la giornata in senato
Fine del governo Draghi Lega, Forza Italia e M5s non votano la fiducia. Il premier stasera non sale al Quirinale
Grillini e centrodestra non partecipano al voto: 95 voti favorevoli e 38 no. La fiducia passa ma già domani il premier potrebbe andare da Mattarella per dimettersi
Fonti governo: "Draghi domani si dimette"
Domani Draghi, nel suo intervento alla Camera, annuncerà le dimissioni. Subito dopo le comunicherà al capo dello stato Sergio Mattarella. È quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi.
Conte: "Da Draghi atteggiamento sprezzante. M5s messo alla porta"
"Abbiamo visto da parte del premier Draghi non solo indicazioni generiche, purtroppo su alcune misure c'è stato anche un atteggiamento sprezzante. Questo ci dispiace molto perché abbiamo ricevuto anche degli insulti". Lo ha detto ai cronisti il leader M5S Giuseppe Conte, lasciando il Senato. "Oggi era una giornata importante perché era l'occasione per confrontarsi in modo ufficiale e ricevere degli impegni precisi da parte del presidente Draghi sulle misure che gli italiani attendono, su quelle priorità che avevamo indicato nell'agenda di governo... Invece mi sembra che questa discussione non ci sia stata", ha aggiunto il capo del M5s. Secondo cui non sarebbero arrivate risposte su Superbonus, reddito di cittadinanza e salario minimo.
Di Maio: "Pagina nera per l'Italia"
"Una pagina nera per l'Italia. La politica ha fallito, davanti a un'emergenza la risposta è stata quella di non sapersi assumere la responsabilità di governare. Si è giocato con il futuro degli italiani. Gli effetti di questa tragica scelta rimarranno nella storia". Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Salvini: "Draghi vittima di Pd e M5s. Ora inizia la campagna elettorale"
"Draghi e l'Italia sono state vittime, da giorni, della follia dei 5Stelle e dei giochini di potere del Pd''. Lo ha detto Matteo Salvini, aprendo la riunione con i parlamentari della Lega alla Camera. ''L'intero centrodestra era disponibile a proseguire senza i grillini, con Draghi a Palazzo Chigi e con un governo nuovo e più forte. Il Pd ha fatto saltare tutto'', ha spiegato Salvini. ''Speriamo che questo sia l'ultimo Parlamento dove centinaia di persone cambiano casacca e poltrona'', conclude il leader della Lega. Il leader della Lega, al suo arrivo, è stato accolto dagli applausi dei parlamentari della Lega. Il leader del Carroccio ai suoi ha anche aggiunto che "da ora inizia la campagna elettorale".
Draghi non sale al Quirinale stasera. Lo farà domani
Il premier Mario Draghi ha lasciato Palazzo Chigi. Inizialmente si pensava salisse al Quirinale ma dal suo entorurage hanno smentito. Stasera tornerà nella sua abitazione. In realtà andrà da Mattarella dopo il dibattito alla Camera, che si svolgerà domani a partire dalle 9.
Via libera alla mozione di fiducia (95 sì e 38 no). Solo 133 votanti
Formalmente il governo ha ottenuto il via libera al voto di fiducia al Senato. 95 sì, 38 no. Hanno partecipato al voto 193 senatori, ma hanno votato in 133. E' stato quindi raggiunto il numero legale, grazie alla presenza in Aula di alcuni senatori del M5s (che non hanno votato).
Pd: "Pronti a campagna elettorale. Italiani migliori di questo Parlamento"
"Da oggi ci prepariamo alla campagna elettorale. Parleremo agli italiani. L'Italia è diversa, è migliore di questo Parlamento''. Cosi fonti del Nazareno consultate dalle agenzie. "Noi abbiamo preferito l'interesse generale, della nazione, a quello di parte. Il nostro lineare impegno a favore del governo Draghi è continuato per tutta la giornata, fino all'ultimo momento utile, poco fa. Abbiamo fatto il possibile per convincere i partiti di maggioranza a pensare agli italiani e non a se stessi. Non ci siamo riusciti, ma la nostra linearità pagherà nel Paese".
Gelmini lascia Forza Italia: "Ha voltato le spalle agli italiani"
Mariastella Gelmini lascia Forza ITalia. Lo ha annunciato il ministro per gli Affari regionali in una nota. “Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia, apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo (esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle giovedì scorso). In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi. Forza Italia ha invece definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini. Se i danni prodotti al Paese dalle convulsioni del Movimento 5 Stelle erano scontati, mai avrei immaginato che il centrodestra di governo sarebbe riuscito nella missione, quasi impossibile, di sfilare a Conte la responsabilità della crisi: non era facile, ma quando a dettare la linea è una Lega a trazione populista, preoccupata unicamente di inseguire Giorgia Meloni, questi sono i risultati. Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito”, ha scritto Gelmini
Inizia il voto. Draghi lascia il Senato
Lega, Forza Italia e M5s lasciano l'Aula. Il premier esce dal Senato, probabilmente per andare al Quirinale.
Castellone (M5s): "In 18 mesi smantellate tutte le nostre misure"
"In questi 18 mesi sono state smantellate tutte le nostre misure", attacca la capogruppo M5S Mariolina Castellone, intervenendo in dichiarazione di voto a Palazzo Madama. Il M5s non voterà la fiducia al governo Draghi. "Togliamo il disturbo, ma ci saremo quando si tratterà di approvare provvedimenti utili", ha aggiunto Castellone.
Anche la Lega non partecipa al voto. Il M5s si astiene
Candiani ha annunciato che la Lega non parteciperà al voto. Il M5s invece si asterrà.
Bernini (FI): "Non siamo stati noi a strappare. Non voteremo fiducia"
"Crisi non è stata provocata da Forza Italia. Fino alla fine abbiamo cercato uno spiraglio. Una soluzione di mediazione che purtroppo non è stata ascoltata. Forza Italia non parteciperà al voto di fiducia posto sulla risoluzione Casini". Lo ha annunciato la capogruppo di Forza Italia al Senato Annamaria Bernini. Il centrodestra uscirà dall’Aula. Stasera i ministri si dimetteranno.
Salvini al Foglio: "Non voteremo risoluzione Casini"
La Lega pronta a sfiduciare il governo. "Non voteremo la risoluzione presentata dal senatore Casini", dice al Foglio il leader della Lega Matteo Salvini.
La Lega scricchiola
“Salvini potrebbe essere messo nel sacco per la seconda volta in pochi mesi dopo il Quirinale". Al momento Casini 2- Salvini 0. Un senatore leghista al Foglio: “La lega è il nuovo M5S . Non ci stiamo capendo nulla”.
Per la Lega, in Aula non parlerà Salvini
Nelle dichiarazioni di voto al Senato, per la Lega sarebbe dovuto intervenire Matteo Salvini. Ma dal partito fanno sapere che interverrà il senatore Stefano Candiani.
Forza Italia sulla risoluzione Casini "ci pensa"
Il gruppo di Forza Italia al Senato sta decidendo se votare o meno la risoluzione presentata dal senatore Pierferdinando Casini ma secondo quanto si apprende da fonti del partito, il gruppo si sente ancora vincolato alla risoluzione proposta dalla Lega e sottoscritta dai forzisti, che chiede invece di prendere atto della necessita' di un nuovo governo "profondamente rinnovato" senza il Movimento 5 stelle e guidato da Mario Draghi. Una decisione verra' presa a breve insieme alla capogruppo Annamaria Bernini. Insomma, non è una chiusura totale.
Draghi: "Nessuna richiesta di pieni poteri. Decide il Parlamento"
"Questa mattina ho riproposto il patto. Ma siete voi parlamentari a decidere: non c'è nessuna richiesta di pieni poteri". Mario Draghi ha replicato brevemente alle forze politiche al Senato. Ha risposto ad alcune annotazioni del M5s. "Il problema non è il Superbonus ma i meccanismi di cessione del credito. Bisogna tirare fuori dai pasticci le imprese in difficoltà, riparare il malfatto", ha argomentato il premier facendo riferimento alle parole del senatore Licheri. Mentre per quanto riguarda il salario minimo, Draghi ha detto: "Si può arrivare a una proposta senza diktat sul contratto". Sul Reddito di cittadinanza ha detto: "E' una cosa buona ma se non funziona è cattiva".
Ha poi annunciato di aver messo la fiducia sulla risoluzione presentata dal senatore Pierferdinando Casini.
Di Maio: "La fiducia sulla risoluzione di Casini"
Intercettato dal Foglio in Senato, il leader di Insieme per il Futuro Luigi Di Maio dice che la fiducia verrà posta sulla risoluzione di Pierferdinando Casini. Il testo dice: udite le comunicazioni del presidente del Consiglio il Senato le approva. Senza porre condizioni sul rinnovo del governo.
Il punto sulle risoluzioni al voto: quella della Lega e quella di Casini
Attualmente, a meno di mezz’ora dalla ripresa dei lavori al Senato, sono sicuramente due le risoluzione depositate per il voto. La prima quella depositata da Pierferdinando Casini è stringata e dice: udite le comunicazioni del presidente del Consiglio il Senato le approva.
Poi, c’è la risoluzione della Lega a firma di Roberto Calderoli che recita: “Il Senato accorda il sostegno all'azione di un governo profondamente rinnovato sia per le scelte politiche sia nella composizione". Lega e FI hanno fatto sapere di essere disposti a votare solo quest’ultima.
Per presentare nuove risoluzioni ci sarà tempo anche dopo il nuovo inizio dei lavori. Il regolamento del Senato prevede infatti che le risoluzioni possano essere depositate entro la fine della discussione generale e la seduta è stata interrotta che mancava ancora un intervento. Insomma, si può ancora trattare per un testo che non sancisca la rottura.
Contatti Meloni-Salvini
Fonti di centrodestra fanno sapere che in queste ore ci sono ripetuti contatti tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Segno che si continua a ragionare sull'ipotesi voto anticipato.
Incontro Letta-Conte-Speranza al Senato
Il segretario del Pd, Enrico Letta, e il segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza, sono al Senato dove hanno incontrato il capo politico di M5S, Giuseppe Conte. Ora Letta e Speranza sono in riunione negli uffici del gruppo Dem.
Centrodestra voterà solo la propria risoluzione
I senatori del centrodestra di governo (Forza Italia e Lega) voteranno soltanto la propria risoluzione, che chiede un “patto” per un nuovo governo, profondamente rinnovato, guidato ancora da Mario Draghi e senza il Movimento 5 Stelle. Nell'Aula di Palazzo Madama verranno messe in votazione tutte le risoluzioni.
Crippa (Lega): "Chiediamo profonda revisione della squadra di governo"
"Governo rosso-verde in arrivo? Intanto sarebbe anche azzurro perché c’è anche FI. E comunque vediamo cosa succede perché il Pd può anche votare la nostra risoluzione, ma vediamo se Draghi ci sta. I rumors dicono che senza i 5 stelle ci starebbe, ma senza una profonda revisione della squadra di governo no, quindi è tutto da vedere”. Così il vicesegretario della Lega Andrea Crippa parlando con il Foglio.
Tabacci: "Senza Conte Lega non ha più alibi"
“Senza Conte la Lega non ha più alibi deve dire se vuole o no fare cadere il governo”. Così il presidente di Centro democratico Bruno Tabacci parlando con i giornalisti al Senato.
Telefonata Salvini-Mattarella
C'è stato un colloquio telefonico tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, e il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Lo si apprende da fonti della Lega.
Berlusconi parla con Draghi e Mattarella
Silvio Berlusconi ha avuto colloqui con il Capo dello Stato e con il Presidente del consiglio Mario Draghi e li ha informati della posizione di Forza Italia e di tutto il centrodestra di governo. Lo si apprende da fonti di Forza Italia.
Al Senato pausa di un'ora e mezzo. Si riprende alle 16 e 45
“Il dibattito previsto dalla capogruppo era di cinque ore e mezza, poiché siamo arrivati a quattro ore precise e la maggioranza dei presidenti dei gruppi chiede la sospensione, sospendo l’aula per un’ora e mezza”. Così la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati ha sospeso i lavori a palazzo Madama e respinto le richieste dei capigruppo di FdI e Cal, Luca Ciriani e Mattia Crucioli, che chiedevano in dissenso alla richiesta di sospensione arrivata dagli altri presidenti dei gruppi. La seduta riprenderà alle 16 e 45.
Draghi dice sì a un governo senza M5s. "Ma i ministeri chiave non si toccano"
Mario Draghi potrebbe accettare di fare un governo senza il M5S, ma con tutte le altre forze che sostengono il governo. Si sfilerebbe solo la forza che “ha rotto il patto”. Ma non sarebbe disposto a riassegnare ministeri di peso come l'Interno e la Salute.
Licheri (M5s): "Non faremo cadere il governo per convenienza"
Il senatore grillino Ettore Licheri è intervenuto durante la discussione in Aula portando avanti la posizione del suo partito: “No a rimpasti”. Licheri ha ribadito: “Come si fa a rendere compatibile questa unità nazionale quando si dice che il Reddito di cittadinanza è diventata la colpa e la causa del mercato del lavoro? Siamo noi l'unica forza politica che si sta interrogando seriamente su questa crisi, che incalza il governo. Ma non chiediamo poltrone come ha fatto Romeo della Lega. Non chiediamo rimpasti. Chiediamo solo di dare risposte ai nostri cittadini, cercando di capire che cosa è di destra e cosa di sinistra.” Il senatore M5s ha continuato sul superbonus: ”Non possiamo chiederle un cambio di passo, ma di capire se il superbonus è frenato solo perché una nostra proposta”. Infine, ha concluso il senatore, “chiediamo dignità al documento che le abbiamo dato. Quella è la politica con la P maiuscola.”
Gasparri (FI): "Non vogliamo ministeri ma discontinuità"
“Non vogliamo posti nei ministeri, ma un nuovo patto di fiducia vuol dire discontinuità con un governo dove ci sono ministri che non votano la fiducia a loro stessi”. Lo ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri intervenendo in aula al Senato in discussione generale dopo le comunicazione del presidente del consiglio Mario Draghi.
Centrodestra: "Pronti a nuovo governo con Draghi e senza M5s"
“Come ha correttamente sottolineato il presidente Mario Draghi nel corso del suo intervento, la decisione del Movimento 5 stelle ha rotto il “patto di fiducia” che era alla base del governo di unità nazionale, che pure ha affrontato - con successo ed ha avviato con il nostro leale contributo - gravi emergenze e avviato un lavoro prezioso sul Pnrr. Il centrodestra di governo è disponibile a un “nuovo patto” di governo e continuerà a dare il suo contributo per risolvere i problemi dell’Italia soltanto con un nuovo governo, guidato ancora da Mario Draghi, senza il Movimento 5 Stelle e profondamente rinnovato”. Lo dicono Lega e Forza Italia in una nota.
La Lega presenta una risoluzione: "Sì a Draghi con un nuovo governo"
La Lega ha depositato una risoluzione in cui accorda "il sostegno all'azione di un governo profondamente rinnovato sia per le scelte politiche sia nella composizione". Il documento è stato visionato dal Foglio.
Draghi ha lasciato l'aula per qualche minuto dopo l'intervento Lega. Insieme a lui alcuni ministri
Il premier Mario Draghi ha lasciato l'Aula del Senato dopo l'intervento della Lega ed è rientrato durante il discorso del senatore di FdI Ignazio La Russa. Secondo Lapresse, il presidente sarebbe stato a colloquio con Franceschini, Brunetta, Guerini e Speranza.
Romeo (Lega): "Ci vuole nuova maggioranza e nuovo governo, senza M5s"
“Lei ci ha chiesto un nuovo patto, ma un nuovo patto signifca nuova maggioranza e nuovo governo”. Lo ha detto il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo intervenendo in aula in discussione generale dopo le comunicazioni del presidente Mario Draghi. La richiesta de Carroccio è dunque rimpasto, senza i 5 stelle al governo. “Giovedì scorso - ha detto il senatore leghista - in quest’aula è nata una nuova maggioranza. Noi la stimiamo perché lei è autorevole, gli italiani le chiedono di rimanere lì, ma con una nuova maggioranza”. Romeo aveva iniziato così il suo intervento: “Dobbiamo salvare l’Italia o il campo largo che è finito nel termovalorizzatore di Roma?”.
M5s e Lega contano i punti di convergenza con le parole di Draghi
In questi minuti circolano due documenti sui sì e no dei due partiti rispetto all'intervento del premier: i grillini individuano più punti in comune (tra cui agenda sociale). Leghisti contrari alle uscite su catasto, balneari e scostamento di bilancio
Tensioni nella Lega, tra critiche a Draghi e appelli alla responsabilità dei governatori
Nervi tesi nel cerchio magico di Matteo Salvini pressato dalle dichiarazioni dei governatori leghisti che, insieme a un manipolo di parlamentari, chiede di non dettare condizioni a Mario Draghi. Nel transatlantico di palazzo Madama il vicesegretario Andrea Crippa ha praticamente aggredito una giornalista che provava a chiedergli un commento.
La Lega si dice "stupita dal discorso del presidente Draghi". In una nota, i deputati Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli accusano Draghi di non aver fatto "nessun accenno a flat tax e pace fiscale nonostante 50 milioni di cartelle esattoriali già partite o in partenza che rappresentano un’emergenza nazionale. Anche il passaggio sul credito di 1.100 miliardi di magazzino fiscale che l’Agenzia delle Entrate ha nei confronti di cittadini e imprese ci lascia perplessi. In questo momento di grave crisi economica con l’aumento delle bollette e delle materie prime anche alimentari, cosa si chiede? Di rimborsare subito? Se non bastano pandemia e guerra per un rinnovato patto fiscale tra cittadini, fisco e agenzia delle entrate cos’altro dovremmo aspettare?”
Di Battista: "Qualcuno ha davvero il fegato di votare la fiducia a Draghi?"
Sul discorso di Draghi si è espresso l'ex deputato del M5s Alessandro Di Battista. "Ricapitoliamo le dichiarazioni del Messia. Il reddito di cittadinanza verra' modificato come dico io e soltanto io. Sempre più armi in Ucraina perché la Nato conta piu' della Costituzione. Salario minimo ok, ma seguendo gli ordini europei e lavorando a braccetto con i sindacati che non vogliono minimamente perdere parte del potere che ancora gli resta. Si' ai rigassificatori perché dobbiamo comprare sempre più gas Usa (costa di più ed ed è più inquinante ma tanto mica lo paga lui). Superbonus? Come direbbe Mimmo in 'Bianco, rosso e Verdone', 'Nonna, nonna m'hanno fatto un buono. Che vor di', vor di' che...?' (Lascio a voi la risposta). E dopo tutto questo c'è davvero qualcuno con il fegato di votargli la fiducia". Questo il messaggio pubblicato su Facebook.
Dal vertice di centrodestra filtrano segnali negativi
Primi segnali dal nuovo vertice tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini a villa Grande, residenza romana del Cav., dopo le comunicazioni al Senato di Mario Draghi. Da quanto risulta al Foglio il clima sarebbe molto teso. Il discorso del presidente del Consiglio non è piaciuto ai due partiti del centrodestra di governo. Intanto una piccola fronda governista di deputati alla Camera è arrabbiata per la scelta di Matteo Salvini che ha permesso ad alcuni deputati, considerati fautori dello strappo (come Claudio Borghi), di partecipare all riunione con i senatori a palazzo Madama. Una scelta che ha escluso i leghisti più moderati dalla discussione.
Contatti Conte-Salvini per far cadere Draghi e andare a votare
Già dalla notte si sarebbero intensificati i contatti tra i leader di Lega e M5s. L'obiettivo sarebbe quello di intestarsi mezzo Papeete a testa: far cadere Draghi e andare subito a elezioni. La Lega con una nota ha smentito i contatti, dicendo che Salvini e Conte "non si sentono da alcuni mesi".
Bocche cucite tra i leghisti: "Come finirà? Chiedete al M5s"
Bocche cucite tra i senatori della Lega che sono tornati in aula a palazzo Madama dopo la riunione con il segretario Matteo Salvini e il vice Giancarlo Giorgetti. Com’è finirà? “Chiedete al M5s”, è la risposta concordata che ripetono tutti. La sensazione è che prosegua il gioco del cerino con i grillini. Nessuno vuole intestarsi il ruolo di “killer di Draghi”. D’altronde in entrambi i partiti c’è un nutrito gruppo di parlamentari governisti che spinge per votare ancora la fiducia a Mario Draghi. Le riunioni proseguono.
Conte vede parlamentari, capigruppo e delegazione al governo del M5s
Giuseppe Conte è ancora al Senato. Il leader del M5S si trova negli uffici pentastellati, dove ha seguito l'intervento in Aula del premier Mario Draghi, e sta incontrando diversi parlamentari, insieme ai capigruppo 5 Stelle di Montecitorio e Palazzo Madama, Davide Crippa e Mariolina Castellone. Agli incontri partecipano anche i membri della delegazione governativa del Movimento e i vicepresidenti grillini. "E' in corso un confronto sulle comunicazioni di Draghi", si limitano a spiegare fonti del Movimento.
Gasparri (FI): "La vedo malissimo"
Maurizio Gasparri, il difensore di tassisti e balneari, in pratica il demonio di Draghi: “La vedo malissimo. Vediamo cosa fa il M5S”, dice intercettato a Palazzo Madama.
Giorgetti: "Cosa succederà? Se solo sapessi...". Salvini va da Berlusconi
Uscendo dal Senato, dove era appena finita una riunione della Lega, il ministro Giancarlo Giorgetti ha detto: "Andremo avanti tutto il giorno con queste riunioni, magari sapessi cosa succederà. Dobbiamo riflettere e discutere. Ne parleremo con Forza Italia”. Salvini, lasciando Palazzo Madama, ha detto di essere "sereno". Ora il segretario del Carroccio starebbe andando da Berlusconi per aggiornarsi direttamente con lui.
Rixi (Lega): "Draghi non doveva usare quei toni verso i tassisti"
"Draghi non doveva utilizzare quei toni. I tassisti hanno le loro ragioni. Vengo da una città difficile. Quando Draghi parla di violenza forse non la conosce”. Così l'onorevole Rixi al Foglio. Tutti i parlamentari sono al Senato. Voce che gira : “Qui rischia di spaccarsi la Lega”. Ora il leitmotif : “Rompe la Lega”?
Tassisti, Putin e richieste di nuovo debito: i tre schiaffoni di Draghi a Conte e Salvini
Nel suo intervento in Aula il premier ha bacchettato soprattutto alcune posizioni di M5s e Lega. In particolare il sostegno alle manifestazioni violente in opposizione alle misure del governo. E il collocamento internazionale, che ha indebolito la posizione dell'Italia.
L'ordine degli iscritti a parlare e delle dichiarazioni di voto
Meloni: "Draghi pretende pieni poteri"
"Draghi arriva in Parlamento e di fatto pretende pieni poteri, sostenendo che glielo hanno chiesto gli italiani. Ma in una democrazia la volontà popolare si esprime solo con il voto, non sulle piattaforme grilline o con gli appelli del Pd. Sono le autocrazie che rivendicano di rappresentare il popolo senza bisogno di far votare i cittadini, non le democrazie occidentali. Fratelli d'Italia non intende assecondare questa pericolosa deriva. Decidano gli italiani del proprio futuro, non questo Parlamento delegittimato e impaurito. Elezioni subito". Lo scrive Giorgia Meloni sui propri profili social.
Di Maio: "Discorso di Draghi ineccepibile"
"Il discorso del presidente Draghi è stato ineccepibile, concreto, lungimirante. Adesso non ci sono più scuse: chi non vota la fiducia al governo volta le spalle agli italiani. Adesso non servono giochini, ma occorre agire con grande senso delle istituzioni". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, commentando le parole del premier Mario Draghi in Aula.
Nel centrodestra "l'idea di rompere è nell'aria"
Tutti gli interventi del centrodestra in Aula sono annullati. Parlano solo i capigruppo. Il senatore Andrea Cangini al Foglio : “L’idea di rompere è nell’aria”.
Renzi: "Giusto andare avanti con Draghi"
"Sono ammirato da Draghi, ha fatto il discorso giusto, ha detto quello che serve, non una fiducia di facciata. Ora ciascuno si assuma la responsabilità. Basta a questo assurdo giochino e alla fiction. Ora la palla è nelle mani dei partiti'', ha detto il leader di Iv Matteo Renzi in Senato.
Senatori M5S: "Draghi non ci ha convinto. Punti su Superbonus e Rdc"
"Non ci ha convinto", dice Gianluca Castaldi. "Non mi è piaciuto", aggiunge Gianluca Ferrara, che è anche vicecapogruppo. Stefano Patuanelli scuote la testa, veloce come un'anguilla: "Sto andando da Conte". Fonti di primissimo piano del M5s spiegano al Foglio che "non ci sono state nuove aperture da Draghi, anzi ci ha punto di nuovo su Reddito e Superbonus".
I quattro punti di Draghi (che scontentano tutti) per mandare avanti il governo
Nel suo intervento al Senato il premier ha sfiduciato il Parlamento e si è rivolto direttamente al paese. Oramai ha un suo partito: sindaci, associazioni, società civile. Per le forze politiche sarà difficile dirgli di no (ma anche di sì)
Salvini convoca riunione leghisti
E' in corso una riunione della Lega convocata da Matteo Salvini a Palazzo Madama: presenti parlamentari, ministri e sottosegretari. Si deciderà a proposito del voto di fiducia al governo Draghi. Continua l’ascolto e l’approfondimento di Matteo Salvini, che anche nelle ultime ore ha avuto colloqui con amministratori locali, imprenditori, rappresentanti di categorie professionali e sindacali. Il collegamento con Silvio Berlusconi è costante. In questi minuti, Salvini sta raccogliendo i pareri della Lega dopo l’intervento del presidente Draghi.
Alle 11 riprende la discussione al Senato
Alle ore 11 riprende il dibattito nell'Aula del Senato. Le forze politiche dibatteranno per oltre cinque ore. Dopo di ché, intorno alle 17 e 30, dovrebbe esserci la replica del premier Draghi. Poi ci saranno le dichiarazioni di voto e la votazione di fiducia, che si concluderà intorno alle ore 20.
Letta: "Ancora più convinti di sostenere Draghi dopo il suo intervento"
"Se eravamo già in questi giorni convinti di rinnovare la fiducia al governo Draghi siamo ancora più convinti di farlo dopo averlo ascoltato". Lo scrive su Twitter il segretario del Partito democratico, Enrico Letta.
Applausi per Draghi (non da M5s e Lega)
Al termine dell'intervento di Draghi nell'Aula del Senato, si sono levati applausi dai banchi dei senatori. Ma non da parte del M5s e della Lega, i cui esponenti sono rimasti seduti. Anche Fratelli d'Italia (che però è all'opposizione) non ha applaudito.
Draghi: "Su Piombino e Ravenna questione di sicurezza nazionale"
"Bisogna accelerare sui rigassificatori. No alle proteste su queste infrastrutture, come a Piombino e Ravenna. E' una questione di sicurezza nazionale". Sempre Draghi in Senato.
Draghi: "L'unica strada per continuare a stare insieme è ricostruire il patto di fiducia"
"Se vogliamo continuare a stare insieme, l'unica strada è ricostruire il patto di fiducia". Così Draghi si è rivolto ai parlamentari, a cui aveva appena spiegato che "non votare la fiducia ha un significato chiaro, che non si può ignorare. Purtroppo, con il passare dei mesi, a questa domanda di coesione che arrivava dai cittadini le forze politiche hanno opposto un crescente desiderio di distinguo e divisione". Così il premier Mario Draghi in Senato. Il premier ha anche detto che gli appelli provenienti dal paese, la mobilitazione che gli ha chiesto di rimanere al governo "sono impossibili da ignorare. Sono rimasto particolarmente colpito da quello di oltre 2mila sindaci e dal personale sanitario".
Draghi: "Tutti gli obiettivi primi due semestri Pnrr raggiunti"
"A oggi, tutti gli obbiettivi dei primi due semestri del PNRR sono stati raggiunti. Le riforme della giustizia, della concorrenza, del fisco, degli appalti – oltre alla corposa agenda di semplificazioni – sono un passo in avanti essenziale per modernizzare l’Italia". Parlando al Senato, il premier Draghi ha ricordato i principali risultati raggiunti dal suo governo.
Draghi: "Dimissioni decisione sofferta ma dovuta"
"Le comunicazioni di oggi mi permettono di spiegare a voi e agli italiani una decisione tanto sofferta quanto dovuta". Così Mario Draghi all'inizio delle sue comunicazioni in Senato.
Salvini: "Decideremo per il bene dell'Italia"
"Dopo la crisi di governo causata dai 5Stelle, dopo giorni di minacce e provocazioni, con decine di parlamentari che cambiano partito per salvare la poltrona e con un PD che insiste a parlare di Ius Soli, Ddl Zan e legge elettorale, invece di mettere al centro stipendi, bollette e lavoro, oggi si decide. E la Lega, unita e compatta, deciderà solo e soltanto per il bene e il futuro dell’Italia". Lo ha detto in mattinata Matteo Salvini con un video postato sui suoi social.
Giuseppe Conte è arrivato al Senato per seguire l'intervento di Draghi
Giuseppe Conte è arrivato al Senato. Il leader 5 Stelle segue dagli uffici del M5S al Senato l'intervento del premier Mario Draghi in Aula. Non c'è stato nessun contatto in mattinata tra il presidente M5s e il capo del governo.
Forza Italia convoca riunione dei gruppi alle 12
Il gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera è stato convocato a mezzogiorno a Montecitorio. Il presidente dei deputati Paolo Barelli farà il punto della situazione alla luce delle comunicazioni fiduciarie di Mario Draghi al Senato.
Il premier Draghi al Senato
Il presidente del Consiglio Mario Draghi oggi è in Senato per tenere le sue comunicazioni, come richiesto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella giovedì scorso, e soprattutto per capire se ci sono le basi per continuare a governare.
La giornata di ieri è stata interlocutoria, Salvini ha provato ad alzare la posta, a far diventare la Lega il motore della maggioranza. Il centrodestra ha parlato in serata con il presidente del Consiglio e ha chiesto garanzie affinché sette delle nove proposte avanzate nei giorni scorsi dal M5s al premier, siano respinte come irricevibili.
Ed è proprio il M5s il problema, sospeso ancora tra l'uscita dal governo, l'appoggio esterno e il restare nella maggioranza. Conte è tormentato, tutto il Movimento è tormentato e non sa come muoversi, spaccato tra chi vuole dire basta e chi vorrebbe continuare, con il rischio, per niente remoto, di una nuova scissione.