Lo stupore europeo
"L'Europa vede la crisi italiana con costernazione" ci dice Pina Picierno
Draghi, la crisi, la guerra, il Pnrr, il campo largo. Parla la vicepresidente pd del Parlamento europeo
Le dimissioni di Mario Draghi, viste dall’Unione Europea, lasciano chi osserva in apprensione. Lo dice il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, intervistato dal Messaggero, alludendo alle “acque agitate” in cui versa l’Italia, e di fronte alle quali “la stabilità è un valore in sé”. E lo dice anche il vicepresidente pd del Parlamento europeo Pina Picierno: “Gentiloni parla di ‘preoccupato stupore’, e direi anche che dall’Europa la crisi italiana viene vista con costernazione, tanto più data la stima di cui gode Mario Draghi, che ha riportato il nostro paese al centro della scena in consessi da cui si trovava escluso. Non solo: ci troviamo in una tempesta, in un periodo complesso per la sovrapposizione di fattori critici: la guerra, l’inflazione, la crisi energetica e anche la crisi alimentare, aspetto spesso sottovalutato. Ne parlavamo ieri con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: la crisi alimentare, la difficoltà nell’approvvigionamento di cereali per i paesi che da questo punto di vista dipendono da Russia e Ucraina, rischia di creare una minaccia alla stabilità della zona mediterranea. E questo si aggiunge alla lista di crimini – li chiamo proprio così – derivanti dalla guerra. In questo quadro, con la prospettiva di un flusso migratorio senza precedenti, e con i problemi causati dalla pandemia ancora aperti, l’ultima cosa che ci serve è una crisi di governo”.
Il Covid è ancora lì, e sono ancora lì le conseguenze economiche dei lunghi periodi di lockdown. “Non possiamo dimenticare i disastri causati dall’interruzione di molte attività”, dice Picierno: “Per questo si guardava con sollievo al fondo per la ripresa che va sotto il nome di Next generation Eu, per non dire dei piani legati al Pnrr, la cui fase di attuazione è estremamente delicata. Mi aggiungo quindi al segretario del Pd Enrico Letta nell’auspicare, nell’interesse dell’Italia, che Draghi possa andare avanti, e mi auguro prevalga il senso di responsabilità”.
Si è andati però in direzione opposta, e per via della presa di posizione di una forza politica alleata del Pd, il M5s. Ha senso considerarla ancora un possibile interlocutore all’interno del campo largo voluto da Letta? “Purtroppo la responsabilità non ha prevalso, e questo è motivo di rammarico”, dice la vicepresidente del Parlamento Ue. “Questo fatto deve essere oggetto di attenta valutazione e lo è già. L’investimento sul campo largo di forze riformiste e progressiste ha permesso di realizzare esperienze importanti, ma quello che è accaduto e sta accadendo deve appunto essere considerato con attenzione. Intanto ci auguriamo che la crisi possa rientrare e che il paese possa riprendere il cammino che stava percorrendo con Mario Draghi e che era motivo di orgoglio per chi lo rappresenta all’estero”.
E dall’estero, infatti, giungevano ieri parole di stima per il premier dimissionario. Frans Timmermans, vicepresidente Ue per il Green Deal, lo definiva “partner importante per l’Italia e per la Ue”, e Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, appariva preoccupata quanto Gentiloni e Picierno: “Serve stabilità nella Ue”, diceva, “abbiamo bisogno che l’Italia eserciti la sua leadership”. Si guarda ai prossimi quattro giorni, con amarezza e speranza.