La linea del Friuli Venezia Giulia
Fedriga non firma per Draghi:"Dobbiamo capire cosa vuole fare lui"
Il governatore leghista non accoglie l'appello dei sindaci per chiedere al presidente del Consiglio di rimanere: "Lo stimo, ma questa maggioranza con i Cinque stelle è instabile"
Il governatore del Friuli Venezia Giulia ha commentato l'appello firmato dai sindaci italiani per chiedere a Mario Draghi di rimanere a Palazzo Chigi. "Non posso utilizzare il mio ruolo istituzionale per fare firme" ha detto il governatore leghista, spiegando le ragioni per cui non compare il suo nome nella lista dei 1.300 sindaci.
Da Brugnaro a Sala, i primi cittadini hanno scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio per chiedergli di proseguire il suo esecutivo, spiegando di aver bisogno di "stabilità, certezze e coerenza". Anche i quattro sindaci dei comuni capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia, Roberto Dipiazza di Trieste, Alessandro Ciriani di Pordenone, Rodolfo Ziberna di Gorizia e Pietro Fontanini di Udine, non hanno firmato l’appello.
Massimilano Fedriga, governatore della regione, ha ribadito la linea del partito di cui fa parte, la Lega, per cui con questa maggioranza la prosecuzione del governo Draghi sarebbe una prospettiva difficile: "Mi sembra che la Lega e anche Forza Italia abbiano detto con chiarezza che con i Cinque Stelle questa maggioranza sarebbe instabile. Questo non può essere il momento delle polemiche ma della responsabilità e a questa voglio attenermi".
Il governatore del Friuli, in carica dal 2018, ha esposto il suo pensiero a termine di un incontro regionale a Trieste dove ha rimarcato l'appoggio per l'esecutivo di Draghi pur ritenendo che ora bisogna ridefinire nuove strategie: "Ho nei suoi confronti, ma dobbiamo capire cosa vuole fare rispetto a una situazione vergognosa e incresciosa che si è creata con il non voto del M5s alla fiducia. Prima di tutto quindi il presidente deve dire che intenzioni ha. Capisco la situazione devastante che c’è stata per la maggioranza, dopodiché si valuterà rispetto alle volontà di Draghi".
Non tutti quindi hanno risposto positivamente alla raccolta firme promossa da Italia Viva dei giorni scorsi per chiedere al presidente del Consiglio di rimanere nella sua carica dopo lo strappo dei pentastellati. "Penso che tutte le istituzioni chiedano stabilità, dopodiché ognuno fa le proprie scelte. Non voglio creare polemiche" su chi firma e chi no, ha concluso Fedriga. "Questo non può essere il momento delle polemiche ma della responsabilità e a questa voglio attenermi".