“Caro Letta, Vox non è un partito di estrema destra. Deriva dai popolari spagnoli”. Lettera di FdI al Pd
Raffaele Fitto, copresidente Ecr-FdI al Parlamento europeo, risponde agli attacchi della sinistra contro Giorgia Meloni dopo il comizio in Andalusia
Al direttore – l’ospitalità del Foglio mi consente di rispondere nel merito agli attacchi virulenti della sinistra contro Giorgia Meloni, rea di aver pronunciato parole forti durante un comizio in Andalusia.
Voglio innanzitutto chiarire un aspetto dirimente: Vox non è un partito di estrema destra, neofascista o neofranchista, ma nasce anni fa da una scissione del Partido Popular. Da quella storia viene lo stesso leader, Santiago Abascal, il cui padre fu perseguitato dai terroristi baschi dell’Eta. Da qualche mese governano insieme ai popolari in Castilla y Leon, forse a breve lo faranno in Andalusia e magari tra un anno e mezzo anche a livello nazionale. Vox difende l’Ucraina aggredita da Putin e si batte per la democrazia contro i regimi comunisti latinoamericani di Cuba, Venezuela e Nicaragua legati a doppio filo con la sinistra radicale di Podemos, che in Spagna regge il governo del Partito socialista alleato del Pd. Altro che “internazionale delle destre sovraniste finanziate dalla Russia”, come ha detto Lia Quartapelle.
Ma torniamo alle parole di Giorgia Meloni. Diciannove minuti di intervento, appassionato e ragionato, con tanti spunti politici e un crescendo finale che ha urtato i timpani sofisticati dei dem. Certo, toni da comizio elettorale. Ma davvero quei contenuti rappresentano “tutto il male possibile”, “un linguaggio di propaganda assassina”, “il passato che non passa”, “la donna nera” che ci “riporta al Medioevo”?
“Si alla famiglia naturale, No alle lobby Lgbt, Si all’identità sessuale, No all’ideologia di genere”... apriti cielo! Eppure il concetto non è nuovo e nemmeno particolarmente oscuro e Giorgia Meloni lo spiega diffusamente (e pacatamente) nel resto del suo intervento, ovviamente ignorato dai censori del Pd. E’ la nostra Costituzione, “la più bella del mondo” secondo la sinistra, a definire la famiglia come “società naturale”. Qualcuno può negare poi che esista un gruppo di interesse (appunto una lobby) che persegue un’agenda politica volta a destrutturare quell’idea di famiglia e a imporre una visione indifferenziata di sessualità additando come omofobo chiunque osi opporvisi? Certo che esiste, ne fanno parte anche tanti eterosessuali, ma sono tantissimi gli omosessuali che non vi si riconoscono e chiedono soltanto – giustamente – di non essere discriminati nel vivere liberamente la loro sessualità. “Si alla cultura della vita, No all’abisso della morte”, concetti cari tanto all’“oscurantista” Ratzinger quanto al “progressista” Bergoglio. “Si all’universalità della Croce, No alla violenza islamista”, un richiamo potente al messaggio di amore universale del Cristianesimo contrapposto alla minaccia del fondamentalismo islamico. Ma evidentemente nemmeno questo trova d’accordo il Pd. “Si a confini sicuri, No all’immigrazione di massa”, che è mediamente quello che fanno tutte le nazioni normali che non hanno il Pd al governo. “Si al lavoro della nostra gente”, messo a rischio dall’ambientalismo ideologico sposato dalla sinistra ex operaia. “No alla grande finanza internazionale”.. e qui abbiamo raggiunto la follia. Una critica alle ingerenze di Goldman Sachs nella politica italiana è diventata una strizzata d’occhio allo sterminio degli ebrei (sic!), nella lettura di quell’Emanuele Fiano che solo pochi giorni fa si mostrava molto più indulgente nei confronti delle imbarazzanti frasi contro Israele e il suo popolo del candidato sindaco della sinistra a Sesto San Giovanni. “Si alla sovranità dei popoli”, lo dice l’articolo 1 della nostra Costituzione ma è difficile da accettare per chi governa da anni senza vincere le elezioni. “No ai burocrati di Bruxelles”, come dicono un po’ tutti i partiti in campagna elettorale lamentando l’assenza di un’Europa politica.
“Si alla nostra civiltà, No a chi la vuole distruggere”, ha osato dire la leader della Destra criticando quella cancel culture che abbatte le statue di Cristoforo Colombo.
Insomma, si può essere d’accordo o meno (e vivaddio non esserlo conferisce ancora un senso alla politica), ma questi contenuti hanno piena cittadinanza nel dibattito politico italiano, europeo e occidentale. Con buona pace della sinistra e delle sue campagne di odio.
Raffaele Fitto, Copresidente Ecr-FdI al Parlamento europeo