Il voto nelle città
Lodi sceglie il giovane dem Furegato e diventa l'epicentro della crisi di Salvini
Il 25enne del Pd, cintura nera di judo e già consigliere comunale, batte la superleghista Sara Casanova e diventa sindaco al primo turno. A Como si materializzano gli incubi del Carroccio. Forza Italia è primo partito a Monza
La città pare placida, come nelle poesie di Ada Negri. Eppure, riguardando la cronaca recente di Lodi, il silenzio di questo capoluogo di 45mila anime malcontate, adagiata nel profondo sud della Lombardia, è stato rotto più volte. L'ultima, oggi: Lodi come epicentro della crisi salviniana, Lodi come ultima tappa di Enrico Letta - che si era scelto con cura il colpo finale, quello più probabile ma anche più significativo. E dunque, Lodi e la sconfitta di Sara Casanova, sindaco uscente, per mano di Andrea Furegato. Il confronto vinto, per i Dem, è da sogno: il giovane 25enne, consigliere comunale, cintura nera di judo, che manda a terra la supersalviniana Casanova. Che aveva vinto dopo l'incredibile vicenda di Simone Uggetti, sindaco Pd dal 2013, abbattuto dalla magistratura, trascinato con le manette ai polsi attraverso la piazza della città e ucciso, politicamente parlando. Poi l'assoluzione e la Cassazione che l'ha rimandato alla sbarra: nella silenziosa Lodi, un'altra ferita.
Dalla caduta di Uggetti, tra gli strepiti gioiosi del Movimento 5 Stelle, era il 2017, la Casanova è stata una delle esponenti più rigidamente ortodossa al verbo salviniano. Nell'autunno 2018 vieta l'accesso alla mensa a molti alunni extracomunitari. Motivazione? L'adesione al servizio a costo agevolato non solo doveva essere verificata con l'isee ma anche con la dichiarazione da parte dei paesi d'origine dell'assenza di proprietà immobiliari. Insomma: se hai una villa in un qualche paese d'Africa non puoi chiedere la mensa agevolata in Italia. Giusto? Forse sì, ma difficilmente le amministrazioni pubbliche dei paesi subsahariani hanno la tendenza a rispondere alle pec. Risultato: il Tribunale condanna il Comune per discriminazione. Il Comune ricorre. Il Comune perde di nuovo contro la corte d'Appello. Nella placida Lodi, cinque anni vissuti pericolosamente. Lodi con il sindaco arrestato, Lodi con il sindaco che vieta la mensa ai bambini, e alla fine, Lodi colpita dalla pandemia. In provincia il primo caso a Codogno, e poi l'ondata, che tutto travolge, per poi investire la Lombardia. La città deserta, ancora più silente, mentre i decessi esplodono a +80 per cento sul 2019.
L'incubo della Lega: una vittoria di Fratelli d'Italia a Como, dove ha voluto la discontinuità rispetto all'uscente Mario Landriscina, e una sconfitta a Lodi, dove c'è una candidata di chiara marca Carroccio. A Monza a Forza Italia va molto meglio: primo partito, raccontano le urne ancora aperte, e percentuali record, oscillanti tra il 13 e il 20 per cento, anche nei comuni della Brianza produttiva. C'è un voto moderato che non molla, complice Berlusconi e complice il capobastone Fabrizio Sala, assessore regionale che non molla un centimetro sui territori. Ma questo è il nord Milano, e quella è la Lodi adagiata a un passo dall'Emilia Romagna. Che torna a sinistra con la storia che Enrico Letta avrebbe solo potuto sognare: il giovane militante che batte la sindaca uscente salviniana doc. Ed è anche il sogno avverato del ministro Guerini, non a caso il primo a complimentarsi con Furegato. Il titolare della Difesa a Lodi ha sempre dato le carte, dopo essere stato per due mandati primo cittadino, dal 2005 al 2012, lasciando il posto proprio ad Uggetti, e precedentemente primo presidente della Provincia, dal 1995. "Sarò il sindaco di tutti, di quelli che mi hanno votato e di quelli che non mi hanno votato, E' una coalizione di otto liste che si sono messe insieme non solo per le elezioni, ma per far ripartire Lodi", commenta a caldo Furegato. Niente che sfugga alla banalità, ma le parole - in fondo - stanno a zero: è già un simbolo, ed è questa l'unica cosa che conta.