(foto Ansa)

in parlamento

Passa la risoluzione di FdI sull'Ucraina. Il ruolo di Coraggio Italia e dei centristi

Luca Roberto

Approvato alla Camera il documento proposto da Fratelli d'Italia, anche grazie al voto dei gruppi di centro. Meloni: "Abbiamo una posizione chiara e inequivocabile, questo non è il tempo dell'ambiguità"

L’istituzione di un fondo europeo volto a compensare i danni economici subiti dai singoli stati. La fissazione di un tetto ai prezzi dei prodotti energetici nell’ambito dell’Unione europea. La garanzia dell’applicazione delle precedenti risoluzioni votate in Parlamento per il sostegno “alla resistenza del popolo ucraino al fine di ottenere al più presto una pace giusta”. E in più la “promozione di un piano straordinario dell’Unione europea per l’autosufficienza alimentare del continente europeo”. Nelle ore in cui il Movimento cinque stelle si sfaldava e scindeva, e la maggioranza andava alla ricerca disperata di un accordo sulla risoluzione di maggioranza che impegnasse il governo a proposito della guerra in Ucraina, Fratelli d’Italia è riuscita a far passare una sua proposta molto meno annacquata e ben più ambiziosa, atlantista di quella stilata dalla coalizione di unità nazionale. 

 

La risoluzione presentata dal gruppo di Giorgia Meloni è passata alla Camera con 47 voti favorevoli, 22 contrari e 388 astenuti. In sostanza, mentre al Senato il giorno prima il governo aveva dato parere negativo sulla proposta di risoluzione di FdI, rigettandola perché contraria all’indirizzo delle forze di maggioranza, alla Camera ha preferito rimettersi al volere dell’Aula. “E se il governo lo ha fatto è perché deve essere stato convinto dalle parole pronunciate dalla Meloni”, dicono dal partito di destra. “La risoluzione proposta da Fratelli d’Italia contiene una posizione chiara e inequivocabile. Volete rimanere ambigui, ma penso che questo non sia il tempo dell’ambiguità, penso che questo sia il tempo in cui una nazione come la nostra fa le scelte necessarie a difendere i suoi interessi nazionali”, aveva detto la leader di FdI intervenendo a Montecitorio davanti al premier Draghi.

E così, grazie all’astensione massiccia della maggioranza, così come al sostegno di almeno la metà dei deputati di Coraggio Italia e dei gruppi centristi, il documento è stato ufficialmente approvato. Un dato che non sembra affatto casuale, vista l’operazione che i meloniani stanno tentando nei confronti dei gruppi del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: l’idea è attirare almeno una parte di Coraggio Italia come avamposto moderato di Fratelli d’Italia. E i colloqui e la frequentazione con il capogruppo centrista Marco Marin sono di vecchia data. Non è un caso che il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida ieri abbia ringraziato proprio Marin e Maurizio Lupi, “il cui appoggio ha contribuito all’approvazione in Aula della nostra risoluzione”. 

Il presidente del Consiglio, quindi, si presenta a Bruxelles per il Consiglio europeo che dovrà affrontare questioni centralissime a livello internazionale come la guerra in Ucraina, l’innalzamento dei prezzi dell’energia e la crisi alimentare non con uno ma ben due documenti redatti dal Parlamento che ne accompagnino l’azione. Ma mentre il testo licenziato dalla maggioranza rimane più in superficie delle grandi questioni, essendo frutto di compromessi persino lessicali, quello di Fratelli d’Italia è un atto di puro pragmatismo. Meno di una cartella di testo, quattro punti chiari. Dove, come si vede, viene toccata sia la questione del diritto a difendersi degli ucraini discusso ancora oggi in Parlamento da Draghi (“c’è chi dice lasciamo che l’Ucraina si sottometta, dopotutto cosa vogliono questi! Io la penso in maniera diversa”, ha detto, facendo il verso ai pacifisti de noantri). Sia tutte le partite laterali derivanti dai contraccolpi economici del conflitto e la collocazione atlantista. 

Sempre in Parlamento Giorgia Meloni ha accusato il governo di essere privo di “visione della storia”. Ma un colpo, sebbene indiretto, Draghi l’ha dato: quanto meno nel ritenere che sulle proposte dell’opposizione non ci dovesse essere un diniego di principio. Soprattutto sulle questioni di politica estera, dove il gruppo di Fratelli d’Italia dimostra di essere molto in sintonia con il premier. Sicuramente ben di più di alcuni esponenti della maggioranza che fino all’ultimo hanno attentato alla stabilità dell’esecutivo. Per poi accontentarsi che nel testo della risoluzione ci fosse l’impegno di riferire in Parlamento. Cioè quanto il governo fa già regolarmente sin dall’inizio dell’invasione russa.

Di più su questi argomenti: