a bari
Emiliano (non iscritto Pd) sfida i parlamentari dem e dà appuntamento al congresso regionale
Il governatore ad un convegno in ricordo del sociologo Franco Cassano attacca i deputati del Pd che parlano "senza avere un voto". Ed esalta la sua ammucchiata extralarge
“Il prossimo congresso regionale del Pd può essere una conta di tessere? O deve essere il luogo per decidere sul futuro della Regione Puglia o di Bari? Ci vuole un congresso che restituisca una visione, e che decida chi saranno i nostri parlamentari. Quest’ultimi non possono essere quelli che sgallettano sui giornali, senza avere un voto. Devono essere persone rappresentative di un progetto”. Michele Emiliano, governatore della Puglia e non iscritto al Pd, ha bombardato così i parlamentari dem che criticano la sua linea politica (fondata su una sintesi che unisce la sinistra radicale agli ex berlusconiani e al sindaco di Nardò Pippi Mellone) rimandando la resa dei conti al congresso regionale che ci sarà in estate, già oggetto di ricorsi che hanno portato prima a una serie di rinvii e poi alla nomina di Francesco Boccia, responsabile nazionale Enti locali, come commissario ad acta per la consultazione.
Chi sono dunque i parlamentari “senza un voto” che criticano Emiliano sui giornali? Nei mesi scorsi i dissensi più rilevanti sono stati proprio con Boccia - per la composizione dell’alleanza in campo nelle comunali di Barletta - e con il senatore Dario Stefano, che era giunto ad autosospendersi dal partito per le divergenze con l’ex magistrato, mentre alla Regione le dissonanze più rilevanti appaiono quelle con il consigliere Fabiano Amati, esponente dell’ala riformista e produttivista.
La puntuta riflessione di Emiliano è stata declamata in un intervento nella tre giorni che l’Università di Bari “Aldo Moro” ha dedicato al sociologo Franco Cassano, scomparso nel febbraio dello scorso anno e celebrato in Puglia come ideologo del “pensiero meridiano” e primo promotore della cittadinanza attiva che ha ribaltato dal 2004 in poi l’orientamento destrorso della città di San Nicola e poi dell’intera regione.
Il governatore aveva accanto l’ex premier Massimo D’Alema, che aveva, poco prima, maliziosamente ricordato come lo scritto del pensatore barese a cui è più legato sia “L’umiltà del male”, definito “libro istruttivo per la sinistra” per la riflessione sul “Grande Inquisitore” sul narcisismo etico di una certa area progressista.
Nello stesso incontro Emiliano ha anche fotografato la debolezza dei partiti e del Pd, elogiando invece la sua “coalizione dei pugliesi”, formula con cui inquadra la sua alleanza extralarge nel sultanato pugliese: "Non abbiamo un partito - ha chiarito - ma l’organizzazione territoriale che abbiamo costruito è fatta da sindaci, sindacato, associazioni. E’ un’altra cosa, ma organizzata in modo militare. In ogni comune c’è un riferimento dell’amministrazione regionale che promuove battaglie politiche e da lì strutturiamo un processo che porta a decisioni”. E in questo eterno oscillare, quasi dondolando, tra “il partito” e la fluidità del civismo multicolore scorre il diciottesimo anno dell’emirato di Big Mike, tra Palazzo di città a Bari e Regione Puglia…