Luigi en marche
Di Maio sceglie i suoi capigruppo e in Europa vuole andare con Renzi, Calenda e Macron
Giggino annuncia un partito e fa sponda coi sindaci del Pd. A Bruxelles punta su Macron
Ha presentato il suo nuovo gruppo alla Camera, ha annunciato un partito “che non sarà personale” (chissà), ha lasciato intendere di avere un rapporto speciale con Beppe Sala e Dario Nardella. E insomma, mentre Luigi Di Maio si cala senza difficoltà nel ruolo di azionista della maggioranza di governo, si capisce anche che sono iniziate da tempo manovre di avvicinamento a mondi fin qui insospettabili. Anche in Europa. L’ex grillino ha due eurodeputate pronte a entrare nel gruppo europeo di Macron. Dove ci sono già Matteo Renzi e Carlo Calenda.
“Oggi abbiamo costituito i gruppi che rafforzeranno la stabilità del governo”, ha detto ieri Luigi Di Maio al termine di una prima assemblea con i suoi nuovi gruppi parlamentari. Il ministro offre a Draghi quel manipolo che servirà a tamponare le bizze grilline. Sono attesi anche nuovi arrivi. Ma è già chiaro che ci sono ben altre ambizioni. Che guardano alle politiche. Al Pd, ai sindaci riformisti che ieri hanno sparato salve di benvenuto sui giornali e sulle agenzie. Per adesso le adesioni a Iinsieme per il futuro (Ipif), tra Camera e Senato, continuano ad essere 61 (51 al Montecitorio e 10 a palazzo Madama). “Nelle prossime ore arriveranno altre persone”, ha garantito Di Maio. Chi saranno i prossimi a traslocare? Fraccaro? Azzolina? Bonafede? Il totonomi è incessante. Intanto a Montecitorio si fa ironia. Nuovi arrivi? “Ma eccolo!”, scherzano i parlamentari di Ipif quando al termine della riunione di ieri a Montecitorio, davanti alla sala della Lupa, passa proprio il capogruppo di Italia viva Ettore Rosato. Il renzianissimo. Pacche sulle spalle e sorrisi. Se non compagni di partito, ormai dimaiani e renziani condividono la geografia politica: il centro. E la dimostrazione non tarda ad arrivare. Non dai palazzi romani, ma da Bruxelles. Due eurodeputate, Daniela Rondinelli e Chiara Maria Gemma, hanno lasciato il Movimento 5 stelle per passare nella nuova formazione politica di Luigi Di Maio. Al Parlamento europeo, ma pure a Roma, si vocifera che le due abbiano già preso contatto con Renew Europe. Non un gruppo parlamentare a caso. E’ quello dei liberali dentro al quale, per adesso, già convivono, qui stranamente in pace, Italia Viva e Azione. Finirà, ci scommettono in tanti, che nella foto di gruppo, nella foto di famiglia per così dire, accanto a Emmanuel Macron, Matteo Renzi e Carlo Calenda ci sarà pure Luigi Di Maio da Pomigliano d’Arco. Si vedrà.
Intanto però c’è l’Italia. Il governo. E ci sono i vecchi tic grillini che il leader, e ministro degli Esteri, sembra intenzionato a superare. Un primo passaggio sarà il termovalorizzatore di Roma. Interpellato sul punto il neo coordinato politico di Ipif, Vincenzo Spadafora, glissa: “Non ne abbiamo parlato”. Mentre la sottosegretaria dell’Economia Laura Castelli spiega, istituzionale e sibillina, “ne discuteranno i nuovi gruppi parlamentari. Ma la mia è ovviamente la posizione del governo”. Quindi a favore. In parole semplici è da escludere che gli ex grillini, trasfigurati in responsabilissimi dimaiani, possano votare contro l’impianto insieme ai loro ex compagni di partito rimasto con Giuseppe Conte. Dentro al Pd già gongolano. “Il Movimento non avrebbe comunque avuto i voti, ma è ovvio che il peso politico della loro contrarietà, ora che non sono più primo partito, si riduce ancora di più”. E d’altronde Di Maio ha promesso che il suo sarà: “Il partito dei sindaci”. Partire intralciando la soluzione del problema dei rifiuti della Capitale non sarebbe il massimo. Intanto dai sindaci che il ministro intende coinvolgere, a partire dal primo cittadino di Milano Beppe Sala arrivano segnali incoraggianti.
La riunione di Ipif era cominciata tre ore prima. Obiettivo: scegliere i capigruppo. Per acclamazione vengono nominati Primo Di Nicola al Senato e Iolanda Di Stasio alla Camera. Di Stasio, 30enne napoletana, come il capo Luigi con un passato di studi di diritto abbandonati anzitempo, è la compagna e promessa sposa di Pietro Dettori, membro dello staff di Di Maio alla Farnesina oggi. Ma, soprattutto, socio, insieme a Davide Casaleggio, dell’associazione Rousseau, di cui era anche il responsabile editoriale. E’ l’uomo che ha partecipato in prima persona a tutti i passaggi cruciali della vita del Movimento 5 stelle. Definito a lungo “anima nera” fu quello che fece fare a Di Maio il famigerato video in cui si chiedeva la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E per questo, tra i grillini è temutissimo “E’ la scatola nera del Movimento”, dicono con un misto di disprezzo e preoccupazione. Dettori sa tutto di tutti. Di Conte, di Beppe Grillo, e pure dello stesso Di Maio. E fa carriera. Come la sua compagna e futura moglie.