Amministrative 2022

A Catanzaro sfuma la vittoria del centrodestra al primo turno. Verso il ballotaggio

Gabriele De Campis

L’erede del sindaco uscente Sergio Abramo (primo cittadino per quattro volte) se si confermeranno gli exit poll, sarà scelto al ballottaggio: in testa l’accademico Valerio Donato, sostenuto dai forza-leghisti senza simboli, secondo il docente universitario Nicola Fiorita per il centrosinistra.

Sfuma a Catanzaro la vittoria al primo turno del centrodestra, per le conclamate divisioni interne, mentre i tre candidati ascrivibili nell’area conservatrice e moderata, nell’exit poll del Consorzio Opinio Italia per la Rai, secondo le proiezioni più prudenti, sfonderebbe insieme il 60% dei consensi, con il centrosinistra arrivato alla forbice del 31-35%. Il capoluogo calabrese diventa in questa tornata uno dei termometri degli effetti delle lacerazioni tra Matteo Salvini, Antonio Tajani e Giorgia Meloni. La spaccatura fa perdere l’occasione di confermarsi alla guida di una città storicamente di centrodestra, amministrata per quattro mandati dal sindaco uscente, il moderato Sergio Abramo.

 

Il perimetro, espressione di forzista e leghisti senza simboli ufficiali (ma con tre liste di centrosinistra) è quello parzialissimo di una proiezione delle opinioni all’uscita dei seggi, ma i numeri indicano una tendenza chiara: in testa c’è l’accademico Valerio Donato, espressione di forzisti e leghisti senso simboli ufficiali, con il 40-44%; alle sue spalle nel probabile ballottaggio il collega universitario Nicola Fiorita, del centrosinistra versione “campo largo”, con il 31-35%. Gli altri due candidati che raccolgono consensi di peso vengono sempre dal centrodestra: l’ex forzista Antonello Talerico, presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati (tra le sue liste i centristi di Noi con l’Italia), consegue una forbice tra il 13 e il 17%, mentre la parlamentare meloniana Wanda Ferro, in corsa solitaria con una scelta identitaria appoggiata dall’uscente primo cittadino Abramo, raccoglie tra il 7 e il 9%.

 

Il confronto con il primo turno del 2017 rileva come la candidatura di Nicola Fiorita, allora espressione di un mondo civico (prese il 23,22%) non ha sfondato. Gli exit poll gli accreditano un consenso equiparabile al 31% dell’allora candidato Vincenzo Ciconte, (lanciato dal centrosinistra senza 5S, che cinque anni fa con la grillina Bianca Granato si fermarono al 6%). Il campo largo, secondo queste prime rilevazioni, sembra non garantire la somma tra l'elettorato dem e quello pentastellato.

 

Il centrodestra, nella precedente tornata, con  Sergio Abramo, aveva sfiorato primo turno il 40% (39,7%), riuscendo però nel ballottaggio a dare quasi venti punti di distacco a Ciconte.

 

La contesa calabrese si è distinta anche per la peculiarità del seggio che non voleva saperne di chiudere le urne: nella sezione 13 del quartiere Mater Domini, a causa della coda di elettori, 40 minuti dopo le 23 c’erano ancora cittadini impegnati nel vergare il proprio orientamento sulle schede. Ma il duello per conquistare Palazzo De Nobili durerà quasi certamente altre due settimane e la differenza potrebbero arrivare dagli eventuali apparentamenti, mai scontati a queste latitudini…

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