Vanga e semenze
La crisi d'agosto spiazza i partiti senza idee e programmi. E tutti diventano ambientalisti
Il rigassificatore di Piombino, il "milione di alberi", la siccità. Quei politici che abbracciano la questione del cambiamento climatico: una religione ideologica, da destra a sinistra
Sapevamo che una campagna elettorale con le pinne il fucile e gli occhiali ci avrebbe regalato qualche nuovo brivido da spiaggia. Ma proprio quando ormai puntavamo tutto su Matteo Salvini in costume da bagno tra i barchini dei migranti, ecco che invece è arrivato Silvio Berlusconi con la promessa di piantare ogni anno “un milione di alberi”. Un’illuminazione. Più alberi per tutti, dice il Cavaliere, immediatamente seguito da Enrico Letta: “Si soffoca. Incendi, afa, siccità. Per le destre l’ambiente non è prioritario”. Basta con il gas, solo rinnovabili, dice allora Letta, che pure vuole ereditare l’agenda Draghi, cioè quella delle trivelle (dunque del gas) e della tassonomia europea che prevede... il nucleare. Verrebbe quasi da pensare che l’orrore meteorologico, in pratica il gran caldo di questi giorni, stimoli la creatività. Se non fosse invece vero l’esatto contrario. Ovvero che, presi alla sprovvista da una crisi di governo da loro stessi provocata, in mancanza di programmi, di idee sulle tasse, sull’economia e sul contrasto all’inflazione, i nostri politici si stanno affidando alla versione estiva di “piove governo ladro”. Non piove: è l’apocalisse ambientale.
E allora, come ben si capisce, questa non sarà la solita estate dei delitti, delle zanzare e della caccia al nero. Salvini è tremendamente fuori fase. Questa sarà l’estate della caccia all’albero. Vanga e semenze. Con i quaranta gradi di Roma e Milano, a chi non sembra infatti di vedere e persino di sentire l’irrespirabile desolazione della terra inaridita? Ecco dunque servita la satira dell’ambientalismo all’ultimo minuto. Pure la Lega e Fratelli d’Italia, dieci giorni fa, marciavano a Piombino assieme al M5s e ai Carc (Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo). Sovranisti contro quel rigassificatore che rappresenta la sovranità energetica d’Italia.
Quale sia il disorientamento di ciascuno, nella questione climatica risplende il disagio esistenziale di ogni leader precipitato nella più inedita delle campagne elettorali. Ad agosto. Persino Luigi Di Maio l’ha capito. Per questo era volato per tempo a Milano a concimare il movimento verde con Beppe Sala. Pronti, via. Niente più camper, basta navi azzurre, niente autobus con simboli e bandiere di partito, ma solo biciclette e monopattini. Il caldo si rivela insomma più aggregante di una grande coalizione. Meglio del governo Draghi. E’ infatti anticapitalista, perché pone limiti allo sviluppo, ma è anche un po’ anticomunista perché come dice Giorgia Meloni “l’ecologia è nell’identità politica dei conservatori”. In autunno, se verrà l’autunno, quando finirà l’incubo del caldo e si risveglierà l’intelligenza, sarà forse troppo tardi. La campagna elettorale a quel punto sarà finita. E avremo un governo. Balneare. Ma a ottobre.