editoriali
Lo ius scholae migliorato di Forza Italia
Una proposta di merito può sciogliere le tensioni identitarie. Il Pd ci pensi
Il Partito democratico ha deciso di dare battaglia su due leggi di iniziativa parlamentare, quella sulla cittadinanza, che diventerebbe diritto per i figli di stranieri nati in Italia o che frequentino un ciclo scolastico (cinque anni) nel nostro paese – ius scholae – e quella che liberalizza la coltivazione di cannabis. Si tratta di temi di diversa urgenza – la revisione della legge di cittadinanza, ferma da trent’anni, di più – ma sui quali non c’è il consenso dell’intera maggioranza di governo.
Questo può spingere chi le avversa, in primo luogo la Lega alla ricerca di una affermazione dopo tante batoste, a minacciare la crisi. In tal caso per il Pd ci sarebbe la convenienza tattica di addossare alla Lega la responsabilità di una scelta politica dannosa per il paese. Ma sarebbe più logico trovare un accordo accettabile da tutti.
In particolare sullo ius scholae – sacrosanto in teoria (è il vecchio ius culturae) ma di non facile attuazione – esiste una posizione intermedia sostenuta da Forza Italia che chiede di portare a un ciclo di studi di otto anni seguìto con merito la condizione per ottenere la cittadinanza. E’ una proposta che non mette in discussione il diritto alla cittadinanza ma lo subordina al ciclo (ex) dell’obbligo e a una valutazione: cinque anni di primo ciclo, purtroppo, spesso non garantiscono nemmeno l’integrazione linguistica, stante la nostra fragile struttura scolastica. Accettare questa via avrebbe l’effetto, non secondario, di isolare Lega e Fratelli d’Italia nella loro pregiudiziale ideologica. Sarebbe bene che Enrico Letta ragionasse su questa possibilità, anche per smussare le critiche non pregiudiziali. Andare avanti senza guardare in faccia a nessuno può servire dal punto di vista identitario, ma è dubbio che avrebbe effetti su quell’elettorato “trasversale” sul quale il Pd deve puntare per annullare lo svantaggio elettorale che tuttora subisce nei confronti di un centrodestra che, invece, potrebbe indebolirsi proprio su una misura utile come lo ius scholae.