incarico, responsabile per rapporti con le associazioni imprenditoriali: rifiutato).

 

L'indomani è arrivata puntuale la nomina di Ronzulli: “Sono un soldato nelle mani del presidente Berlusconi. Mi ha chiamato sabato sera e, da figlia dell’Arma, ho risposto: presente!”, ha detto in un'intervista alla Stampa, rimarcando il concetto pure in un colloquio con il Giornale. Spirito di servizio, senso del dovere e della riconoscenza, nient'altro. Non c'entra il fatto che Lombardia sia una regione delicatissima, con le regionali all'orizzonte e un bacino elettorale tra i più importanti in vista del 2023. E nemmeno le divisioni tra vertici del partito e ministri: “Assolutamente no, stiamo dando prova di forza e di unità. Chi ci racconta divisi vuole male alla nostra forza politica”, è la spiegazione della neo coordinatrice. Tant'è che si dice “stupita di leggere ricostruzioni diverse”. Quelle della ministra agli Affari regionali.
 

E così a ridimensionare la vicenda, dopo averci provato già personalmente venerdì a Sorrento con la stessa Gelmini, è arrivato anche Tajani: “L'amarezza, l’insoddisfazione per qualche scelta, sono cose fisiologiche, succede ovunque, tanto più a fine legislatura”, è l'analisi consegnata al Corriere, in cui riafferma una volta di più la centralità del Cav.:“Storia vecchia, sono anni e anni che si dice che Berlusconi è condizionato da cerchi magici, ma non è vero: decide lui, sceglie lui”.

 

Sullo sfondo intanto si avvicinano le amministrative. E se quelli all'interno di Forza Italia sono screzi "fisiologici", appunto, a livello più alto, tra i partiti della coalizione le cose non sembrano andare troppo meglio. Pesa ancora lo strappo del Quirinale e l'incontro tra i tre leader continua a essere rimandato, nonostante le rassicurazioni di facciata e le convention tra Roma e Milano. Sabato sono scaduti i termini per la presentazione delle liste, con il centrodestra che correrà unito in 21 dei 26 capoluoghi al voto, dopo aver trovato in extremis l'intesa a Palermo. Ma probabilmenre sarà ciò che succederà Messina, Parma, Viterbo, Catanzaro e soprattutto Verona (e negli eventuali ballottaggi) a dire qualcosa in più sullo stato di salute della coalizione.