fine della corsa
M5s, nel buco nero dei dannati del secondo mandato: "Ora ci servirà il bonus psicologo”
Quarantanove sventurati si ritrovano alla fine di un sogno durato quasi dieci anni. C'è chi torna alla vita precedente, chi spera in un posto nel Pd o nella consulenza per il Movimento. Conte chiama tutti e propone una cattedra alla Cepu del Vaffa, la scuola di formazione grillina
Nel buco nero dei dannati del secondo mandato. Nel purgatorio a Cinque Stelle, con i quarantanove grillini che non potranno ricandidarsi. Nomi di tutto rispetto, nell’universo pentastellato. Paola Taverna e Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro e Roberto Fico, Vito Crimi e Carlo Sibilia. E poi la ministra Fabiana Dadone e l’ex ministra Giulia Grillo. Senza dimenticare un altro volto simbolo della classe dirigente arrivata a Roma per aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ovvero Danilo Toninelli, uno che da giorni su Tik Tok chiede che venga confermata la regola aurea. E pazienza se dovrà tornare a occuparsi di pratiche assicurative e liquidazione di sinistri stradali.
Prima di mezzogiorno, i quarantanove sventurati si ridestano da un sogno durato quasi dieci anni. Le agenzie battono la notizia: “Non ci sarà nessuna deroga alla regola del tetto dei due mandati nel M5s”. Tanti veterani rimasti senza scranno staccano il telefono per non inciampare nelle domande dei cronisti. Lo smartphone di Alfonso Bonafede squilla a vuoto. L’ex Guardasigilli è uno dei più rassegnati, dato che ha ricominciato a frequentare con assiduità il suo studio legale di Firenze. Il grillino punta sulla sua professione precedente. Basta dare un’occhiata al sito dello studio “Bonafede e Partners”, dove imperversa dappertutto l’immagine del ministro della Giustizia gialloverde e rossogiallo. Bonafede in bianco e nero a studiare le carte su una poltrona reclinabile, Bonafede in riunione con i suoi collaboratori, Bonafede davanti al pc. Il deputato ha aperto anche una sede a Milano, il grillismo è acqua passata. Conte si barrica nella sede di Via di Campo Marzio. Pure lui si attacca al telefono. Quarantanove chiamate. Una per ogni sventurato del doppio mandato. “Cosa farai nella vita?”, chiede il giurista a ognuno di loro. Si mostra empatico, misericordioso, comprensivo. “Ho fatto il possibile ma con Grillo non c’è stato nulla da fare”, aggiunge. Propone a tutti di diventare professori nella scuola di formazione del M5s. La Cepu del Vaffa, grande camera di compensazione dei delusi che si sentono “traditi da Giuseppe”.
“Io sono a favore della conferma della regola dei due mandati, ora tornerò a fare il medico”, dice al Foglio l’ex ministra della Salute Giulia Grillo. Chiediamo se uscirà dal M5s e se spera di essere candidata dal centrosinistra. “No, al momento no”, la risposta, poco convinta. Infatti ci sperano in tanti, anche se il Pd può garantire pochi posti. L’ex capogruppo a Montecitorio Davide Crippa sta trattando. Alcuni deputati del sud s’offrono a Letta per qualche collegio uninominale. Avanza l’ipotesi di incarichi di consulenza a libro paga dei prossimi gruppi parlamentari. Un eletto conferma: “Potrebbe essere una soluzione, dato che le casse del partito languono, ma troverebbero posto nei gruppi solo in due o tre”. Resta la speranza di consulenze per il partito grazie ai soldi del 2x1000, oltre all’ambizione delle poltrone parastatali. Ma quest’ultima strada è in salita, con il M5s che sarà ovunque all’opposizione. Tanti parlamentari non avrebbero accettato nemmeno deroghe per candidarsi in regione o in Comune, perché “dopo aver fatto la politica nazionale non posso andare a occuparmi di buche”, si sfoga una deputata. La stessa parlamentare scherza, ma neanche troppo: “So di tanti che già sono andati in analisi, ora ci servirà il bonus psicologo”.
“Io ho già parlato dei due mandati, si cerchi le agenzie, il suo lavoro lo sa fare meglio di me”, risponde brusco Carlo Sibilia. E c’è Paola Taverna, furibonda con Grillo e Conte, che dopo l’aspettativa potrebbe riprendere il posto di segretaria nel laboratorio di analisi cliniche dove lavorava prima dello sbarco in Parlamento. Mentre a Napoli sussurrano di un Fico pronto a candidarsi con il Pd. Nel buco nero dei dannati del doppio mandato si naviga a vista, come fanno quei disoccupati in perenne attesa della telefonata che possa svoltargli la vita.