Salvini tradito dal suo popolo. Tre leghisti su quattro hanno disertato i referendum
I dati Rai-Opinio dicono che solo il 17,5 per cento di chi ha votato sulla giustizia è un sostenitore del Carroccio. Vuol dire che il segretario federale ha mobilitato meno di 2 milioni dei suoi. Un fallimento clamoroso. Il confronto col Pd e con la Meloni
Tra i tanti, un dato immortala il fallimento. Un dato mancato: i due milioni. Al minimo sindacale dei 2 milioni di eletteori leghisti Matteo Salvini non ci arriva. Di poco, ma non ci arriva. Ed è clamoroso. Perché, dopo mesi di campagna, a seguito di un investimento politico e mediatico notevole, il leader del Carroccio riesce a convincere tra 1,7 e 1,9 milioni di sostenitori del suo partito ad andare alle urne in una domenica di metà giugno. Doveva essere una mobilitazione generale: appare piuttosto una diserzione di massa.
Il calcolo è suggerito dalle rilveazioni Rai-Opinio. Che, già nella serata di ieri, hanno fotografato l'appartenenza partitica del corpo elettorale che si è effettivamente presentato ai seggi per il referendum. Solo il 17,5 per cento di chi ha barrato una X sui cinque quesiti è un elettore abituale del Carroccio. E dunque tocca esercitarsi in un calcolo, inevitabilmente approssimativo fintantoché non emerga il dato definitivo sulla partecipazione: per ora si oscilla tra il 19 e il 20 per cento. Essendo il corpo elettorale fissato a 51,5 milioni, secondo le statistiche del ministero dell'Interno, significa che a votare per il referendum sono andati, malcontati, tra i 10,3 e i 10,7 milioni di italiani. Arrotondiamo: 10 milioni e mezzo. Ebbene, il 17,5 per cento di 10,5 milioni significa, grosso modo, 1 milione e 800 mila. Per un partito, come la Lega, che nei sondaggi è accreditato al 15 per cento circa, e che dunque dovrebbe poter contare su un bacino potenziale di oltre 7 milioni di elettori, è un dato impietoso. Vuol dire che tre leghisti su quattro non hanno risposto all'appello del loro leader. Vuol dire che Salvini ha avuto un problema a parlare, e mostrarsi credibile, anzitutto a quello che dovrebbe essere il suo popolo.
La cifra è ancor più eloquente se la si paragona a quella di altri partiti. Nel centrodestra, Giorgia Meloni ha saputo portare alle urne, sempre secondo le rilevazioni Rai, più di 2 milioni e mezzo di persone (il 23,9 per cento del totale). Il Pd, seguendo la stessa statistica, oltre 2,2 milioni. E si tratta, in entrambi i casi, di partiti che sulla campagna referendaria si sono spesi ben poco. E che, almeno nel caso dei dem, avrebbero avuto tutto l'interesse a favorire l'astenzionismo.