L'intervista
Parla Fulco Pratesi: "In Italia il partito verde è una scappatoia, verde chiacchiera"
Il fondatore del Wwf: "In Italia il verde è il colore della retorica, la ciambella di salvataggio. Draghi? Un monumento e intorno piccoli pagliacci. Oggi la libertà è obbedire”
E’ vero che non tira mai lo sciacquone e che da sessant’anni non fa la doccia? “Dunque anche lei non ha capito che quella provocazione, in radio, mi serviva per parlare di quel bene speciale che è l’acqua? Vedo uomini lavare le loro automobili con l’acqua potabile salvo lamentarsi della siccità. E allora io mi arrabbio. Penso che ci siano troppo stupidi in circolazione”. Fulco Pratesi che ha fondato il Wwf, presidente onorario, architetto, 87 anni, ha appena finito di fare colazione.
Si sveglia alle 5.30, poi inizia la lettura di due giornali, “uno la mattina e l’altro di pomeriggio. Intervallati. A distanza di ore i pensieri si ordinano meglio e la seconda lettura diventa critica”. Cosa mangia? “Un po’ di latte, cereali e medicine”. A che serve svegliarsi così presto alla sua età? “A lavorare, scrivere, studiare. Mi sveglia il mio cane Robin. Un barboncino color albicocca. Mi è affezionato. Dorme insieme a me. Penso che quando morirò subito dopo morirà anche lui. E’ un compagno. E’ leale”. Un barboncino non è cane da radical chic? “Mi è stato regalato. Radicale lo sono sempre, ma chic è insopportabile. Questa frase è ormai una scappatoia. Sono tutti dispositivi per non riflettere. Non si riesce neppure a insolentire con intelligenza. Per anni mi hanno trattato come fossi un hippie ora tutti parlano di ambiente”.
“Radical chic”, “ambientalista”, “transizione ecologica” sono tutte scappatoie come “il partito verde”, “la cosa verde” che oggi si “porta tanto? “In Italia il verde è il colore della retorica, la ciambella di salvataggio. Quando le ideologie falliscono si ricorre al verde ma il verde non è un ripiego. Di solito la politica non si concilia con il verde. Esiste una tonalità di verde che non è stata catalogata”. E qual è? “E’ il verde chiacchiera”.
E però anche lei, come oggi Luigi Di Maio, e forse Beppe Sala, ha creduto che, anche in Italia, fosse possibile avere un Partito verde. “E lo rivendico. Sono stato deputato con il Partito Verde negli anni Novanta. Ma il nostro verde ha prodotto leggi sulla fauna, sull’ambiente. Il nostro non era il verde di carta”. I nuovi partiti verdi rischiano di essere di carta? “Rischiano di essere sommersi dalla concorrenza. Ci sono associazioni, e tutte meritorie, che si occupano di verde. Tutti i partiti corrono il rischio di essere l’imitazione di un’imitazione.
A Luigi Di Maio faccio ovviamente gli auguri. Un partito verde serve, ma non deve essere verde chiacchiera”. Alle 11, di ogni mattina, Pratesi, che vive a Roma, in via Nomentana, da sempre, porta Robin fuori. Racconta che il suo “verde” è stato un po’ come i seni di Lady Chatterley per gli adolescenti. “Oggi le scienze naturali sono una disciplina scolastica e si pensa che sia stato sempre così, ma non lo è stato. L’Italia solo negli anni Sessanta ha maturato una coscienza ambientalista. Cercavamo la foresta, l’esotico, nei libri di Salgari. Per conoscere le diverse specie di uccelli leggevamo di nascosto i libri di caccia”. Cosa pensa quando legge gli editoriali accigliati tipo “I colpevoli siamo noi”? “Penso che sia una stupidaggine, un esercizio di cattivo stile. Non è così che si parla di ambientalismo. Non è che per rispettare il pianeta non bisogna più mangiare. Cosa significa? Il problema è parlare di sovrappopolazione. Siamo quasi sette miliardi di abitanti. Procreare non è un obbligo. Serve una paternità e maternità consapevole”.
Pratesi comprende che ci riferiamo al dramma della Marmolada, che ha generato l’altro dramma, quello degli editoriali banali, se la prende allora con la “libertà”. Dice che è come con i vaccini: “Cosa vuole dire libertà di non vaccinarsi? Salire sui ghiacciai con questo caldo non è libertà. Il problema di questo tempo è che si contesta tutto. Oggi la vera sovversione è obbedire. Si è liberi obbedendo”. Lei è libero? “Sono sposato con Fabrizia. Non ci siamo mai traditi”. A che età vi siete conosciuti? “Io avevo quattordici anni e lei 16. Era la più bella della scuola. Gli amici erano invidiosi. Dicevano: ‘Pratesi si è preso la più bella’. Ne sorridevo. E’ Fabrizia il mio ecosistema”.
E’ preoccupato per un’eventuale crisi di governo? “Mi sembra che troppi politici parlino senza basi culturali. Penso alla guerra in Ucraina. Ma cosa c’è da dire, come ci si può dividere su un’invasione tanto ingiusta?”. La pensa come Draghi? “Mi piace molto. E’ un uomo consapevole. Mi sembra come un monumento intorno al quale si agitano piccoli pagliacci. La sua forza è non farsi trascinare dalla rissa. Mi sembra una grande qualità”. Ai politici che vogliono elezioni anticipate lanciamo dunque un gavettone? “Assolutamente no! L’acqua non va sprecata”.