L'intervista

"Conte è uno sciagurato! E' l'impotenza al potere. Il Pd mai più con il M5s". Parla Gianni Cervetti

Carmelo Caruso

"La Lega offre margini di serietà maggiore del M5s. Draghi ha fatto bene a dimettersi. Giorgia Meloni a Chigi sarebbe una svolta reazionaria". Intervista allo storico dirigente del Pci, amico di Napolitano

La vecchia sinistra, la più nobile, quella di governo, quella riformista, li chiama così: “Sciagurati e sciagurato!”. Lo dice Gianni Cervetti, da Milano, 88 anni, lui che è l’amico di Giorgio Napolitano, spalla di Emanuele Macaluso, e poi tanta “Unità”, un pezzo di album del Pci. Dunque siamo senza Draghi e già siamo “gli anatroccoli del mondo”, quelli che fanno cadere il governo perché tifano “forza monnezza”, no all’inceneritore.

 

Caro Cervetti, ha paura? “Alla mia età non si può più avere paura. Si può essere solo preoccupati. Scorrono già nella mia mente le immagini del disastro. Guerra, inflazione, energia, razionamenti. L’Italia non si è resa conto di aver avuto la grande fortuna di trovare una guida solida, anzi, due guide solide, due uomini che non hanno perso la testa nell’inferno. Negli ultimi mesi all’estero si diceva: ‘e però hanno Draghi e Mattarella’. Siamo sempre il paese dei dimezzati”. Lei ha compreso il gesto di Conte? Ha votato la "non fiducia", ma poi ha riconosciuto che “i nostri punti sono stati valutati con attenzione” e però non basta. Cosa è il contismo? “E’ impotenza. Il contismo è l’impotenza al potere”. Cosa otterrà? “Niente, ha innescato qualcosa di cui non capisce neppure lui le ragioni. Nella lingua italiana si dice inconsulto da inconsultus. Non ponderato”. Ha fatto bene Draghi a dimettersi? “E’ un gesto dettato dal pessimismo sulla tenuta del governo, la convinzione di non poter avere un dispositivo efficace fino alla fine. E’ convinto che serva un governo fortissimo in questi mesi. E ha ragione. Saranno mesi difficilissimi”.

 

E per Cervetti le dimissioni sono un gesto “condiviso con Mattarella”. Dice: “Dietro questo atto c’è una condivisione di vedute con il presidente della Repubblica. Non è la stizza di Draghi. Lo hanno valutato insieme”. Il M5s era la grande “via di sinistra” della sinistra italiana. Ha cominciato con il vaffa. Dove è arrivato? “A un passo dalla sciagura. Li guida uno sciagurato e loro stessi sono degli sciagurati. In balia di un arruffapopoli che scribacchiano, di un comico in disarmo. Non ha margini di serietà”. Il Pd deve isolarlo? “E’ evidente. Il Pd non deve mai più avere a che fare con il M5s. Deve allontanarsi dagli sciagurati. La sinistra è un’altra cosa. I grillini sporcano tutto quello a cui si avvicinano”. In queste ore la Lega potrebbe accettare un governo senza il M5s, ma con il Pd, Forza Italia e il gruppo di Di Maio. Draghi dovrebbe accettare? Cervetti pensa che potrebbe accettare e che il grande regalo che il M5s ha fatto è offrire la “pistola carica” alla destra. “Il problema di un governo senza il M5s riguarda la Lega che offre in ogni caso margini di serietà maggiori rispetto al M5s. E’ un partito che ha responsabilità di governo. Ha uomini di valore come Giorgetti, Fedriga, Zaia. Oggi il futuro del governo è nelle mani della Lega”.

 

Tra un paio di mesi, e lo dicono i sondaggi, l’Italia potrebbe avere a Palazzo Chigi Giorgia Meloni premier. Caro Cervetti, è pronto? “E’ tutto da vedere. Forse mi chiede se lo temo”. “Ombre nere”? “Il fenomeno della Meloni è più di qualche titolo a effetto che si può immaginare. Un governo con la Meloni è una svolta non solo italiana ma europea. Sarebbe una svolta antieuropea, conservatrice, reazionaria. La destra è questo: conservazione. Quello che la sinistra ha sempre combattuto”. Cosa farà Draghi, cosa potrebbe rimanere di questi mesi? “Qualcosa di eccezionale, la prova che l’Italia non è l’anatroccolo del mondo ma una nazione che esprime uomini autorevoli, stimati, ponderati. Resta molto e di ben fatto. Così come Draghi resta, anche se è brutto dirlo, la grande risorsa della repubblica”. Gli stoccaggi di riserve della repubblica si stanno esaurendo? “Eh sì”. A Palazzo Chigi si dice “torniamo serenamente alle nostre vite”. E’ una bella frase di chi ha un posto nel mondo … “La frase di chi è solido con la testa. Sarebbe bello il partito dei solidi”. Enrico Letta diceva il partito “io non sbraco”… “Ecco, anche il programma. Solidi contro sbracati”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio