L'highlander Cosimo Ferri: dallo scandalo Palamara al mezzo trionfo a Carrara

Ermes Antonucci

L'ex sottosegretario alla Giustizia, oggi deputato di Italia Viva, ha ottenuto il 15,1 per cento dei voti alle elezioni comunali di Carrara, sfiorando il ballottaggio. Un quasi capolavoro per il politico-magistrato più controverso degli ultimi anni

Per alcune ore si è pensato che potesse riuscire persino ad arrivare al ballottaggio delle elezioni comunali di Carrara. Alla fine si è dovuto accontentare di un quarto posto, con una percentuale di tutto rispetto (15,1 per cento dei voti), che peserà in maniera determinante sul ballottaggio e sui futuri assetti politici. Parliamo di Cosimo Ferri, ex magistrato, ex sottosegretario alla Giustizia, oggi deputato di Italia Viva, candidatosi a Carrara con la sua lista personale e sostenuto dal Partito socialista e dalla lista Prima Carrara.

 

Al ballottaggio andranno Serena Arrighi e Simone Caffaz. La prima, candidata del centrosinistra, ha ottenuto il 29,92 per cento delle preferenze (7.820 voti). Il secondo, sostenuto da Lega e liste civiche, si è fermato al 18,93 per cento (4.948 voti), vincendo il ballottaggio interno al centrodestra con Andrea Vannucci, candidato civico sostenuto da Forza Italie e Fratelli d’Italia, che ha ricevuto il 17,11 per cento delle preferenze.

 

Paradossalmente, però, il vero protagonista delle elezioni carraresi è proprio lui: Cosimo Ferri, il quarto classificato con quasi 4mila voti. L’highlander della politica italiana. Mezzo politico e mezzo magistrato (storico leader della corrente di Magistratura indipendente), chiamato al governo da Forza Italia, poi entrato in Parlamento nelle fila del Pd, ora in Italia Viva. Da sempre coinvolto nelle dinamiche di potere che attraversano la giustizia italiana. Negli ultimi anni, con lo stile imperturbabile che lo contraddistingue, ha superato innumerevoli scandali, da ultimo quello su Palamara e le spartizioni delle nomine nella magistratura.

 

Beccato, attraverso un trojan (dal funzionamento intermittente), all’Hotel Champagne con l’ex presidente dell’Anm e diversi componenti del Csm a discutere di future nomine ai vertici degli uffici giudiziari (motivo per cui è sotto procedimento disciplinare come toga), Ferri non si è scomposto. Ha lasciato passare la tempesta, per poi riaffiorare come nulla fosse, decidendo persino di candidarsi a sindaco di Carrara, a pochi chilometri da Massa, città in cui avviò la sua carriera di giudice.

 

Lo stesso avvenne nel 2014, quando venne beccato, da sottosegretario del governo, a inviare un sms ai magistrati per sponsorizzare i candidati della lista di Magistratura indipendente all’elezione del Csm. Esplose la bufera, ma Ferri restò al suo posto.

Indistruttibile e, come dimostrano i risultati di Carrara, pure capace di creare consenso.