Manovre per aiutare i nuovi partiti
L'emendamento al decreto elezioni di Maurizio D'Ettorre potrebbe permettere ai soggetti politici di piccole dimensioni che già sono in Parlamento, di non dover raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni
A proposito di scissioni e partiti che potrebbero nascere: spunta un emendamento, a cui sta lavorando Maurizio D’Ettore di Coraggio Italia, per fare per permetterei ai gruppi che si formeranno nei prossimi mesi in Parlamento di presentarsi alle prossime elezioni senza raccogliere le firme. Un’eventualità che potrebbe fare gola a molti, visti i movimenti di queste ore nei partiti. E magari anche a Luigi Di Maio, se è vero che il ministro degli Esteri potrebbe salutare il M5s per creare una nuova cosa intanto alle Camere. Lontano dai riflettori, la discussione va avanti spedita. L’emendamento al decreto elezioni presentato da Riccardo Magi e Enrico Costa (di +Europa/Azione) e riformulato dopo una mediazione con altri gruppi elimina l’obbligo per i partiti che hanno costituito un gruppo in almeno una delle due Camere prima del 31 dicembre 2021: i beneficiari sarebbero dunque Leu, Iv e Coraggio Italia.
Quest'ultimo però ha perso una deputato questa settimana, scendendo da 20 a 19 deputati, e corre il rischio quindi di non aver più un gruppo. Altri beneficiari dell’emendamento sono i partiti che “abbiano presentato candidature con proprio contrassegno” alle ultime elezioni della Camera o del Parlamento europeo e “abbiano ottenuto almeno un seggio assegnato in ragione proporzionale”, definizione che premia +Europa. Infine saranno esentanti i partiti che “abbiano concorso alla determinazione della cifra elettorale nazionale di coalizione” e che hanno hanno superato la soglia dell'1 per cento, definizione che si attaglia a Noi con l'Italia di Maurizio Lupi. La settimana prossima il dl elezioni andrà alla Camera e, in caso di ulteriori modifiche, potrebbe diventare una nuova pista da seguire per chi è a caccia di scissioni.