verso le regionali
"Ora non vi fa schifo la parentopoli?". Così Giarrusso alimenta la faida nel M5s siciliano
L'europarlamentare, fuoriuscito da poco dal Movimento, si scaglia contro il sottosegretario Cancelleri usando un servizio di Report. Poi lancia segnali minacciosi: "Nei prossimi giorni rivelerò altri orrori cui ho assistito"
"Spero che questo post, queste mie parole che raccontano verità importanti, possano diffondersi e circolare come hanno circolato le schifezze e le indecenti bugie che una macchina del fango tanto potente quanto indegna mi ha scaraventato addosso da quando ho scelto, con enorme dolore e tormento interiore, di lasciare il Movimento Cinque stelle". E' con queste parole che l'europarlamentare Dino Giarrusso ha deciso di scagliarsi contro il partito da cui è uscito non appena due settimane fa. E che almeno in parte vanno a intorbidire le acque nell'avvicinamento alle regionali in Sicilia, dove Giarrusso cova ambizioni personali, alimentando la faida con i Cinque stelle locali. Dinamica, peraltro, in atto già da tempo.
Così nel lungo testo diffuso online l'ex inviato delle Iene riprende i contenuti di un servizio di Report andato poi in onda ieri sera. E che secondo Giarrusso mostra "una parte delle brutture e dei tradimenti che un piccolo gruppo di potere, un cerchio tragico senza scrupoli, ha inferto alle speranze e alla buonafede dei milioni di italiani che hanno creduto nel Movimento, a partire da me". Tanto che "io nei prossimi giorni rivelerò alcune degli orrori cui ho assistito, e vi spiegherò perché non sono io ad uscire dal movimento, ma è il movimento a non esistere più, e ad essere diventato un simbolo vuoto". Ma a cosa allude l'eurodeputato? A presunte condotte inopportune che avrebbero portato il cognato di Giancarlo Cancelleri a essere assunto dal Mef, dov'è di stanza Laura Castelli. Un'assunzione su cui ci sarebbe stato lo stop della Corte dei Conti. Ma non è tutto.
Perché Giarrusso punta il dito contro tutta la famiglia dell'ex candidato M5s alla Regione Sicilia. "Non solo dal 2012 Giancarlo Cancelleri riceve uno stipendio pubblico ed è mantenuto da noi, non solo ha lasciato il ruolo all’Ars per il quale era stato votato, bruciando una regola del Movimento, non solo noi dal 2013 manteniamo con i nostri soldi sua sorella Azzurra Cancelleri quale deputata grazie a qualche voto su Rousseau, non solo tutto questo. La parentopoli della famiglia Cancelleri è andata molto oltre", scrive, legando la vicenda segnalata dalla Corte dei conti al curriculum politico del maggiorente grillino in Sicilia.
Prima di rivolgersi ai suoi ex compagni di partito, esortandoli a dare una risposta alle sue insinuazioni. "Cos’avremmo detto e fatto, tutti noi? Cosa avrebbe detto il Movimento cinque stelle? Quanto avremmo denunciato una tale schifezzetta? Invece, trattandosi della intoccabile famiglia Cancelleri, tutto è rimasto muto, dimostrando la differenza piuttosto tremenda fra onestà e omertà, poiché su questo scandalo nessuno si è voluto pronunciare, e i probiviri sono rimasti zitti, e Cancelleri era membro del Consiglio di garanzia". Insomma, un attacco a tutto tondo nei confronti del sottosegretario ai Trasporti che fa capire come le acque, nei grillini isolani, a pochi mesi dal voto, siano più agitate che mai. Anche perché poi è sempre Giarrusso a sostenere che all'interno della costruenda coalizione si stia facendo di tutto per evitare che si facciano le primarie.
Già mesi fa il parlamentare europeo aveva criticato quelli che allora erano ancora suoi compagni di partito. Arrivando a usare allusioni e minacce. "I panni sporchi si lavano in casa. Se la lavatrice è rotta, prima o poi bisognerà andare a lavarli fuori, sennò tutta la casa diventerà sporca", aveva scritto a marzo. E pure a ottobre 2021 aveva adoperato lo stesso metodo "dico-non dico" per contestare la gestione degli Stati generali: quelli da cui non era uscito un risultato chiaro sugli eletti del M5s più suffragati dalla base. "I risultati veri li so, e sono anche tante altre cose, non tutte lusinghiere", aveva confessato senza giri di parole in un'intervista al Corriere della Sera. Ora torna su quei cavalli di battaglia per aizzare gli animi e passare alla fase successiva: quella del "io so e ho le prove".
L'editoriale dell'elefantino